Con un totale di 1 milione e 900 mila trattrici circolanti, l’Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di meccanizzazione al mondo. Secondo i dati Fao, aggiornati al 2006, il Paese detiene da solo il 6,7% del parco macchine mondiale, stimato in 28 milioni e 500 mila unità. Il parco macchine in Italia è del 40% maggiore rispetto a quello della Francia e quasi il doppio rispetto a quello della Germania.
 
Contrariamente a quanto si possa pensare – avverte l’Associazione dei costruttori di macchine agricole Unacoma – l’alto numero di trattrici non è da valutare come un dato positivo, perché è indice di un accumulo di macchine vecchie e di un mancato ricambio “generazionale”. Il mercato interno assorbe infatti meno di 30 mila unità l’anno, e ciò significa che occorrerebbero più di 10 anni per sostituire appena 1/6 del totale delle macchine.
In altri termini, nelle nostre campagne vengono normalmente utilizzate trattrici con 20, 30 ed anche 40 anni di età, e questo rappresenta un fatto negativo in termini di efficienza, affidabilità, eco-compatibilità e sicurezza. Lo ha ribadito il presidente di Unacoma Massimo Goldoni, intervenendo a Roma al convegno “Agricoltura ed impatto ambientale”, promosso dal Gruppo Same Deutz Fahr e tenutosi presso la sala congressi della Camera dei Deputati.
 
“Dobbiamo eliminare un gran numero di vecchie macchine dalle nostre campagne, non soltanto trattrici ma anche macchine operatrici ed attrezzature di ogni tipo, e per questo serve quel sistema di incentivazione che il Governo non è stato ancora in grado di realizzare”. “La stessa preoccupazione che abbiamo nel veder circolare sulle strade automobili degli anni ’70 – ha concluso Goldoni - dovremmo averla al cospetto di un esercito di mezzi agricoli obsoleti, inquinanti e pericolosi per chi con essi lavora”.