Il dialogo lungo la catena di approvvigionamento e con il mondo agricolo, l'integrazione nelle azioni di quella che è, a tutti gli effetti, una mini federazione che abbraccia una parte alimentare (olio d'oliva, olio di sansa, olio da semi, ingredienti per la panificazione, pizzeria e pasticceria, lievito da zuccheri, condimenti spalmabili, farine proteiche senza glutine) con una, invece, ad indirizzo energetico (olio per usi tecnici e biodiesel).
Lavoro complesso quello di Palmino Poli, presidente di Assitol, l'Associazione Italiana dell'Industria Olearia. Lo abbiamo intervistato.
Presidente Poli, quali saranno le linee guida e le sfide del suo mandato?
"Da veterano dell'Associazione, sono convinto che il futuro sia già scritto nel nostro Dna. Assitol è una realtà molto articolata, una mini federazione che mette insieme attività e mondi diversi, che si integrano e si completano tra loro. È da qui che da presidente intendo ripartire. Uno dei miei obiettivi primari è quello di proseguire l'opera dei miei predecessori, che hanno lavorato tenendo insieme tutte le 'anime' dell'Associazione. L'integrazione, negli intenti e nelle azioni, è dunque la strategia più logica per una galassia di settori come Assitol.
Questo significa condividere, confrontarci, trovare soluzioni comuni e realizzarle. È quello che, ad esempio, ho cercato di fare in questi anni con la promozione alle fiere, che ha coinvolto buona parte dei settori rappresentati dalla nostra associazione.
Assitol deve essere aperta a chi condivide la nostra filosofia e la nostra etica, nell'ottica di una rappresentanza a 360 gradi e di possibili sinergie, proficue per l'intera Associazione. Un buon esempio è la recente creazione di Ailma, l'Associazione Italiana Lavorazione Mais Alimentare, il nuovo gruppo che associa aziende produttrici di farine da mais e leguminose, quindi proteine vegetali gluten free. Si tratta di un settore innovativo, che può lavorare in sinergia con altri gruppi, ad esempio in ambito bakery".
Quali azioni potrebbero essere di aiuto per rendere più competitiva la catena di approvvigionamento?
"Per quanto riguarda la competitività della catena di approvvigionamento, è prioritario aumentare la produzione di materie prime agricole, utili per l'industria. La lezione del covid-19 è proprio questa: non possiamo affidarci esclusivamente ad alcuni Paesi fornitori, per giunta lontani dal territorio nazionale; dobbiamo, almeno in parte, poter contare su una produzione nazionale, nell'intento di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
Occorre, quindi, implementare i quantitativi di materie prime agricole in Italia e in Europa, puntando su agricoltura di precisione e ricerca. Assitol è pronta a dialogare su questo tema con tutti gli interlocutori delle diverse filiere interessate, offrendo loro tutto il suo sostegno, come del resto facciamo da tempo col network di Cibo per la mente e con Federalimentare".
Assitol, negli ultimi dieci anni, ha trovato nuovi spazi di attività e visibilità grazie alle fiere. Quali opportunità offrono e come potrebbero essere migliorate?
"L'Associazione, un tempo, si muoveva soprattutto in ambito sindacale. Oggi non è più così. Abbiamo capito, una decina di anni fa, che le fiere e i convegni rappresentano una vetrina straordinaria per le idee e le nostre iniziative, un veicolo di comunicazione e opportunità di dialogo in ambito internazionale.
Faccio un esempio che si riferisce al mio settore di riferimento: gli ingredienti per la panificazione. La scelta di lavorare in partnership con l'Italian Exhibition Group e di essere costantemente presenti al Sigep, il Salone internazionale della panificazione, pasticceria, gelateria artigianali e caffè di Rimini, ha dato ottimi risultati in termini di business e comunicazione. Una presenza, quella alle fiere, importante per tutti i nostri settori e che si è espressa con successo anche a Tuttofood a Milano. Ce l'abbiamo fatta lavorando tutti insieme, e abbiamo ideato momenti di incontro apprezzati da tutti. Siamo riusciti a coinvolgere istituzioni, imprese, associazioni e persino consumatori. In questo modo abbiamo costruito una rete di contatti utile per tutta l'Associazione.
Anche la base associativa si è allargata, grazie al lavoro di promozione svolto in fiera. Inoltre la visibilità che abbiamo ottenuto in tutti questi anni è un patrimonio di cui andare fieri e che dovremo continuare a coltivare. Il futuro è continuare su questa linea, sperimentando le opportunità offerte dalle fiere all'estero".
Siete un'Associazione di industriali: come vi rapportate con il mondo agricolo?
"Assitol vede nel dialogo il primo strumento di confronto con tutti, quindi anche con il mondo agricolo. Sediamo a vari tavoli istituzionali e ci impegniamo con le nostre controparti agricole sia nei ministeri che a Bruxelles, nell'ambito delle confederazioni di settore. Quando abbiamo lavorato insieme promuovendo una linea comune, i risultati positivi non sono mancati.
Collaborando in modo fattivo possiamo rendere sempre più forte il settore agroalimentare, che pesa in modo significativo sul nostro Pil e vanta numeri da record nell'export. Il cambiamento climatico, problema assai serio, richiede che agricoltura e industria dialoghino e noi siamo disposti a farlo".
Assitol è composta da varie "anime". Convivono insieme produzioni alimentari e bioenergie. In che modo? E come, a livello globale, sarà possibile gestire i due elementi del food/feed e delle bioenergie?
"Il mio programma parte proprio dalla consapevolezza che Assitol è, di fatto, una mini federazione, che lavora su tanti fronti diversi e complementari. Al nostro interno sono rappresentati olio d'oliva, olio di sansa, olio da semi, ingredienti per la panificazione, pizzeria e pasticceria, lievito da zuccheri, condimenti spalmabili, farine proteiche senza glutine, olio per usi tecnici e biodiesel. La parte agroalimentare si incastra con quella energetica, e anzi è dalla necessità di ridare una seconda vita ai sottoprodotti di lavorazione che sono nati nuovi filoni produttivi come le bioenergie, legati ad attività più tradizionali. Grazie a questo 'mix', Assitol rappresenta nel complesso circa 20 miliardi di fatturato, le aziende associate danno occupazione, direttamente e tramite l'indotto, a circa 10mila persone.
In virtù della sua storia e della sua composizione, si può ben dire che Assitol rappresenta un esempio di economia circolare, in cui tutto si integra, si reinventa e si orienta verso la sostenibilità. La chiave per il futuro consiste nel mantenere questo equilibrio, aiutati in questo cammino dalle istituzioni".
Viviamo ancora l'onda lunga dei rincari, l'inflazione è in calo ma non è certo sparita dai radar. Quali possibili soluzioni possono essere adottate?
"Assitol non può certo risolvere il problema dell'inflazione. Nel nostro ambito, abbiamo affiancato le imprese associate, che si sono impegnate a mantenere in equilibrio qualità e costi, dimostrando grande senso di responsabilità. Tuttavia, la scarsità di materia prima in alcuni settori, da cui deriva il recente incremento dei prezzi di alcuni prodotti, non può essere colmata solo grazie al contributo delle imprese.
Le tensioni internazionali e le problematiche legate al climate change sono un intreccio pericoloso per la nostra economia: se vogliamo incidere sulle cause, dobbiamo individuare una strategia comune, cooperando con le istituzioni, nazionali ed europee, e coinvolgendo tutti gli attori delle filiere agricole. Ancor di più su questo fronte, dialogo e collaborazione possono essere vincenti".
Palmino Poli, presidente di Assitol, l'Associazione Italiana dell'Industria Olearia
(Fonte foto: Assitol)