Secondo un’indagine svolta nell’ambito del Progetto europeo Topps - Training of Operators to prevent Pollution from Point Sources – che ha l’obiettivo di sensibilizzare gli agricoltori europei sull’importanza
dell’inquinamento puntiforme da agrofarmaci e sulle strategie per prevenirlo - la fase di gestione dei prodotti reflui del trattamento fitoiatrico risulta la più critica.
Diverse sono le tipologie di residui: la frazione di miscela ancora presente nella macchina irroratrice, le acque di risulta delle operazioni di lavaggio interno ed esterno della macchina, i contenitori vuoti dei fitofarmaci.
In particolare, al termine del trattamento, è ancora presente nell’irroratrice un non trascurabile volume di miscela fitoiatrica che occorre smaltire e che è costituito da due frazioni. La prima, la miscela che rimane nel serbatoio e nelle tubazioni della macchina, poiché la pompa non è più in grado di aspirarla e quindi di distribuirla attraverso gli ugelli. Nelle macchine più vecchie e in quelle che non sono certificate Enama, l’entità del volume può superare i 50 litri. La seconda frazione dipende da quanto è stata accurata la regolazione della macchina irroratrice, ossia dalla corrispondenza fra volume di miscela inserito nel serbatoio in fase di riempimento e quantità distribuita sulla coltura. Se i residui di miscela a fine trattamento vengono sversati in maniera puntiforme sul terreno, in campo o nel cortile aziendale, si può contaminare l’ambiente, in particolare le acque superficiali e di falda.

Anche le acque prodotte dal lavaggio interno ed esterno delle macchine alla fine del trattamento devono essere gestite opportunamente, evitando di scaricarle su una piccola porzione di terreno non protetto o in prossimità di corsi d’acqua superficiali. Va poi ricordato che i contenitori vuoti dei prodotti fitosanitari possono costituire una potenziale fonte di inquinamento se, come capita, non vengono adeguatamente risciacquati e smaltiti, ma abbandonati sul terreno all’aperto o, peggio, bruciati.
 
Le buone pratiche Topps

Riguardo alla gestione del residuo di miscela fitoiatrica a fine trattamento, le linee guida Topps raccomandano di minimizzarne l’entità, effettuando sempre una precisa regolazione della macchina irroratrice, calcolando esattamente la quantità di miscela da applicare per unità di superficie e avendo cura di inserire nel serbatoio solo il quantitativo di miscela fitoiatrica necessario per il trattamento.
 
Al termine, è opportuno lasciare i residui di miscela all’interno dell’irroratrice, così che possano essere riutilizzati per i trattamenti successivi. Se non è possibile, due sono alternative per il lavaggio.
La prima prevede che l’irroratrice sia dotata di un serbatoio ausiliario per l’acqua pulita (può essere aggiunto anche sulle macchine che ne sono prive, collegato alla pompa dell’irroratrice) per eseguire il lavaggio della macchina in campo. L’acqua pulita dovrà essere gestita per diluire il residuo di miscela sul fondo del serbatoio e risciacquarne l’interno, le tubazioni ed effettuare il lavaggio della superficie esterna della macchina. La miscela di lavaggio interno potrà essere distribuita sulla coltura senza problemi di fitotossicità, mentre il lavaggio esterno potrà essere effettuato in campo, operando in posizioni diverse dell’appezzamento lontano dai corsi d’acqua e dalle aree sensibili all’inquinamento.
La seconda opzione prevede la realizzazione di un’area attrezzata nel centro aziendale che dovrà essere pavimentata e dotata di un pozzetto per la raccolta delle acque contaminate che dovranno essere inviate ad un sistema di stoccaggio temporaneo, prima dello smaltimento da parte di ditte specializzate (con costi elevati) o col il trattamento di depurazione direttamente presso l’azienda agricola, grazie all’impiego di biofiltri. Si tratta di realizzare vasche in polietilene uno strato di terreno che contiene una microflora in grado di degradare il prodotto chimico. Le acque contaminate con agrofarmaci vengono fatte percolare attraverso questo strato che funge da “biofiltro”.
 
Per la gestione dei contenitori degli agrofarmaci vuoti, si raccomanda di effettuare un accurato risciacquo impiegando gli ugelli lavabarattoli presenti sulle irroratrici o manualmente. Le acque di lavaggio
dovranno essere aggiunte alla miscela nel serbatoio dell’irroratrice. I contenitori risciacquati saranno poi posizionati al riparo dalla pioggia, meglio se in un apposito cassonetto, per essere avviati allo smaltimento.
 
Poche regole di buona pratica e l’utilizzo di alcuni dispositivi che sono spesso già disponibili sulle macchine irroratrici di recente costruzione (serbatoio lavaimpianto, ugelli per il lavaggio dei contenitori vuoti) possono quindi consentire di limitare sensibilmente i rischi di inquinamento. L’applicazione di tali regole è e sarà di fondamentale importanza per garantire il rispetto delle disposizioni di carattere ambientale sull’uso dei prodotti fitosanitari che sono in via di definizione a livello europeo (la nuova Direttiva europea sull’uso sostenibile degli agrofarmaci sarà esecutiva entro il 2009).
Per maggiori informazioni: www.topps-life.org.
 
Si ringraziano Paolo Balsari, Gianluca Oggero, Paolo Marucco del Dipartimento di Economia ed ingegneria agraria, forestale ed ambientale (Deiafa) – Università di Torino, per la disponibilità e la collaborazione.

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