Se ne è discusso a Milano lo scorso 25 e 26 settembre all'interno del convegno "Contoterzismo e applicazione dei droni in agricoltura", interno all'evento Droniytaly, la fiera italiana dei droni, cui hanno preso parte, tra gli altri, Tommaso Maggiore, dell'Università degli Studi di Milano e Giuliano Oldani di Uncai.
Oltre a fare il punto sulle applicazioni dei droni nell'agricoltura di precisione, il convegno ha approfondito il ruolo dalle imprese agromeccaniche, primi responsabili dell’introduzione di innovazioni nei procedimenti colturali e nei macchinari impiegati.
Le tematiche affrontate hanno spaziato dalla concimazione e i trattamenti differenziali resi possibili dai droni, alla possibilità di distinguere e valutare il mais ad uso energetico da indirizzare al digestore anaerobico o ad uso alimentare zootecnico come trinciato, ma anche l'importanza degli Apr in viticoltura, frutticoltura, risicoltura e nella lotta alla piralide.
Nel programma di discussione anche i vantaggi dell'impiego dei droni nei lavori forestali e nei rilevamenti per combattere il dissesto idrogeologico.
"Il drone non è più uno strumento per ricchi, i suoi costi si sono sensibilmente abbassati - spiega Tommaso Maggiore.
Ciò che conta è che il terzista lo introduca, sempre in collaborazione con un agronomo, tra i servizi in grado di fare la differenza sul piano della qualità".
"Il rapporto che lega dottori agronomi, agricoltori e agromeccanici è delicato perché solo sulla loro alleanza si potrà costruire l'agricoltura del futuro - spiega il presidente di Uncai Aproniano Tassinari.
Le dimensioni medie dell'azienda italiana non permettono all'agricoltore di essere autonomo, di acquistare tutte le macchine e assumere tutte le persone di cui avrebbe bisogno, senza compromettere la sua impresa. Qui entrano in gioco gli agromeccanici, gli unici a poter fare un'economia di scala, e i dottori agronomi, professionisti esperti nelle tecnologie agronomiche più sofisticate e moderne”.
Quando l'alleanza manca, può presentarsi un problema politico "come nel caso dei Psr - chiarisce Giuliano Oldani - Gli amministratori locali sbagliano a premiare gli agricoltori in termini di aiuti per l'acquisto di macchinari.
I Psr dovrebbero premiare gli agricoltori che decidono di seguire protocolli agronomici virtuosi, anche se ciò significa esternalizzare le lavorazioni".
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Fonte: UNCAI - Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali