Dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia, dalla Puglia al Piemonte: cento eccellenze dell'Italia del vino si impegnano per una viticoltura sostenibile.
Il tema non è nuovo per l'Italia del vino: numerose risoluzioni dell'Oiv, l'organizzazione internazionale della vigna e del vino, hanno tracciato in questi anni le linee guida per le aziende vitivinicole che desideravano produrre in maniera ecocompatibile, adottando tecniche colturali che oltre alla qualità garantissero la salubrità delle uve, il rispetto dell'equilibrio vegeto-produttivo della piante, la tutela dell'ambiente e dell'uomo.
La novità è nell'approccio: "Magis" è il nome di un progetto che consente ad aziende e mondo della ricerca di fare sistema, per individuare un protocollo operativo valido per mettere in pratica i concetti della viticoltura sostenibile.
Partner di questa iniziativa sono l'Unione italiana vini, l'Università di Milano, Assoenologi, Bayer CropScience, Image Line e 100 aziende vinivinicole, fra le quali realtà come Santa Margherita, Marchesi di Barolo, Gruppo Italiano Vini hanno aderito in fase sperimentale già dall'anno scorso. Ognuno dei partner metterà in campo, nel vero senso della parola, i propri tecnici e le proprie esperienze nei rispettivi ambiti di competenza: dalle pratiche della viticoltura di precisione, alla gestione della chioma, dall'analisi qualitativa alla prevenzione della formazione delle ocratossine, dalle soluzioni per la difesa della vite alle analisi sensoriali.
Una piattaforma gestionale on line consentirà ai vari attori della filiera di condividere conoscenze ed informazioni. Image Line ne sta curando la progettazione e la realizzazione, integrando banche dati sulla viticoltura, frutto di oltre 20 anni di esperienza nelle gestione informatizzata delle operazioni colturali in agricoltura.
"Si tratta di fare sistema - come sottolinea il direttore Technical Management & Communication di Bayer CropScience Renzo Angelini, in un'intervista rilasciata a WineNews, - e ciò avviene per la prima volta, per colmare la faglia esistente tra il mondo della produzione, della ricerca e il consumatore. E' una innovazione che rimette al centro la ricerca scientifica, contemplando ogni miglioramento di gestione dal campo alla cantina, fino alla formazione e comunicazione per rispondere all'evoluzione del mercato e della legislazione nazionale e dei Paesi importatori. Il risultato sarà quello di offrire ai consumatori la tracciabilità di filiera".
La sostenibilità dei processi produttivi, afferma il professore Attilio Scienza, docente di vitivinicoltura all'Università di Milano, al portale dedicato al mondo del vino, è "una scelta strategica ineludibile per la filiera vitivinicola che intende avere un ruolo centrale nello scenario competitivo globale e soddisfare il consumatore più consapevole. Per questo è necessaria una rivalutazione del concetto di sostenibilità affinché un'impresa vitivinicola italiana possa raggiungere il triplice obiettivo di migliorare le performance ambientali di prodotti e processi produttivi, soddisfare le richieste del consumatore sempre più attento ai valori etici, salutistici oltre che culturali del vino, ma rimanendo competitiva sul mercato".
Il "protocollo di sostenibilità" di Magis ha forti analogie con i protocolli medici: ne risulterà un documento pratico per l'azienda vitivinicola, con linee guida per ottimizzare le risorse, rispettare le esigenze dei consumatori e anticipare i tempi (cambiamenti legislativi in tema di protezione delle piante e soprattutto tendenze di mercato).
Sant'Ignazio di Loyola coniò il termine "Magis" (dal latino "di più", cioè "sempre meglio") come esortazione a cercare di tendere sempre verso qualcosa di superiore e a superare i propri limiti. Uno spirito positivo, con cui affrontare questo percorso fatto di innovazione, formazione e comunicazione.
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Fonte: Agronotizie