Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

 

Per un uso consapevole degli agrofarmaci


La serra è un ambiente che impone l'adozione di un approccio specifico al trattamento delle colture. A dispetto del pieno campo, dove gli spazi sono ampi, operare in colture protette prevede di muoversi in ambienti segregati, con limitata capacità di movimento. Questo può portare, da un lato, ad una non corretta applicazione del prodotto, con il rischio di avere un danno alla produttività, dall'altro l'operatore si espone al rischio di entrare in contatto con la miscela fitoiatrica dispersa nell'aria o presente sulle colture, soprattutto se a crescita verticale.

 

Per aumentare l'efficacia della difesa e diminuire al minimo i rischi per l'operatore è necessario seguire tre semplici regole, che si sommano a quelle generali sull'impiego degli agrofarmaci (ad esempio, formazione adeguata, stoccaggio e trasporto in sicurezza, pulizia delle irroratrici, eccetera).

 

I tre passi per trattamenti in serra sicuri ed efficaci sono:

Pianificazione del trattamento e preparazione della miscela

Prima di tutto occorre ricordare che, a differenza del passato, oggi occorre prestare la massima attenzione a trattare esclusivamente quando strettamente necessario. Per questo occorre effettuare continui monitoraggi sulla presenza di insetti dannosi o sulla comparsa di sintomi di malattie, facendosi aiutare eventualmente anche dai Dss, Sistemi di Supporto alle Decisioni, per determinare l'opportunità di intervento.

 

Una volta stabilita la necessità di trattare è bene scegliere l'attrezzatura più idonea. Le tipologie di irroratrici impiegabili in serra sono le più diverse: si passa dalle semplici attrezzature spalleggiate a quelle meccaniche, trainate o semoventi, per arrivare ai sistemi di distribuzione più o meno automatizzati. Ognuna di queste attrezzature ha i suoi pregi e difetti. L'obiettivo da tenere sempre a mente è il raggiungimento della migliore copertura vegetale possibile, con il minor rischio di contaminazione per l'operatore.

 

"È molto importante utilizzare il metodo di distribuzione indicato in etichetta, evitando sistemi che possano compromettere l'uniformità di distribuzione, concentrando ad esempio il prodotto agli estremi della serra, con conseguenti impatti negativi sull'efficacia e la fitotossicità sulle colture", sottolinea Giuseppe Candelino, tecnico di Bayer e agricoltore pugliese.

 

Si sconsiglia, ad esempio, di utilizzare cannoni posizionati all'ingresso della serra per trattare tutta la superficie, in quanto non garantiscono una copertura omogenea e possono dare problemi di fitotossicità e di residui eccessivi sulle colture vicine al cannone stesso.

 

Una volta scelta l'attrezzatura da impiegare si deve procedere alla preparazione della miscela.

Bisogna tenere conto di:

  • Utilizzare gli adeguati Dpi anche nelle fasi di miscelazione.
  • Effettuare le operazioni in un luogo idoneo (piazzale in cemento o piastrellato), lontano da corpi idrici.
  • Seguire correttamente le indicazioni in etichetta.
  • Calcolare i corretti volumi di acqua, in modo da avere abbastanza miscela per irrorare tutta la coltura senza che ci siano eccessivi residui in botte.
  • Effettuare l'inserimento dei prodotti in botte secondo l'ordine corretto.
  • Sciacquare e smaltire correttamente i flaconi vuoti.
  • Valutare le condizioni atmosferiche, ad esempio la temperatura all'interno della serra e il tasso di umidità.
  • Nel caso la serra sia adiacente a luoghi abitati o frequentati da non addetti ai lavori, è necessario segnalare con appositi cartelli data e momento dell'applicazione.
  • Se la miscela viene preparata presso il corpo aziendale, prestare attenzione che nello spostamento non ci siano perdite (chiudere rubinetti e coperchio, controllare che non ci siano gocciolamenti, evitare di attraversare aree abitate o sensibili, eccetera).
  • Se la miscela viene preparata direttamente in campo, devono essere prese tutte le precauzioni per evitare sversamenti accidentali (per esempio telo impermeabile sotto all'irroratrice al momento della miscelazione, corretto trasporto dei fitofarmaci, eccetera).

 

In caso di miscele si consiglia di introdurre i prodotti nel serbatoio secondo la seguente sequenza

In caso di miscele si consiglia di introdurre i prodotti nel serbatoio secondo la seguente sequenza

(Fonte foto: Bayer)

 

"Nella scelta del prodotto fitosanitario da utilizzare è sempre bene tenere in considerazione quanto riportato dai disciplinari di produzione integrata, lo stadio fenologico della coltura, la fase di sviluppo dell'avversità e la strategia di difesa adottata", racconta Biagio Dimauro, ex dirigente della Regione Siciliana che si è occupato proprio di tematiche fitosanitarie nell'area di Ragusa.

 

"Inoltre è sempre bene verificare il meccanismo d'azione e alternare prodotti con Mda differenti, in modo da ridurre al minimo il rischio di insorgenza di resistenze".

 

Applicazione del prodotto fitosanitario con attrezzature ben tarate

Qualunque attrezzatura per l'irrorazione dovrebbe essere correttamente manutenuta e regolata, nonché sottoposta al controllo funzionale, secondo quanto riportato dalla Direttiva 2009/128/CE.

 

Il controllo funzionale periodico, di cui abbiamo parlato in diversi articoli, prevede che l'irroratrice venga controllata per verificarne il corretto funzionamento e l'assenza di perdite. È un tipo di controllo obbligatorio che si deve effettuare esclusivamente presso centri prova autorizzati. L'obiettivo è quello di verificare che la macchina lavori correttamente e che sia sicura per l'operatore.

 

Oltre a questo, l'agricoltore deve effettuare la corretta manutenzione dell'apparecchio, seguendo le specifiche del produttore (ad esempio sostituzione di filtri e guarnizioni, controllo degli ugelli e pulitura, ingrassaggio delle parti mobili, eccetera).

 

Ma la cosa fondamentale è la regolazione della macchina. "La regolazione strumentale, o taratura, prevede di adattare le caratteristiche di funzionamento della macchina alla realtà di campo", ci spiega Dimauro. "L'obiettivo deve essere quello di ottimizzare il trattamento diminuendo il rischio di deriva".

 

Ad esempio, nel calcolo dei volumi di acqua da utilizzare bisogna sempre considerare lo stadio fenologico della coltura. Una pianta di pomodoro all'inizio del ciclo richiede dei volumi completamente differenti rispetto ad una pianta in piena produzione.

 

Occorre poi seguire poche semplici regole:

  • Non esagerare con le pressioni di esercizio. All'aumentare della pressione diminuisce il diametro delle gocce e si produce una nebbia fine che, benché possa dare l'impressione di aderire meglio alle piante, di fatto può facilmente essere trasportata fuori bersaglio da correnti d'aria.
  • Durante il trattamento occorre muoversi sempre in modo da allontanarsi dal getto (a ritroso), avendo cura di non entrare in contatto con le piante già trattate.
  • Occorre sempre essere in due. Il secondo operatore deve agevolare le operazioni di chi si trova in serra, ma deve anche essere pronto ad intervenire in caso di malori del compagno.
  • Se al termine del trattamento resta della miscela in botte questa non va sversata al suolo, ma irrorata sulla coltura partendo dall'area trattata per prima.
  • Al termine del trattamento le attrezzature vanno correttamente lavate e le acque di risulta vanno smaltite correttamente.

 

Biodegradazione degli agrofarmaci: la parola all'agricoltore

 

Utilizzo dei corretti Dispositivi di Protezione Individuali

Un aspetto fondamentale riguarda poi l'impiego dei corretti Dispositivi di Protezione Individuali. "Spesso gli agricoltori sottovalutano l'impiego dei Dpi, che invece sono fondamentali perché maneggiando prodotti concentrati il rischio di contaminazione è più elevato", sottolinea Biagio Dimauro.

 

Sull'etichetta e sulla Scheda di Dati di Sicurezza (Sds) sono riportati i Dispositivi di Protezione Individuali da impiegare.

Possiamo però dare alcuni consigli generali:

  • Utilizzare maschere con filtri A1P2 o A2P2. La prima volta che si acquista un nuovo modello, occorre tenere il conto delle ore di utilizzo e interrompere immediatamente l'impiego non appena all'interno della maschera si sentono cattivi odori o un sapore metallico. Quello sarà il limite massimo di tempo relativo a quello specifico modello di maschera e allo specifico operatore. Alla sostituzione si saprà dunque qual è la vita utile del Dpi e si potrà quindi sostituire la cartuccia appena prima che smetta di funzionare.
  • Se si utilizza una semimaschera occorre utilizzare anche degli occhiali protettivi, che aderiscano bene al volto e che coprano anche l'area laterale.
  • Si consiglia l'impiego di tute usa e getta, almeno di categoria 3 o superiori (ad esempio 1 o 2). La tuta deve avere il cappuccio e non deve presentare strappi o fori per l'aerazione (come alcuni modelli hanno sotto le ascelle).
  • I guanti, in neoprene o gomma di nitrile, devono essere lunghi fino al gomito, resistenti al taglio e impermeabili. Devono essere utilizzati stivali con le stesse caratteristiche.
  • I Dpi devono essere utilizzati sia dall'operatore in serra, che dall'operatore di supporto che sta al di fuori.

 

Ecco come comportarsi, passo dopo passo

Ecco come comportarsi, passo dopo passo

(Fonte foto: Bayer)

 

"Ricordo poi che dopo aver effettuato il trattamento occorre apporre all'entrata della serra dei cartelli che riportano il momento e l'ora dell'applicazione, nonché il lasso di tempo in cui è vietato il rientro", specifica Dimauro. "Questo viene fatto per tutelare la salute degli altri lavoratori dell'azienda agricola, nonché di possibili astanti".

 

Agrofarmaci illegali, un gioco a perdere

Tutte le precauzioni elencate per la tutela dell'operatore, dell'ambiente e del consumatore risultano inutili se in campo vengono utilizzati agrofarmaci illegali. Che si tratti di prodotti autorizzati all'estero, ma non in Italia, o di agrofarmaci contraffatti, il cui contenuto è dunque sconosciuto, l'agricoltore dovrebbe tenersene alla larga.

 

Certo, oggi le aziende si trovano ad operare in un contesto sempre più difficile e utilizzare molecole non consentite può sembrare una scorciatoia facile. Mentre l'acquisto di flaconi di dubbia provenienza, a prezzi bassi, è sicuramente un elemento di attrazione.

 

"Ma utilizzare questi prodotti espone l'azienda e l'agricoltore ad innumerevoli rischi", ci spiega Ignazio Romeo, Vegetables Solutions expert Bayer Crop Science. "Prima di tutto perché l'agricoltore si espone a dei prodotti che non sono autorizzati e possono essere potenzialmente rischiosi per la salute. Inoltre, non si conosce l'effetto che i trattamenti possono avere sulla coltura e, al momento della raccolta, questi possono lasciare dei residui che rendono invendibile la produzione".

 

Secondo Europol, a livello europeo il 10% dei prodotti utilizzati è falso. Si tratta di un fenomeno in espansione, contro cui le autorità competenti stanno lavorando assiduamente. E le multe per chi opera al di fuori delle regole sono salate: da 15mila a 150mila euro.

 

Trattare bene le colture per avere produzioni soddisfacenti

L'utilizzo di agrofarmaci legali e l'impiego di attrezzature funzionanti e ben tarate, garantiscono produzioni soddisfacenti sotto il profilo quantitativo e qualitativo e mettono l'agricoltore al riparo da possibili sanzioni e rifiuti di lotti.

 

Anche l'uso dei corretti Dpi è un elemento cruciale di questo approccio sicuro e consapevole agli agrofarmaci. L'utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali, benché talvolta possa risultare disagevole, permette di tutelare il bene più prezioso di ogni persona, la propria salute. Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.

 

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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line® è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a novembre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus




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