Il caso Ogm in Friuli finisce al ministero dell'Ambiente.
I rappresentanti della task force anti-Ogm hanno sollecitato l’intervento del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, per sapere quali misure intende adottare per assicurare la salvaguardia della biodiversità anche tenuto conto che la Regione contesta l’applicazione del decreto in forza di una pretesa omissione di sanzioni che  possono essere facilmente rintracciate nell’ordinamento penale.

Non si placca la protesta della coalizione anti-Ogm veneta e nazionale in merito a quanto avvenuto a Pordenone con la messa a coltura di mais transgenico. Durante la convocazione della task force della scorsa settimana - si legge in una nota sottoscritta da Cia, Coldiretti, Confartigianato, Cna, Legambiente, Federconsumatori, Adiconsum, Movimento Consumatori, Codacons, GreenPeace, LegaCoop, Slow Food, Vas, Ww - "si è preso atto della grave situazione venutasi a creare a causa di una diversa disciplina adottata dalla Regione Friuli Venezia Giulia rispetto a quanto previsto dal decreto del ministero della Salute del luglio scorso".

Una posizione peraltro smentita dalla Regione Friuli nei giorni scorsi. 

“Un provvedimento regionale, infatti,  autorizza non solo l’attività di coltivazione ma pure la commercializzazione del materiale vegetale frutto di una procedura non consentita". È quanto sostiene lo schieramento delle organizzazioni, economiche e ambientali, lanciando l’allarme sulla contaminazione quasi certa per le campagne limitrofe, non solo friulane. "Pericolo evidenziato - prosegue il comunicato - tra l’altro dal Corpo forestale dello Stato incaricato del monitoraggio ambientale".