Quando il biogas si integra nell'attività agricola, vengono valorizzati effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali e colture di secondo raccolto. Allo stesso tempo il digestato, sottoprodotto della fermentazione anaerobica e ottimo fertilizzante organico, è il mezzo con cui promuovere un approccio agronomico innovativo, conservativo e sostenibile.

Secondo questi principi, quelli del Biogasfattobene®, si può promuovere l'innovazione e la valorizzazione delle produzioni alimentari di qualità, anche nelle realtà agricole marginali, in un'ottica di economia circolare e sostenibilità ambientale.

In questo contesto nasce il Gruppo operativo SmartGas, finanziato dal Psr della Regione Toscana, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale dei sistemi agricoli toscani favorendo l'efficienza agronomica e migliorando l'integrazione della digestione anaerobica nelle aziende agricole.

Il filo conduttore delle attività messe in campo è l'applicazione delle più innovative soluzioni agronomiche per l'areale toscano, sia di pianura che di collina, per dimostrarne l'efficacia in termini di miglioramento della fertilità dei suoli e, quindi, della sostenibilità dei sistemi agricoli coinvolti.

Infatti, se correttamente applicato, l'approccio Biogasfattobene® consente un incremento delle esternalità positive e dei servizi ecosistemici legati all'introduzione della concimazione organica con digestato, al riciclo dei nutrienti, all'integrazione dei cicli produttivi. In particolare, vengono ridotte le emissioni di gas a effetto serra, migliorate le rese, diversificate le rotazioni, aumentata la biodiversità, ridotto il fabbisogno di input esterni e migliorata la fertilità del suolo. Per approfondire visita la pagina di Farming for future.

Al fine degli obiettivi del progetto SmartGas, nelle aziende partner sono state realizzate diverse prove in campo:
  • valutazione dell'efficienza di utilizzo dell'azoto da parte delle colture (frumento tenero e sorgo) confrontando la concimazione con digestato (C-NPK) con quella chimica (NPK);
  • inserimento nell'avvicendamento colturale di colture "innovative" come la barbabietola a semina autunnale, al fine di verificarne l'adattabilità al contesto pedo climatico a confronto con la classica barbabietola a semina primaverile;
  • indagine della fertilità e della biodiversità a livello di micro e mesofauna terricola confrontando terreni sui quali è stato applicato regolarmente digestato liquido e solido e sui quali è stato effettuato un diverso livello di disturbo del suolo: terreno non lavorato da cinque anni con colture poliennali, terreno lavorato dopo cinque anni di non lavorazione, terreno lavorato ogni anno per la coltivazione di cereali;
  • inserimento di diversi tipi di cover crop invernali (senape bianca, rafano, trifoglio e mix) per la riduzione delle lavorazioni principali e prove di trasemina di mais su coltura di copertura per il contenimento delle infestanti senza utilizzo di prodotti per il diserbo;
  • indagine per la quantificazione dell'efficienza della distribuzione di digestato e miglioramento della fertilità dei suoli per sistemi sia di pianura che di collina.
I risultati preliminari delle diverse prove sono da considerarsi interessanti e rispondenti agli obiettivi del progetto. In particolare, con l'adozione di pratiche conservative, cover crop e semina su sodo è stato possibile notare il miglioramento nella capacità di ritenzione idrica dei suoli e, quindi, un minor rischio di stress idrico per le colture in campo, soprattutto per areali con bassi livelli di piovosità annuale come quelli della maremma toscana.

Inoltre, la barbabietola autunnale ha dimostrato buone rese produttive e buona adattabilità da un punto di vista agronomico e ambientale. Con la semina autunnale, infatti, non sono necessarie irrigazioni e si riducono i trattamenti insetticidi e anticrittogamici. Oltre a questo, la coltura si presta ad essere conservata in campo, consentendo scalarità di utilizzo ed estrema versatilità nella gestione delle rotazioni e della logistica aziendale.

A conclusione del progetto, lo studio del bilancio del carbonio e della fertilità dei suoli, unitamente all'analisi del ciclo di vita con metodo Lca applicato alle aziende partner con integrato biogas, consentiranno di valutare il livello di sostenibilità raggiunto grazie all'adozione delle pratiche innovative che Biogasfattobene® propone anche per l'areale toscano.

Visita la pagina dedicata al progetto SmartGas o chiedi maggiori informazioni ai contatti: fedtosca@confagricoltura.it e info@smartgastoscana.it

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