Alberi e siepi lungo il confine tra due proprietà sono spesso oggetto di contese e dispute tra vicini. Il Codice Civile però stabilisce diritti e doveri ben chiari, imponendo distanze minime per evitare che le piante invadano la proprietà altrui, tolgano luce o generino danni.

 

Come abbiamo spiegato nel nostro precedente articolo e in questo reel, gli alberi ad alto fusto devono essere piantati ad almeno 3 metri dal confine, quelli a basso fusto a 1,5 metri, mentre per viti, siepi e piante da frutto sotto i 2,5 metri di altezza bastano 0,5 metri. Se queste distanze non vengono rispettate, il vicino può chiedere l'estirpazione della pianta, ma solo attraverso un'azione giudiziaria.

 

Tuttavia, come spesso accade, la realtà è più complessa della teoria e i casi concreti suscitano dubbi legittimi. Dopo la pubblicazione del nostro approfondimento, molti lettori ci hanno contattato per porre domande. Abbiamo quindi chiesto a Stefania Avoni, avvocato che collabora con ConsulenzaAgricola.it ed esperta in diritto agrario, di rispondere ai quesiti più frequenti.

 

Se la casa arriva dopo l'albero?

Domanda da un lettore: Una casa è stata costruita vicino a un albero già esistente. Il nuovo proprietario può chiedere l'abbattimento della pianta se questa non soddisfa le distanze minime?

 

L'avvocato risponde: Dipende. Se l'albero è stato piantato a distanza non conforme alla legge e sono passati più di vent'anni senza che nessuno abbia contestato la cosa, scatta l'usucapione: il diritto del proprietario dell'albero di mantenerlo a quella distanza. Questo vale anche se il vicino cambia nel frattempo. Se però non sono ancora passati vent'anni, il nuovo proprietario può chiedere l'abbattimento dell'albero.

 

L'usucapione è per sempre?

Domanda da un lettore: Il diritto acquisito con l'usucapione vale anche per i nuovi alberi piantati?

 

L'avvocato risponde: No. Se il proprietario abbatte volontariamente l'albero, il diritto di usucapione si estingue. Qualsiasi nuovo albero dovrà essere piantato nel rispetto delle distanze legali. Allo stesso modo, la presenza di un albero ad una distanza inferiore al consentito (ma tollerata per usucapione) non autorizza il proprietario a piantarne di nuovi alla stessa distanza.

 

Costruzioni e principio di prevenzione

Domanda da un lettore: Cosa succede se la casa è costruita dopo la piantumazione dell'albero?

 

L'avvocato risponde: Anche chi costruisce una casa nuova è tenuto a rispettare le distanze minime legali dai confini. Inoltre, vale il cosiddetto principio di prevenzione temporanea: chi interviene per primo, sia con una costruzione, sia con una piantumazione, stabilisce le distanze a cui si dovranno adeguare le opere successive.

 

Quando il "vicino" è il Comune

Domanda da un lettore: Il Comune ha piantato alberi ad alto fusto a 50 centimetri da un muro privato. È lecito?

 

L'avvocato risponde: No. Anche gli enti pubblici devono rispettare le distanze legali. In questo caso, il cittadino ha diritto a chiedere l'adeguamento delle piante alle norme vigenti.

 

Rami e foglie sulla strada pubblica

Domanda da un lettore: Un vicino ha alberi che, sporgendo dalla proprietà privata, sporcano la strada pubblica e potrebbero danneggiare le auto in sosta. Cosa prevede la legge?

 

L'avvocato risponde: Il proprietario degli alberi è responsabile dei danni causati da foglie o rami caduti sulla strada. Lo prevede l'articolo 2051 del Codice Civile, che disciplina la responsabilità per danni da cose in custodia. Inoltre, il Codice della Strada (articolo 29, comma 2) impone di rimuovere tempestivamente qualsiasi materiale vegetale caduto sulla sede stradale, con sanzioni pecuniarie e l'obbligo di ripristino.

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Contenziosi: chi paga le spese legali?

Domanda da un lettore: Se si finisce davanti a un giudice, chi paga le spese legali?

 

L'avvocato risponde: In genere vale il principio di soccombenza: paga chi perde. Tuttavia, il giudice può anche disporre la compensazione delle spese, se entrambe le parti hanno parzialmente ragione o se la questione è giuridicamente complessa e controversa.

 

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