Stipulare accordi, definire indirizzi di lavoro e concordare programmi di attività per l'attuazione di politiche sul territorio a favore di tutta la collettività. Sono solo alcune proposte contenute nella 'Carta di Matera', un documento elaborato dalla Cia, Confederazione italiana agricoltorie condiviso dall'Anci, Emilia Romagna, l'associazione dei comuni italiani, elaborato nel settembre 2010 nella città dei Sassi, in occasione della Festa nazionale dell'agricoltura.
Il documento è stato sottoscritto dal presidente della Cia Emilia Romagna, Antonio Dosi, ed il presidente dell'Anci, Daniele Manca, il 15 luglio scorso nella sede della Cia Emilia Romagna a Bologna.
Il contenuto della 'carta' prevede che agricoltori e amministrazioni locali possano contribuire allo sviluppo e al benessere del Paese, partendo da un utilizzo razionale del territorio agricolo, sempre più oggetto di 'aggressioni' o utilizzi smodati. L'attività agricola, in questi anni, si svolge in un contesto particolarmente difficile nel nostro Paese.
"L'erosione della superficie agricola utilizzata è costante ed irreversibile e suscita allarme e preoccupazione - spiega Antonio Dosi–. Occorre quindi frenare un uso dissennato e del suolo agrario determinato dalle azioni non programmate delle opere di urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali. Si tratta – continua Dosi - di dare dimensione stabile ad una gestione programmata del territorio compatibile con le esigenze delle aziende agricole anche per quanto riguarda gli investimenti per le energie rinnovabili".
"Dobbiamo prestare attenzione agli strumenti urbanistici per non compromettere irrimediabilmente i processi produttivi – commenta Manca – e non solo quelli agricoli". "Poi occorre porre attenzione alla capacità di gestione dei terreni demaniali, a vario titolo in possesso degli Enti locali, ma anche quelli a proprietà collettiva o gestiti in uso collettivo - aggiunge il presidente Cia - affinché con ciò si contribuisca ad una più adeguata gestione del territorio dello spazio rurale ed al miglioramento del reddito delle imprese agricole".
Le imprese agricole sono dotate di attrezzature e dispongono di professionalità che bene possono essere impiegate dalle Amministrazioni in attività e servizi che possono essere messi a disposizione. "In questo contesto rientrano anche quelle iniziative che riconoscono nell'agricoltura una funzione sociale di accoglienza, tutela della persona e didattica ambientale - prosegue Dosi - come le fattorie sociali, gli 'agriasili', le fattorie didattiche ed altre forme di accoglienza".
Tra i propositi contenuti nella carta di Matera anche la salvaguardia della tradizione contadina, come organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: "Tutto ciò – afferma Dosi - offre identità e sviluppo alle comunità locali".
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Fonte: Cia - Emilia Romagna