Dalle ultime elaborazioni Noaa non vediamo particolari novità, anzi si conferma una tendenza che desta qualche preoccupazione, inutile negarlo. Preoccupazioni legate alla completa assenza del freddo, quello vero, su tutto il continente ove invece insistono anomalie termiche positive molto importanti che influiranno negativamente anche sulla prima parte della stagione primaverile.
L'assetto barico che si è andato a configurare in queste ultime settimane potrebbe inoltre rimanere invariato per diverso tempo. Un assetto che si mostrerà decisamente sfavorevole allo sviluppo delle gelide colate artiche per due principali motivi: il primo, individuale, nei profondi ed estesi vortici depressionari che stanno caratterizzando il Nord Atlantico, mentre il secondo è rappresentato nell'estrema e atipica compattezza del vortice polare.
Situazione che porta sul Centro Europa e sul Mediterraneo robusti sistemi anticiclonici con valori barici al suolo localmente da record, come i 1050 hpa sfiorati sul Regno Unito durante il mese di gennaio.
Un freddo quindi assente sull'intero settore euro-asiatico, ma così anche su un'ampia fetta degli Stati Uniti; scenario di difficile risoluzione che rischia di ripercuotersi anche su marzo e aprile.
In poche parole, se il vortice polare non subirà sostanziali variazioni nel corso di febbraio, l'inverno potrebbe chiudersi tra i più anonimi di sempre.
Abbiamo già potuto intuirlo, ma cosa dovremmo aspettarci per il prossimo trimestre febbraio, marzo e aprile? Nei prossimi paragrafi vi esporremo un'analisi di massima sulle prime elaborazioni stagionali Noaa del modello Seasonal climate forecast CFSv2 per il periodo in esame.
Il trend non subirà variazioni e le condizioni meteorologiche continueranno sulla falsa riga del trimestre invernale, ovvero con grosse strutture cicloniche sul Polo Nord e nell'Atlantico settentrionale, con le alte pressioni in netto dominio invece sul Pacifico settentrionale, Atlantico occidentale ed in Europa.
Le poche irruzioni fredde in affondo potrebbero coinvolgere principalmente l'Estremo Oriente, sfruttando un'anomalia di geopotenziale negativo sulla Scandinavia, ad Est della Russia, tale da far scorrere le uniche discese gelide su quella parte di continente.
I valori termici ed anche le precipitazioni, naturalmente, si adeguano alla distribuzione barica, quindi laddove insisteranno anomalie negative, come ad esempio sul Nord Atlantico, è perché si troveranno attività cicloniche molto profonde, ma il rovescio della medaglia saranno naturalmente le temperature ben al di sopra delle medie climatiche di riferimento su gran parte del comparto euroasiatico.
Da un rapido sguardo ai modelli di tendenza riguardanti le precipitazioni, l'Europa potrebbe essere caratterizzata da una carenza di piogge sui settori meridionali, quindi principalmente nel bacino del Mediterraneo ove la pressione atmosferica risulterebbe costantemente oltre le medie.
Le aree continentali potrebbero invece registrare un regime pluviometrico entro i ranghi, scongiurando al momento condizioni di siccità anche se tale possibilità non è da escludere anche con minime variazioni dell'alta pressione, qualora dovesse posizionarsi un po' più a Nord.