Lo ha detto dal palco di Agricam di Montichiari, una delle cooperative di servizi del circuito di Fedagripesca di Confcooperative, il presidente Fabio Perini.
"Siamo partiti nel 2018 con grandi aspettative, perché eravamo consapevoli che è dalla formazione, dal dialogo e dall'aggregazione che si sviluppano crescita e competitività - ha detto di fronte a una platea composta per lo più di giovani allevatori di vacche da latte, ai quali principalmente Milkcoop innovation era rivolto -. Andremo avanti, forti dei risultati che la cooperazione ha saputo ottenere, anche nei momenti di difficoltà".
La forza della cooperazione si evince dai numeri. "Nel 2017 il mondo della cooperazione ha distribuito nell'area del Grana Padano 70 milioni di euro in più ai propri soci rispetto agli allevatori che invece hanno conferito il latte in base al prezzo regionale - ha ricordato Perini -. E nel 2018 abbiamo calcolato che il surplus è stato di 77 milioni, considerando tutta l'area di produzione del Grana Padano, che comprende anche il Trentino, il Veneto e la provincia di Piacenza".
Il percorso inaugurato con Milkcoop innovation ha dati risultati positivi, ha coinvolto giovani allevatori e ha offerto un nuovo strumento di dialogo all'interno delle cooperative, in una fase in cui la società e i modi di comunicare sono cambiati e hanno inevitabilmente investito anche l'agricoltura.
Alcuni temi presi in considerazione sono parte di un processo ineluttabile, verso il quale - è questo il messaggio ribadito in diverse occasioni da Confcooperative Lombardia - è indispensabile attivarsi. È il caso del benessere animale o della sostenibilità, concetto che si può declinare in molteplici sfumature.
E così, nell'ultima puntata di Milkcoop innovation 2018-2019, non mancano gli esempi di imprese agricole efficienti, che innovano, condotte da giovani, individuate - fra diverse opportunità - da Angelo Frascarelli, economista agrario dell'Università di Perugia, uno dei due tutor individuati da Fedagri Confcoop insieme a Gabriele Canali, economista agrario dell'Università Cattolica di Piacenza e Cremona.
Davide Lorenzi, 70 vacche in lattazione e altri 100 capi in rimonta a Marmirolo (Mantova), socio della Latteria Sociale Mantova dove conferisce il latte per la produzione di Grana Padano, fin dai primi anni Duemila ha puntato sul benessere animale, con alimentazione a secco, scarso utilizzo di medicinali e antibiotici ("per la mastite, se individuata in tempo, utilizzo prodotti omeopatici"), numero di lattazioni medie per capo che si aggira sulle cinque contro una media di 2,6 della provincia di Mantova.
"In futuro - afferma Davide Lorenzi - vorrei aumentare il numero di capi in allevamento e migliorare ulteriormente il benessere, costruendo un paddock per ospitare le bovine da latte".
Emerge anche il ruolo proattivo della cooperazione, con la Latteria sociale Mantova che ha creato un gruppo affiatato di giovani e fornisce adeguata assistenza nelle scelte agronomiche o di stalla quando richieste.
Alberto Donà, giovane agricoltore di Palidano (conferisce alla Latteria Begozzo per la produzione di Parmigiano Reggiano, nel Basso mantovano), alleva con la famiglia 300 capi, la metà circa in mungitura. La produzione media per capo è di 37 chilogrammi al giorno.
Per lui i concetti di benessere animale e di sostenibilità sono altrettanto importanti, ma il motore prioritario dell'azienda rimane la produzione e, cartina di tornasole del rispetto di procedure corrette sono la longevità degli animali e il basso utilizzo degli antibiotici.
"È sempre più evidente che stiamo passando da una concetto di supply chain a quello di value chain - ha sintetizzato Angelo Frascarelli -. Ed è il consumatore che determina le scelte dell'imprenditore. Sul benessere animale avremo certificazioni sempre più stringenti. A livello di prodotti, poi, stanno crescendo il biologico, i super-food, i prodotti free from, gli integratori, i prodotti che vanno in direzione della salute. Come modalità di acquisto, invece, aumenteranno le dinamiche dell'online e le consegne a domicilio. Chi produce non può non tenerne conto".
Esercizi più incentrati a far quadrare i conti economici quelli condotti da Gabriele Canali, che ha presentato un sistema di calcolo dei costi di produzione del latte a partire dagli investimenti, fino ai costi di gestione. "È una tabella con diverse voci, ma semplice da compilare - ha spiegato Canali -. Dovrebbe rappresentare un metodo di controllo per pianificare gli investimenti e per controllare il management dell'azienda".
Perché il discrimine tra un'azienda che funziona e una che ha difficoltà, al netto dell'andamento dei mercati, è la sostenibilità economica. Variabile fondamentale per il futuro del comparto lattiero caseario, che trova nella cooperazione un punto di forza che va ben oltre gli aspetti legati ai ricavi, ma comprende gli aspetti sociali e di formazione.