Il punto della situazione
E’ ormai assodato che sul Belpaese la neve latita, al contrario di quanto sta avvenendo invece sull’Europa nord-orientale sino ai Carpazi, ove va rafforzandosi una struttura anticiclonica di tipo termico, al momento incentrata sugli Urali.
Un repentino riscaldamento è avvenuto sui rilievi alpini ed appenninici settentrionali, mentre sulla Pianura Padana i valori termici risultano ancora diffusamente sotto lo zero. Minime degne di nota con estese gelate o brinate anche sulle regioni centro-meridionali, in particolare sui settori del medio versante adriatico, ove tutti parlano di “primo freddo”, sia sulle aree interne che sui litorali e nelle principali città.
Sulle regioni settentrionali, ad un geopotenziale di 850 hPa (a circa 1300-1500 metri di altitudine) si sono già attivate le prime deboli correnti occidentali, peraltro in via di rafforzamento e parzialmente fohnizzate, che hanno paradossalmente permesso l’arrivo di aria relativamente secca senza però disturbare il cuscinetto freddo nei bassi strati, anche grazie ai cieli prettamente sereni.
Complice quindi il prima citato incremento termico sui rilievi del nord, ove non si è scesi al di sotto dei -7°C, le temperature assolute più basse si sono registrate nei ben noti poli del freddo abruzzesi. Spiccano in tal senso valori prossimi ai -10°C (-9°C sul Piano delle Cinque Miglia presso Roccaraso, -8.8°C a Piani di Pezza, -6°C rilevati nelle conche di Tagliacozzo a 750 metri circa e di Navelli a 725 metri sempre nell’aquilano).
Sembra altresì evidente che l’avvezione di aria mite ed umida di matrice mediterranea stia dando i suoi primi frutti: al Rifugio Franchetti, a circa 2500 metri di quota alla base del Ghiacciaio del Calderone, le minime si sono fermate ben al di sopra dello 0°C (1,3°C).
Le gelate seppur deboli si sono geograficamente estese verso il meridione, sulle zone interne di Molise, Campania e Basilicata (ad esempio a Campochiaro, Lago Laceno e Piano Ruggio).
Evoluzione meteo in tre step
1) Primo step, 18-20 novembre: perturbazione nord-atlantica
Un vortice ciclonico in transito sul Mediterraneo meridionale andrà ad innescare un po' di maltempo sulle due Isole maggiori ed in parte sulla fascia ionica dell'estremo Sud. Una breve tregua interessa invece le restanti aree italiane, garantita dalla parziale estensione dell'anticiclone delle Azzorre.
L’alta pressione sarà però costretta a battere in ritirata velocemente sotto i colpi di un'ampia depressione in discesa dal Nord Europa. Tale affondo andrà ad agganciare quel che resta della circolazione ciclonica isolatasi sul Nord Africa. L’innesco di miti ed umide correnti subtropicali attiveranno precipitazioni diffuse e moderate su gran parte della Penisola.
2) Secondo step, 21-24 novembre: estensione dell’anticiclone nord africano
Un’evoluzione sensibilmente retrograda della saccatura nord atlantica proporrà l’affondo verso la Penisola Iberica, lasciando campo libero sull'Italia per un richiamo di correnti più miti meridionali già nei primi giorni della prossima settimana.
Il binomio con un sensibile rialzo dei valori barici andrà a garantire bel tempo e mitezza, sebbene non in modo incontrastato. Alcuni disturbi sono difatti attesi sugli estremi settori occidentali della Penisola, ove potrebbero aversi dei fenomeni. Le correnti nord africane porteranno invece su parte del Centro ed al Sud un periodo più mite e più consono al periodo autunnale.
3) Terzo step, 25-30 novembre: nuovo maltempo in arrivo
Alcune novità meteo sembrano prendere piede negli ultimi giorni del mese, quando una vasta struttura depressionaria, centrata sulla Penisola iberica, guadagnerà terreno verso levante portando un flusso più perturbato sulla Penisola, flusso che andrà a generare un peggioramento del quadro meteorologico.
La fase di maltempo prevista potrebbe risultare assai vivace, anche grazie al blocco anticiclonico con massimi di pressione sulla Russia, ove si raggiungeranno improbabili valori di quasi i 1070 hPa (pressione atmosferica al suolo). L’area di alta pressione risulterà coriacea ed avrà il compito di rallentare notevolmente l’evoluzione delle perturbazioni verso oriente.