In un quadro di accordi tra Ismea e mondo bancario, Unicredit stringe così questa importante intesa e mette a disposizione anticipatamente gli importi dei contributi della Pac. Il credito è accessibile fino a un massimo pari all’ammontare delle 5 annualità previste dal contributo, cioè pari al 100% degli importi attesi. Inoltre, nessuna spesa istruttoria deve essere sostenuta dall’agricoltore che intendesse usufruire di questa opportunità.
L’interesse che il finanziamento richiede è pari al tasso Euribor sui 3 mesi + 0,9%.
Dopo Unicredit, l’idea di dare ossigeno di “pronto effetto” all’agricoltura è stata quindi sposata anche da altri importanti gruppi bancari, quali la Banca Antonveneta, la Banca Popolare Italiana e, fortemente presenti al sud, dove spesso il credito è argomento maggiormente sentito, la Banca dei Due Mari di Calabria, la Banca Nuova e la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata.
Il perché di una soluzione vincente: se da un lato l’agricoltore può contare su di una disponibilità immediata, superando le difficoltà che spesso si incontrano nell’ottenimento di credito e di finanziamenti, i gruppi bancari sono al contempo tutelati nel loro investimento dalla garanzia di recuperare gli importi concessi contando sul finanziamento pubblico, il quale diventa ora anche una garanzia sul credito all’impresa.
Tutto ciò non aumenta certo la complessiva disponibilità economica per l’agricoltura, ma rende possibile l’ottenimento immediato di importi anche consistenti, importi i quali possono fare la differenza tra la decisione di rilanciare la propria attività investendo, oppure quella di dismetterla definitivamente.
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Fonte: Agronotizie