Non si parla più solo di un progetto sperimentale dai risultati futuri. Magis - partito nel 2009 - ha ora consolidato le proprie fondamenta e non si ferma.
Ad assicurarlo, in differita dalla Germania, è Karina von Detten managing director di Bayer CropScience Italia.

L'annuncio autorevole fatto sul palco del Forum dell'agricoltura sostenibile nell'ambito di Fieragricola (Verona) disegna, in controtendenza con una fase di diffusa crisi e tagli alla ricerca, un futuro per Magis.

 

Magis a braccetto con l'Europa

Invitati a prendere posto sul palco nel ferro di cavallo di sedie, Paolo Balsari del Dipartimento di Economia ed ingegneria agraria dell'Università di Torino; Attilio Scienza presidente del Corso di laurea in Viticoltura ed enologia della Facoltà di Agraria di Milano; Antonio Romano, enologo e direttore di produzione dell'azienda vitivinicola Conti Zecca; Mirco Pompili agronomo dell'azienda Fazi Battaglia; Mauro D'Arcangelo del Cra di Arezzo ed Emilio Renato De Filippi, direttore ed enologo dell’azienda vitivinicola Castello di Cigognola ma anche vicepresidente di Assoenologi.

Magis – ha aperto il dibattito Scienza – è la prima proposta italiana che affronta i problemi della sostenibilità in viticoltura. Si tratta di una raccolta delle menti migliori che ha fatto suo il concetto di sostenibilità guardando non più solo alla chimica ma coinvolgendo, quali aspetti importanti, la tutela della biodiversità, il ricorso ad una viticoltura di precisione e la difesa del suolo fino ad oggi ignorata ma ora al centro delle politiche ambientali.

L'importanza di un progetto di sostenibilità in viticoltura – prosegue il docente – origina dal ruolo di imprescindibilità che il contesto, fatto di paesaggio e territorio, ha nei confronti del prodotto vino che non può assolutamente correre il rischio di essere associato ad un ambiente alterato”.

Oltre al fatto che il 2014 è alle porte e con lui le direttive europee la cui applicazione imporrà metodi di produzione integrata obbligatori, “avere aziende al passo – afferma l'esponente dell'unità di ricerca per la viticoltura di Arezzo -, è stimolante anche per la ricerca”.

Magis, oltre ad essere “un vestito fatto su misura” come lo definisce Mirco Pompili dell'azienda Fazi Battaglia, è fonte di uno stimolo che segue la tangente europea; riunisce e convoglia in una filosofia di filiera, gli sforzi fatti dalle diverse competenze in gioco senza tralasciare la fase di comunicazione al mercato.

 

Formazione prima di tutto

Chiude il cerchio l'aspetto formativo sull'utilizzo delle macchine agricole dove il livello di competenza risulta ad oggi essere piuttosto carente.

Un termometro dello stato di formazione degli addetti ai lavori – spiega Balsari -, si ottiene pronunciando la parola 'premiscelatore'. Pochi sapranno spiegare di cosa si tratta, eppure – prosegue l'esperto - è uno strumento fondamentale all'ottenimento di una corretta miscelazione del prodotto fitoiatrico che precede la distribuzione.

Per di più è stato progettato in Italia dove, oltre a non essere conosciuto, non viene nemmeno usato; la tecnologia – prosegue il docente -, esiste e noi siamo all'avanguardia, il problema è la mancanza di conoscenza indispensabile ad una sua corretta applicazione”.

 

Futuro e novità

Oggi esclusiva della viticoltura da vino, Magis sbarcherà presto anche per l'uva da tavola.

Ha una struttura snella ed efficace – assicura Scienza -, se riusciamo a convincere i produttori che si tratta di una scelta necessaria per l'etica del prodotto, potremo dare alle politiche di Magis una sostanziale spinta di accelerazione”.

In partenza, a giorni, anche il programma di concimazioni differenziate. In seguito ad un accordo tra Kuhn e Magis è a disposizione uno spandiconcime a rateo variabile che, spiega Balsari “verrà impiegato in quelle aziende nella quali, negli anni scorsi, sono state effettuate le valutazioni dello stato sanitario e della vigoria della pianta. Andremo a concimare in funzione dei risultati ottenuti dalla mappatura così da apportare la giusta dose di concime su quelle piante che possono dare un risposta produttiva importante. Parallelamente – conclude - stiamo partendo con l'utilizzo di un atomizzatore che consentirà di risparmiare, nella distribuzione dei fitofarmaci, fino al 50-60% garantendo, inoltre, una migliore sicurezza ambientale”.

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