Crescono del 2,1% le esportazioni agroalimentari e dello 0,4% le importazioni (che ammontano rispettivamente a 8.991 milioni di euro e 10.268 milioni di euro), con ricadute in termini di miglioramento del deficit della bilancia agroalimentare, che passa da 1.418 milioni di euro (IV trimestre 2012) a 1.277 milioni nell’ultimo trimestre del 2013.

Migliora anche il saldo normalizzato (+1%), attestandosi a -6,6%. Nel complesso l’aumento dell’export è stato trainato dalle vendite di prodotti trasformati, che pesano più dell’80% sull’export agroalimentare nazionale.

Conferma l’andamento positivo il comparto dei vini, principale prodotto agroalimentare esportato (pesa il 16,5% sull’export agroalimentare nazionale con un indotto pari a 1.481,50 milioni di euro), che registra un +5,1% rispetto all’ultimo trimestre 2012. Le maggiori crescite sono state dei flussi di vini liquorosi, aromatizzati e di spumanti di qualità, soprattutto verso Regno Unito e Russia. 

I prodotti lattiero-caseari registrano un + 10% nelle esportazioni rispetto all’ultimo trimestre 2012 (pesa il 7,2% sull’export agroalimentare nazionale con un indotto pari a 644,6 milioni di euro), grazie all’aumento dei volumi venduti, soprattutto verso Germania e Francia, che compensano il minor prezzo. In aumento anche le importazioni (+17,8% rispetto all’ultimo trimestre del 2012 con 1.064,9 milioni di euro di indotto) provenienti in prevalenza dalla Germania, principale fornitore per il comparto.

In flessione del 15% l’importazione di cereali (629,1 milioni di euro), principalmente mais e frumento tenero, dovuto all’andamento dei prezzi.

Battuta d’arresto anche per zucchero e prodotti dolciari, in particolare quelli a base di cacao, che registrano una diminuzione delle esportazioni superiore all’8%, legata all’andamento negativo dei prezzi e non ai volumi esportati sostanzialmente stabili.

I principali mercati esteri per le esportazioni sono gli altri Paesi europei (non mediterranei), che rappresentano oltre l’8% dell’export nazionale, l’Asia (+4,5%), Nord America (+2,3%) e l’area dell’Ue (+1,5%); in flessione i flussi destinati al Centro America, ai Paesi Terzi Mediterranei (non Ue) e ai Paesi candidati Ue, che nel complesso pesano meno del 4% sull’export agroalimentare dell’Italia. In particolare si registra un + 30% dei flussi destinati alla Russia, legato soprattutto a prodotti del made in Italy, quali prodotti dolciari a base di cacao, asti spumante (Dop) e pasta, e verso Germania e Regno Unito, legato a prodotti “tipici” dell’Italia, quali conserve di pomodoro e vini di qualità. Netta è la riduzione dell’export verso la Spagna e la Francia.

Il principale mercato estero per le importazioni è l’area Ue, che rappresenta oltre il 73% dell’import (+4%); in flessione i flussi dagli Altri Paesi Europei (non  Mediterranei) e dal Sud America. In particolare si è registrato un incremento delle importazioni provenienti da quasi tutti i principali fornitori: Spagna e Paesi Bassi, Usa (+15%) e da alcuni paesi dell’Est Europa, primi fra tutti Polonia e Ungheria. In ribasso i flussi provenienti da Germania, Belgio e Austria.