Cipe, in arrivo 30 milioni per riparare i danno
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica, proprio il 21 novembre, nel corso della riunione preparatoria, ha dato il via libera alla proposta del ministro alle politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che verrà votata il prossimo 29 novembre, per una prima erogazione di 30 milioni di euro per l’anno 2018 a sostegno degli investimenti strutturali degli agricoltori pugliesi danneggiati dalla Xylella fastidiosa.Lo ha annunciato ieri l’assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia: “Una buona notizia dal Cipe", ha detto ieri l’assessore di Gioia, al termine dell'audizione del ministro Centinaio in Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Alla riunione pre-Cipe hanno partecipato insieme al ministro Gian Marco Centinaio, i rappresentanti del ministro per il Sud e dell’Economia.
"La proposta è un segnale importante da parte del ministro - ha commentato di Gioia - che ha dato seguito agli impegni assunti già da tempo per sostenere il nostro comparto agricolo vessato dalla fitopatia e fronteggiare la sua avanzata. L’utilizzo delle risorse sarà stabilito di concerto tra il governo nazionale e la regione Puglia, anche rispetto all’idea di inserirli nella misura 5 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, dedicata al ripristino produttivo dei terreni danneggiati".
Si trattasi di risorse aggiuntive rispetto a quelle erogate negli anni precedenti per le calamità: "E ciò dimostra l'attenzione verso la nostra regione - sottolinea di Gioia - Inoltre, a breve, così come annunciato, il ministro Centinaio emanerà un decreto per facilitare i tagli e nei prossimi giorni verrà presentato un piano operativo, stilato a quattro mani da regione Puglia e governo, per la gestione, controllo, contenimento della batteriosi, nonché per il ripristino del potenziale produttivo danneggiato, anche attraverso i reimpianti di specie resistenti".
“L’attenzione è massima, così come abbiamo ribadito nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Xylella fastidiosa. Servono risorse e, come abbiamo già proposto, auspichiamo che il Governo possa farsi anche portavoce con Bruxelles nella scrittura del prossimo Psr perché si riservino risorse specifiche per sostenere quei territori che hanno subito gravi e durature fitopatie com'è accaduto per la nostra regione con la Xylella”.
Il nuovo decreto per la gestione dell’emergenza
Sempre il 21 novembre è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 271 il Decreto 5 ottobre 2018 del ministero per le Politiche agricole agroalimentari forestali e del turismo, che aggiorna le "Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica italiana" già contenute nel Decreto Martina del febbraio 2018 sulla base della decisione di esecuzione (Ue) 2018/927 della Commissione del 27 giugno 2018, con la quale l'Italia era stata per altro invitata ad assumere provvedimenti interni più restrittivi.“Il nuovo decreto – commenta la redazione del sito web infoxylella.it, a cui collaborano molti agronomi coinvolti nei monitoraggi – pur confermando l’impianto generale del Decreto ministeriale 13 febbraio 2018 (noto come Decreto Martina), introduce alcune modifiche, quali l’ampliamento della zona infetta, l'aggiornamento le misure di lotta agli adulti dell’insetto vettore, con la riduzione da quattro a due del numero minimo dei trattamenti insetticidi obbligatori da somministrarsi non più tra maggio e dicembre, ma tra maggio e ottobre”.
Ecco cosa cambia con il decreto ministeriale 5 ottobre 2018, a firma del ministro Gian Marco Centinaio rispetto al decreto ministeriale 13 febbraio 2018, siglato dal ministro pro tempore Maurizio Martina.
Nell’articolo 7, comma 2, del Decreto Martina la lettera b) è soppressa, perché rinviava alla vecchia delimitazione della zona infetta, limitata all’epoca alla provincia di Lecce e pochi altri comuni.
L’applicazione dell’articolo 11 del decreto Martina, dedicato alle “Ulteriori misure fitosanitarie”, originariamente previste per le sole zone infette, è estesa a tutte le zone delimitate. Questo significa che le buone pratiche agricole - dal diserbo alle lavorazioni del terreno - devono quindi essere praticate obbligatoriamente anche nella zona cuscinetto e non solo in quella infetta e ciò al fine di aumentare il livello di contrasto al potenziale diffondersi della batteriosi mediante l'insetto vettore.
Sempre con riferimento all’ articolo 11 del decreto Martina, il comma 2 è stato modificato dal Decreto Centinaio così che i trattamenti insetticidi obbligatori contro Philaenus spumarius - la Cicalina sputacchina - dovranno ora tenersi tra maggio ed ottobre e non più tra maggio e dicembre, come originariamente previsto. Sempre a proposito dei trattamenti insetticidi contro la sputacchina, un’altra novità la si ritrova nell’Allegato II al Decreto Centinaio, che porta i trattamenti minimi obbligatori a due dai quattro originariamente dal Decreto Martina.
L’allegato I del Decreto Centinaio riprende pedissequamente la nuova delimitazione della zona infetta in Italia, come già perimetrata dalla decisione di esecuzione (Ue) 2018/927 della Commissione del 27 giugno 2018, e già entrata in vigore nel solo territorio della Regione Puglia in virtù dell’atto dirigenziale n. 674 del 9 agosto 2018, dell'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, che aveva già ridisegnato l’intera area delimita (zona infetta e zona cuscinetto) e individuato la nuova zona di contenimento, come già raccontato da AgroNotizie.
Il Decreto Martina è integralmente sostituito nell’allegato 4 "Misure fitosanitarie da attuare per il contenimento della diffusione di Xylella fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRO" dall’allegato II del Decreto Centinaio. Molte le novità, oltre quella della già ricordata riduzione a due trattamenti insetticidi obbligatori minimi per combattere l’insetto vettore. In particolare, ai fini della prevenzione della diffusione del vettore, l’enfasi si sposta dalla trinciatura delle infestanti alla lavorazione superficiale del terreno, come attività da preferire per combattere la proliferazione della Cicalina sputacchina. Questo perché le più recenti ricerche sull’insetto provano una sua capacità di riproduzione anche potendo disporre di pochi centimetri di stoppia. L’asportazione delle infestanti mediante lavorazione superficiale, pertanto, si rivelerebbe invece più efficace.
Novità per chi coltiva l’olivo in biologico nelle zone delimitate, in cui vengano eseguiti trattamenti nei confronti di Philaenus spumarius con prodotti autorizzati per tale uso, ma non ammessi per la produzione biologica: il periodo di conversione è ricalcolato partendo dalla data del primo trattamento obbligatorio dell’anno con i prodotti citati e si considererà terminato solo quando, nel suolo e nel vegetale, si sia accertato analiticamente un livello di residui delle sostanze attive impiegate non superiore a 0,01 mg/kg. In ogni caso, il raccolto successivo al trattamento non può essere commercializzato con riferimento al metodo di produzione biologico.