E' stato firmato in questi giorni un protocollo di intesa tra la regione Toscana, l'Associazione nazionale città dell'olio e l'Ente terre regionali toscane, con un obiettivo ambizioso: rilanciare e promuovere l'olivicoltura toscana.

L'idea è quella di attivare un percorso di collaborazione per promuovere progetti di sviluppo della filiera olivicola e olearia regionale, di valorizzazione degli oli extra vergini di oliva di qualità certificata e dei relativi territori di origine, di tutela ambientale e paesaggistica degli oliveti e di conoscenza della cultura dell'olivo e dell'olio presso consumatori, scuole e mondo della ristorazione. 

Lo scopo finale, per l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi, è quello di far arrivare il livello di redditività del settore olivicolo toscano a pari di quello vitivinicolo.

A firmare il protocollo, oltre all'assessore Remaschi, c'erano il direttore dell'Associazione nazionale città dell'olio Antonio Balenzano, il vicepresidente dell'Associazione Marcello Bonechi e il direttore dell'Ente terre regionali toscane Claudio Del Re.

Il protocollo d'intesa ha durata triennale e resterà aperto all'adesione di altri soggetti con obiettivi analoghi e individua tutta una serie di ambiti di collaborazione tra i soggetti firmatari.

Anzitutto per la realizzazione di progetti specifici destinati alle scuole di ogni ordine e grado per sensibilizzare ed educare ad una cultura alimentare e salutistica dell'olio extra vergine di oliva diffondendo la conoscenza del prodotto, delle tradizioni culinarie e del paesaggio fino all'utilizzo di produzioni locali e regionali nelle mense.

Sono poi previste iniziative per la valorizzazione delle eccellenze olivicole locali, in particolare gli oli Dop ed Igp, nei menù della ristorazione regionale e per dare vita a campagne di informazione, divulgazione e comunicazione, con l'aiuto delle associazioni toscane di Assaggiatori di olio di oliva, cercando anche di sviluppare un turismo dell'olio che coinvolga l'intera filiera dalle aziende agricole, ai frantoi, agli enti locali.

Il protocollo prevede anche un tavolo tecnico di coordinamento, creato per l'attuazione del protocollo stesso, composto da un membro per ciascun firmatario. Compito del tavolo sarà quello di definire le azioni da sviluppare e di verificare lo stato di attuazione di tutte le attività concordate ogni sei mesi.

Un ultimo ma non meno importante punto di collaborazione riguarda i progetti pilota sul recupero degli oliveti abbandonati, anche in seguito a calamità naturali o incendi, e delle relative produzioni locali anche attraverso esperienze di agricoltura sociale.

Per questo aspetto saranno sfruttate le competenze dell'Ente terre regionali toscane ed è già stato presentato un progetto pilota del comune di Murlo in provincia di Siena che è stato il primo in Toscana a chiedere di poter attivare sul proprio territorio un intervento specifico in tal senso.

Questo progetto di recupero prevede una prima fase di studio e reperimento di dati sul territorio per individuare i terreni e i proprietari degli oliveti abbandonati, con priorità rivolta alle aree che per propria natura e posizione sono ritenute di maggior interesse ai fini della successiva assegnazione per la rimessa a coltura.

La fase successiva prevede la predisposizione di specifici bandi, l'inserimento degli stessi in banca della terra e l'attuazione di tutte le procedure di gara per la selezione del soggetto che gestirà i terreni.