Sedici ragazzi, dieci nazionalità, dodici città in dieci nazioni. Sono questi i numeri della Food innovation global mission, un viaggio attorno al mondo che porterà gli studenti-ricercatori del Food innovation program a toccare con mano i luoghi dove si sta plasmando il futuro del cibo.

I sedici ragazzi faranno tappa ad Amsterdam, Madrid, Valencia, Berlino, Toronto, New York, San Francisco, Tokyo, Hong Kong, Shanghai, Mumbai e Bangkok. L'obiettivo? Entrare in contatto con chi oggi sta facendo innovazione, dal campo alla tavola, per immaginare il futuro del cibo. Spazio dunque ad aziende, startup, makers, scienziati e istituzioni.

"Il cibo ci dice molto dell'identità di un paese, della sua cultura, ma è anche uno strumento per affrontare sfide globali, come i cambiamenti climatici", ha dichiarato Sara Roversi, fondatrice del Future food institute, il trust no profit che insieme all'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e all'Institute for the future di Palo Alto ha dato vita al Food innovation program, un master internazionale di secondo livello sulla food innovation.
"In questa terza edizione ci concentreremo su quattro temi: il futuro delle proteine, come rendere scalabile la sostenibilità, il futuro di chi produce il cibo e l'agricoltura urbana. Ogni ricerca darà vita ad una pubblicazione di approfondimento sul tema ed una collana di documentari".

Particolare attenzione sarà riservata a come l'agricoltura e la trasformazione del cibo impattano sul nostro clima. "L'agricoltura è la prima causa dei cambiamenti climatici, ma può anche essere la soluzione", ha dichiarato durante la presentazione della Global mission che si è tenuta a Roma in collaborazione con Maker Faire, Marc Buckley, imprenditore tedesco e coordinatore del Climate reality project di Al Gore per Austria e Germania. "Per questo serve fare innovazione ed educare le persone a fare scelte di consumo consapevoli".

Marc Buckley sarà il testimonial della campagna Future food 4 climate change (#FF4CC), un fil rouge che animerà l'intera missione. Centinaia di advocates e influencer in tutto il mondo, coinvolti anche con l'aiuto dei Climate leaders del Youth climate leaders network, mostreranno come produzioni alimentari e ambiente possono essere alleati coniugando la necessità di preservare le risorse del pianeta con quella di sfamare una popolazione in crescita, in accordo con gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite.

"Unido ha sviluppato un focus forte sui temi della food innovation agendo come advisor nei confronti di tutti gli stakeholder del settore per aprire delle finestre sui paesi in via di sviluppo, che potrebbero beneficiare molto dall'innovazione in agricoltura", ha spiegato Andrea Carapellese, investment and technology promotion expert di Unido, l'agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, che promuove il trasferimento tecnologico verso i paesi in via di sviluppo.
"Nel 2017 abbiamo organizzato il primo premio per la ricerca di tecnologie innovative nel settore AgTech e FoodTech di cui possano beneficiare i paesi in via di sviluppo (International award for innovative ideas and technologies on agribusiness, ndr). Crediamo che la Global mission sia compatibile con la nostra missione e in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. Per questo l'edizione 2019 del premio verrà organizzata proprio con il Ffi".

"Il connubio tra innovazione e tradizione è fondamentale", ha dichiarato in un video messaggio proiettato durante l'evento di Roma Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. "L'innovazione è una tradizione ben riuscita, in grado di dar vita ad una vera e propria sinergia e continuità tra passato e futuro. La Food valley dell'Emilia Romagna è l'emblema di questo connubio e la Food innovation global mission del Future food institute fornisce un importante contributo al dibattito internazionale sul tema, coniugando scienza, impresa, media e istituzioni in un approccio olistico capace di cogliere tutto il valore e l'impatto di tale sinergia".

"La ricerca e l'innovazione, quando trovano reale applicazione in campo, sono fondamentali per il futuro dell'agricoltura", ha dichiarato Raffaele Maiorano, presidente dei Giovani di Confagricoltura e vicepresidente di Gfar Fao. "Abbiamo sperimentato con successo la nostra parternship con il Ffi durante il percorso Filiere intelligenti e oggi sosteniamo con forza la Global mission".

I sedici studenti-ricercatori hanno provenienze geografiche e percorsi di studio-lavoro eterogenei, ma sono accomunati dalla voglia di rivoluzionare il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato, innovando e valorizzando le tradizioni culinarie dei paesi che toccheranno. La Global mission, patrocinata dal ministero degli Affari esteri e cooperazione interazionale, partirà da Bologna il 12 maggio e i risultati verranno presentati durante l'edizione 2018 di Maker Faire di Roma (12-14 ottobre 2018).