FederMosti ha segnalato alla Commissione europea e al ministero dell'Agricoltura un'iniziativa di legge del governo russo con la quale si vorrebbe vietare di etichettare come 'wine' tutti i vini arricchiti con mosti d'uva concentrati rettificati e – ma questo passaggio è più sfumato – con saccarosio.

Secondo i dati di FederMosti, in Italia il 60% dei vini viene arricchito con mosti concentrati (il saccarosio non è consentito), mentre in Europa si stima che gli arricchimenti (con mosti concentrati e, dove consentito, con saccarosio) riguardino almeno il 50% dei vini prodotti. 

La Russia costituisce il secondo mercato extra-UE per i vini italiani, dopo gli Usa, con circa 110 milioni di litri commercializzati nel 2010. I vini additivati dovranno esser chiamati 'wine beverage' e, al di là del danno d'immagine e di appeal, le conseguenze sarebbero anche di natura economica, visto che la pressione daziaria si quintuplicherebbe e i prezzi lieviterebbero, causando un danno considerevole all'export di vini.

Sia la Commissione che il ministero hanno dato garanzie a FederMosti che il tema sarà tenuto in ampia considerazione nei negoziati bilaterali con la Federazione Russa in programma a dicembre all'interno del processo di adesione di questo Paese al Wto.