Il mondo zootecnico è in attesa che prendano avvio le nuove norme che disciplinano la riproduzione animale e di conseguenza gli schemi che regolano le procedure per la selezione e il miglioramento genetico degli animali.

Punti principali della riforma, già approfondita da AgroNotizie, sono la "liberalizzazione" del settore e la distinzione fra chi raccoglie i dati sul campo e chi elabora le strategie selettive.
Inoltre è aperta la porta all'entrata di nuovi protagonisti per favorire una competitività che possa stimolare la crescita del settore.
 

I controlli funzionali

In attesa che sullo scenario si possano affacciare nuovi protagonisti, pronti ad affiancare e competere con l'Associazione italiana allevatori (Aia), oggi unico riferimento per la genetica animale, è però indispensabile continuare le attività in corso e in particolare i controlli funzionali, trave portante di ogni programma di miglioramento genetico.

Regola che vale per il latte quanto per la carne e per ogni specie di interesse zootecnico. Per proseguire in queste attività si è reso necessario anzitutto superare il problema economico, che da tempo assilla le attività di Aia.

A ridare fiato all'attuale "sistema allevatori" arriva la recente approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni del programma di controlli dell'attitudine produttiva per latte e carne.
 

Soldi in arrivo

Grazie a questo "via libera" sono ora disponibili 22,5 milioni di euro.
Queste risorse, si specifica nell'intesa, sono destinate alle Associazioni regionali degli allevatori (Ara) tramite le Regioni di competenza, che potranno a loro volta integrare le erogazioni statali.

Una quota dei soldi che andrà alle Ara dovrà essere impegnata nei servizi di raccolta dei dati di allevamento utili ai fini selettivi. Un lavoro complesso (e costoso) che prevede la raccolta di informazioni dettagliate sulla produzione di latte e carne.
 

E' tempo di avviare la riforma

Scongiurato, almeno per ora, il rischio di uno stop alla "macchina" della selezione e del miglioramento genetico, resta aperto il capitolo del riordino di tutta la disciplina della riproduzione animale, così come previsto dal Decreto legislativo 52 dell'11 maggio 2018.

Soddisfatto il ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che ha così commentato: "Questa intesa rappresenta un passaggio molto importante per tutelare sia le imprese sia i consumatori, spingendo ancora di più sulla qualità delle nostre produzioni zootecniche e garantendo sicurezza e benessere negli allevamenti del nostro Paese".
 

Il cambiamento atteso

Vero quanto afferma Centinaio, ma sulle nuove norme che disciplinano la riproduzione animale non mancano le voci critiche, preoccupate che la riforma non comporti cambiamenti significativi, ma solo una conferma del ruolo egemone di Aia.

Preoccupazioni non del tutto infondate, visto che Aia parte in "pole position" nell'aggiudicarsi il ruolo di "ente selezionatore".
Ma la sua fisionomia dovrà comunque cambiare radicalmente.

Oggi Aia è un'associazione di secondo grado, alla quale non possono aderire direttamente gli allevatori, che semmai vi partecipano per il tramite delle associazioni satellite, Apa e Ara.
Stessa cosa si può dire per le associazioni di razza e di specie (ad esempio Anas per i suini o Anafi per la Frisona). Anche loro non associano direttamente gli allevatori.

Domani tutto cambierà. Gli allevatori potranno aderire direttamente a queste organizzazioni e decidere così chi e come debba governarle.

E' una modifica profonda che potrebbe imprimere una svolta significativa al sistema allevatori. Non resta che aspettare.