Leggere l'etichetta, quindi, è la prima azione da fare quando si decide di utilizzare un prodotto fitosanitario. Perché fornisce indicazioni su come e perchè proteggersi, su come proteggere l'ambiente e gli organismi non bersaglio del trattamento e per essere certi che ciò che stiamo facendo è un trattamento efficace e sicuro.
L'etichetta ha questi pregi, ma anche dei limiti.
Prima di tutto l'enorme quantità di informazioni, di sigle, codici….e quindi la leggibilità. Messaggi non sempre chiari e a volte da interpretare….perchè magari appaiono generici (es trattare in assenza di vento….).
Per sciogliere i dubbi che girano attorno alle etichette, Trainagro ha organizzato, lo scorso 9 giugno, un evento dal titolo "Trasformare il dato aziendale in informazione: la lettura dei dati in etichetta".
Dosi, volumi e parametri tecnici
Dopo l'introduzione di Maura Calliera dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - Centro di ricerca Opera, il primo intervento - dal titolo "Dose, volume e parametri tecnici: dall'etichetta al trattamento fitoiatrico" - è stato a cura di Arturo Caponero del Servizio difesa integrata di Alsia Basilicata."L'etichetta, riportata sul contenitore di un prodotto fitosanitario, è approvata dal ministero della Salute ed è a tutti gli effetti una norma da rispettare" ha affermato Arturo Caponero.
Il decreto ministeriale, che contiene l'etichetta, autorizza la produzione, la vendita e l'utilizzo del prodotto sanitario; stabilisce il periodo di validità dell'autorizzazione e riporta lo stato registrativo della sostanza/e attiva/e a livello europeo.
"La dose, in Italia, viene espressa o in grammi per ettolitro oppure in quantità per unità di superficie. Per tutte le dosi d'impiego deve essere indicato un intervallo di volumi di distribuzione identificabili con volumi standard di riferimento per le singole colture in piena vegetazione. Per questo l'applicazione di una dose/ha fissa produce depositi molto diversi a seconda dell'estensione della superficie bersaglio da trattare".
Dose, volume e deposito
La dose è la quantità di prodotto necessaria per ottenere la richiesta efficacia del trattamento; il volume è la quantità di acqua da utilizzare con la dose indicata mentre il deposito è la quantità di fitofarmaco che raggiunge e rimane sul bersaglio.
"E' opportuno adeguare la dose di fitofarmaco alla superficie del bersaglio, per avere un deposito sufficiente ed efficace in funzione del volume erogato e delle condizioni di applicazione. C'è da ricordare però manca un'espressione della dose comune a livello europeo e che quindi stessi prodotti in Europa vengono impiegati con dosi diverse".
"Per quanto riguarda il volume, che a parità di dose può variare, la quantità di acqua da utilizzare dovrebbe essere determinata da parametri di natura agronomica, fitoiatrica e meccanica quali epoca d'impiego, tipo di formulato, dimensione della pianta, avversità da combattere, etc…".
Il bersaglio può variare e interessare l'intera vegetazione oppure solo una porzione. "Dose, volume e deposito definiscono quindi l'efficacia del trattamento".
L'etichetta ci fornisce delle indicazioni importanti e fare i calcoli permette all'agricoltore di stimare le perdite nei trattamenti alle colture arboree in percentuale rispetto al distribuito.
Per quanto riguarda la dose minima, l'utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l'utilizzo dei prodotti fitosanitari a livelli necessari, avendo cura che il livello di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi nocivi.
"Il nuovo Pan prevede alcuni miglioramenti, a tal proposito, per definire i criteri e le modalità che possono consentire il ricorso a dosi di impiego ridotte, rispetto a quelle indicate in etichetta, soprattutto nel caso di trattamenti da effettuare per colture che si sviluppano in altezza e che possono essere caratterizzate da numerose variabili di tipo applicativo" ha concluso Arturo Caponero.
Filiera, sostenibilità e contoterzisti
Il supporto dei contoterzisti nei confronti della sostenibilità in agricoltura e sostenibilità dell'uso dei prodotti fitosanitari è stato al centro dell'intervento di Rossano Remagni Buoli di Uncai, Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali."Il contoterzista, in generale, è fondamentale nei confronti della sostenibilità in agricoltura. Questo perché la capacità di acquistare macchine importanti può soddisfare una platea ampia di agricoltori. Attraverso questa collaborazione, si possono evitare costi inutili permettendo all'agricoltore di investire le proprie risorse nella realizzazione di un prodotto qualitativamente migliore. Questo valore aggiunto aiuta e stimola il contoterzista e l'agricoltore a trovare un punto d'incontro" ha specificato Buoli.
"Perché? Perché proprio per il lavoro che svolgiamo siamo costantemente formati e informati e siamo veicolo di informazione e sensibilizzazione degli agricoltori, ad esempio su aspetti molto tecnici come le scelte su ugelli e pressioni di esercizio ma anche sui prodotti che sono in continua evoluzione e che dobbiamo saper leggere correttamente. Importante anche la nostra collaborazione con gli enti comunali. Esempio è la realizzazione di cartellonistica preparata per sensibilizzare la popolazione. Siamo inoltre l'espressione dell'agricoltura 4.0 grazie agli investimenti in macchine e innovazioni, come i droni impiegati nell'agricoltura a basso impatto. In sintesi, l'agrimeccanico è un individuo che ha una visione diversa dell'agricoltura rispetto a quella dell'agricoltore. I contoterzisti spesso sono tecnici e artigiani che lavorano in collaborazione con gli agronomi e agricoltori e proprio questa interdisciplinarità aiuta ad affrontare e risolvere diverse problematiche" ha concluso Rossano Remagni Buoli.
Misure di mitigazione e rischio in etichetta
Il webinar è proseguito con l'intervento su "Le misure di mitigazione del rischio in etichetta: come e perché applicarle in azienda e applicazioni pratiche (tecnica in cambio di spazio)" a cura di Stefan Otto del Cnr."Le prescrizioni supplementari devono essere rispettate perché l'etichetta è legge. Nelle etichette le misure di mitigazione del rischio sono indicate nella sezione prescrizioni supplementari, dove sono anche indicate le misure per proteggere particolari target".
Ma se i fitofarmaci sono applicati al campo, perché questa attenzione verso organismi acquatici, abitazioni o piante non bersaglio?
"La risposta è semplice. Parte del fitofarmaco può essere trasportato fuori dall'area mettendo a rischio questi soggetti o luoghi".
Il trasporto principale è quello per deriva primaria, ovvero il trasporto del fitofarmaco nell'atmosfera fuori dall'area trattata durante la distribuzione o per ruscellamento, un trasporto del fitofarmaco verso un corpo idrico a causa della pioggia dopo la sua distribuzione.
Si usano quindi dei modelli matematici per calcolare il rischio che prevede anche le misure di mitigazione e portano quindi a delle prescrizioni supplementari.
"Conoscendo la massa trasportata per deriva e la tossicità del fitofarmaco è possibile calcolarne il rischio per diversi organismi non bersaglio. In etichetta, la ricaduta di questo rischio si traduce in una prescrizione supplementare".
Le principali misure di mitigazione della deriva:
- additivi antideriva;
- ugelli antideriva;
- verso del trattamento;
- localizzazione;
- rete antigrandine;
- siepe campestre;
- fascia di rispetto.
Le principali misure di mitigazione del ruscellamento:
- cover crops e inerbimenti;
- incorporazione nel suolo;
- solco;
- wetland;
- scolina vegetata;
- fascia di rispetto.
"Il documento di orientamento, oltre a quantificare l'efficacia delle misure di mitigazione, riporta un metodo per calcolare la mitigazione totale qualora si utilizzino più misure di mitigazione in serie. L'aumento della mitigazione è asintotico: più è alta, più è difficile migliorarla. Attualmente il documento non è stato approvato, quindi non esiste un metodo standard per trattare le misure di mitigazione indicate nelle prescrizioni supplementari. Sul mercato coesistono quindi prodotti con etichette rilasciate in anni diversi e che quindi non sono omogenee. Nel dubbio bisogna ricordare che l'etichetta prevale su ogni cosa" ha concluso Stefan Otto.
La cartellonistica obbligatoria
Francesco Borra di Confagricoltura Milano Lodi e Monza Brianza è successivamente intervenuto sul tema della "Cartellonistica obbligatoria e sulle distanze per le aree vulnerabili e sensibili, informazioni per i residenti e astanti nel nuovo Pan"."Il Pan è il primo tassello per la strategia nazionale per il post Pac 2020. Il nuovo Pan, in fase di approvazione, prevede una riduzione dell'uso e dei rischi derivanti dall'impiego di questo tipo di prodotti nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e le aree agricole adiacenti. L'obiettivo è chiaramente quello di tutelare la salute".
Per quanto riguarda le aree frequentate dalla popolazione, di seguito alcuni esempi, sono state indicate una serie di disposizioni generali.
Le aree:
- parchi;
- campi sportivi;
- aree ricreative;
- piste ciclabili;
- zone di interesse storico, paesaggistico, archeologiche, monumentali;
- cimiteriali;
- cortili e aree verdi all'interno di scuole o parchi giochi;
- strutture civili destinale al pubblico e sanitarie;
- verde ornamentale;
- aree verdi pertinenti ad aree commerciali, produttive del settore terziario, urbane ed extraurbane;
- altre aree individuate dalle autorità competenti.
All'interno di queste aree si potranno utilizzare prodotti autorizzati per l'impiego in aree frequentate dalla popolazione, non classificati pericolosi per la salute, a base di microrganismi o feromoni (in dispenser e in trappola), prodotti per endoterapia, sempre con attenzione alle indicazioni in etichetta.
Le disposizioni generali per i trattamenti permettono l'esecuzione del trattamento fitosanitario durante l'orario di chiusura dell'area, il divieto di accesso con eventuale delimitazione dell'area trattata e l'obbligo di informazione della popolazione attraverso cartelli adeguati e di immediata visibilità.
Sono state quindi riferite le distanze minime che si prevedono nel nuovo Pan per le superfici agricole adiacenti alle aree frequentate dalla popolazione che variano a secondo della pericolosità del prodotto (si parte da 50 m per i prodotti molto pericolosi fino a 15 metri).
Queste misure o limitazioni, in alcuni casi difficili da applicare, possono essere modificate dalle regioni o provincie autonome che possono indicare una serie di misure di mitigazioni o strategie di combinazione di misure di mitigazioni
Pericoli e rischi, l'importanza del dato
Francesca Metruccio dell'International centre for pesticides and health risk prevention dell'Asst Fatebenefratelli - Sacco si è concentrata su "Pericolo e i rischi per la salute degli operatori. Perché è importante il dato in etichetta".Per poter capire tutti i dati in etichetta occorre, prima di tutto, comprendere la valutazione del rischio che si effettua in quattro passaggi principali:
- la caratterizzazione del pericolo;
- la valutazione dose-risposta;
- la valutazione dell'esposizione;
- la valutazione del rischio.
Importante è sempre tenere presente che rischio e pericolo sono due concetti diversi e che "Il pericolo è una caratteristica di una sostanza che rimane sempre uguale mentre il rischio dipende dall'esposizione".
Nell'etichetta, le classi di pericolo possono essere classificate in tre categorie principali:
- fisici;
- salute umana;
- salute ambientale.
(Fonte foto: Francesca Metruccio)
Le indicazioni di pericolo vengono invece codificate dalla lettera H (dall'inglese Hazard) e da tre numeri. Il primo numero identifica il tipo di pericolo (2 = pericolo fisico, 3 = pericolo per la salute umana, 4 = pericolo per l'ambiente), il secondo numero identifica invece il pericolo specifico (es: 10 = molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, 62 = può essere nocivo per i lattanti allattati al seno, 90 = può essere corrosivo per i metalli).
I consigli di prudenza sono invece codificati con la lettera P, che identifica il tipo di frase, un primo numero che identifica il tipo di consiglio (1 = prudenza generale, 2 = prevenzione, 3 = reazione, 4 = conservazione, 5 = smaltimento) e un secondo numero che identifica la frase specifica (es: 63 = evitare il contatto durante la gravidanza e l'allattamento).
Alla valutazione del pericolo (che dose esplica il suo effetto la sostanza) segue la valutazione dell'esposizione. Per questo vengono impiegati dei modelli che forniscono una stima numerica. Il raffronto tra pericolo ed esposizione dà l'entità del rischio.
"La valutazione del rischio avviene tramite algoritmi che forniscono una valutazione prima che il prodotto venga messo sul mercato - ha spiegato Francesca Metruccio, che ha poi concluso -. "Per un utilizzo efficace, sicuro e sostenibile di un prodotto fitosanitario in agricoltura, è necessario quindi rispettare gli usi indicati in etichetta. La stessa sostanza attiva può infatti essere contenuta in prodotti diversi con caratteristiche diverse e pericolosità diversa. Ricordiamo inoltre che una classificazione di pericolo peggiore non significa, per forza, un rischio più alto".
I dispositivi di protezione individuali
L'evento si è concluso con l'intervento di Massimiliano Mochetti di Braglia Srl sui dispositivi di protezione individuale, dpi, utilizzati con lo scopo di proteggere la via cutanea, respiratoria e digerente dell'operatore ed evitare quindi gli effetti dannosi provocati nel corso dell'impiego dei fitofarmaci."I dpi devono essere confortevoli. Le tute devono essere di terza categoria, riportare il pittogramma del rischio chimico EN340 e il marchio Ce. Prendiamo in esempio le tute. Ci sono del tipo usa e getta con cappuccio. Altra tipologia è rappresentata dalle tute riutilizzabili di cotone misto che però hanno una limitazione nell'uso. Possono infatti essere utilizzate per un massimo di quindici o trenta lavaggi. Importante è sempre attenersi all'etichetta".
"Altri dispositivi sono il grembiule, sempre di terza categoria, ma di tipo PB (3) che permette una protezione parziale del corpo per evitare contatti accidentali, e i guanti in nitrile che possono essere sia monouso che riutilizzabile. I guanti sono i primi dpi da indossare e gli ultimi da sfilare. Importante è seguire la procedura nell'ordine corretto".
"Per la protezione delle vie respiratorie, i dispositivi da utilizzare sono le semimaschere o le maschere pieno facciale. Possono avere filtri combinati per la protezione sia delle polveri sia dei vapori. I filtri sono personali e hanno una durata. Per quanto riguarda il viso e gli occhi, i dpi da utilizzare sono la visiera o gli occhiali con protezione laterale. Gli stivali, impermeabili e resistenti alle sostanze chimiche, completano la protezione del corpo. Da indossare sotto la tuta, devono essere in nitrile con suola antiscivolo e all'altezza del ginocchio. Per una completa protezione della testa viene utilizzato, in alcuni casi, anche il casco elettroventilato".
Quando indossarli e le precauzioni d'uso
I dpi idonei, che devono essere certificati Ce e appartenere alla terza categoria, vanno utilizzati in tutte le fasi che prevedono l'uso e la manipolazione del prodotto, in funzione di ciò che è scritto in etichetta, e quindi durante il carico, la miscelazione e il lavaggio dell'irroratrice. "Verificarne l'integrità e manutenerli correttamente è molto importante".
E' importante seguire le indicazioni riportate sull'etichetta e sulla scheda di sicurezza degli agrofarmaci da utilizzare e partecipare a corsi di formazione o ad addestramenti obbligatori.
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Fonte: Agronotizie