La campagna olivicolo olearia 2023-2024 continua a segnalare aumenti per l'olio extravergine di oliva per la nona settimana consecutiva sulle piazze del mercato all'origine rilevate da Ismea. Mentre ieri, 16 gennaio 2024, nelle borse merci di Bari e Milano, si è registrata una completa stabilità dei prezzi tra gli oli di oliva di qualità.
Lo scenario resta caratterizzato da un'annata scarsa, che mantiene elevate ed in aumento le pretese dei produttori olivicolo oleari, ma tanto la crescita delle giacenze in Italia al 31 dicembre rispetto al dato del 30 novembre 2023, quanto il positivo incremento produttivo di olio da pressione in Spagna, avvenuto nel mese di dicembre e reso noto l'11 gennaio 2024 dalle autorità iberiche, tendono a tranquillizzare i mercati all'ingrosso, che in tutta evidenza ora sembrano puntare alla stabilità.
E un appello alla stabilità dei prezzi dell'olio di oliva è giunto ieri anche dal discorso del ministro dell'Agricoltura della Spagna, Luis Planas.
Il ministro ha espresso la sua preoccupazione per la stabilità dei prezzi all'origine e al consumo ed ha sottolineato che, nonostante l'aumento dei prezzi, l'intera filiera ha mantenuto una grande disciplina. Il ministro ha inoltre sottolineato che i produttori devono mantenere il loro impegno e i commercianti devono fidelizzare i consumatori sostenendo prezzi stabili in modo che questi ultimi non smettano di richiedere uno dei grassi vegetali più ricchi e sani, alla base della dieta mediterranea.
Borse merci, prezzi in stand by
Alla Borsa Merci di Bari ieri, 16 gennaio 2024, l'olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4%, titolata in acido oleico, ha confermato i 9,70 euro al chilogrammo sui minimi ed i 9,90 euro sui massimi toccati nella seduta del 9 gennaio, quando si era invece verificato un rialzo di 0,70 euro al chilo sia sui minimi che sui massimi sulla seduta del 12 dicembre 2023.
Sempre ieri la Commissione Olio ha anche messo in quotazione l'extravergine biologico, che è stato quotato al prezzo unico di 10,50 euro al chilogrammo, stabile sul 9 gennaio, quando si era verificato un rialzo di 1 euro al chilogrammo sulla quotazione del 12 dicembre 2023.
Gli Oli Dop Terra di Bari e Igp Puglia, ieri sono stati entrambi fissati al prezzo unico di 10 euro al chilogrammo, stabili sulla precedente seduta del 9 gennaio, quando si era registrato un incremento di 2,60 euro al chilo rispetto ai 7,40 euro dello scorso 13 giugno 2023, ultima seduta nella quale furono quotati questi oli.
Alla Borsa Merci di Milano ieri, 16 gennaio 2024, l'olio extravergine di oliva italiano ha confermato i 9,65 euro al chilogrammo sui minimi e i 9,90 sui massimi raggiunti nella seduta del 9 gennaio scorso, quando si era registrato un incremento di 0,15 euro sulla precedente seduta del 2 gennaio 2024, ma di ben 0,65 euro rispetto alla forchetta di 9,00-9,25 del 19 dicembre 2023, ultima seduta rilevata da AgroNotizie®.
Alla Borsa Merci di Milano il 16 gennaio 2024 anche l'olio extravergine di importazione comunitario conferma i prezzi di 9,40 euro al chilogrammo sui minimi e 9,65 sui massimi rispetto alla seduta del 9 gennaio scorso, quando invece si era verificato un aumento di 0,10 euro al chilogrammo sulla precedente seduta del 2 gennaio scorso. Tali prezzi risultavano più alti di 0,65 euro al chilo rispetto alla forchetta di 8,75-9,00 euro registratasi nell'ultima seduta rilevata da AgroNotizie® il 19 dicembre scorso.
In Italia l'effetto rialzista sui prezzi della nuova campagna olivicola olearia sembra essere così entrato in stand by, nonostante i prezzi all'origine abbiano ripreso a correre.
Prezzi all'origine: nono rincaro della campagna 2023-2024
I prezzi all'origine nell'ultima settimana sono aumentati per la nona volta consecutiva dopo sei settimane di continui ribassi. Secondo Ismea, il prezzo medio nazionale dell'olio d'oliva extravergine alla seconda settimana di gennaio 2024 si è attestato a 9,56 euro al chilogrammo, in ulteriore crescita di 0,15 euro al chilo sui 9,41 registrati nella prima settimana di gennaio 2024 (+1,5%).
Si nota nel grafico sottostante come nell'ultima settimana il prezzo medio nazionale dell'olio Evo sia tornato a crescere ad un tasso più elevato della prima settimana di gennaio e più vicino a quello delle settimane precedenti.
Si tratta in ogni caso del nono aumento del prezzo medio dell'olio Evo dalla quarta settimana di settembre, quando l'Evo all'origine aveva raggiunto un prezzo medio nazionale di 9,13 euro al chilogrammo, per poi iniziare una lunga discesa. Il primo segnale di inversione di tendenza era giunto nove settimane fa, quando Ismea sulla terza settimana di novembre 2023 aveva registrato un incremento di 0,06 euro del prezzo medio nazionale sulla seconda di novembre, che si era così portato da 8,20 ad 8,26 euro al chilo.
Il prezzo medio della seconda settimana di gennaio 2024 riconferma il valore dell'Evo all'origine ben al di sopra dei 9 euro al chilogrammo. Il prezzo medio della seconda settimana di gennaio 2024 risulta maggiore del 58,3% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla seconda settimana di gennaio 2024
(Fonte: Ismea)
I prezzi medi per piazza rilevati da Ismea nella seconda settimana di gennaio 2024, come evidenziato dalla tabella scaricabile dal link sottostante, segnalano una prevalenza di piazze con valori stabili rispetto alla prima settimana di gennaio, anche se costellati da robusti incrementi settimanali sulle piazze in aumento, segnatamente quelle pugliesi di Taranto, Brindisi, Lecce e Foggia, con quest'ultima che crescendo di più raggiunge le tre piazze salentine sullo stesso elevato valore di 9,50 euro al chilogrammo. Tra le piazze a registrare un aumento considerevole per l'Evo anche Ragusa in Sicilia, dove il prezzo è salito a 10,65 euro al chilo.
Prezzi medi per piazza dell'olio extravergine di oliva
(Fonte: Ismea)
In tabella anche alcuni prestigiosi oli Dop e Igp che altresì manifestano stabilità ma su valori molto elevati e tra i quali spicca il Dauno Dop, che invece a Foggia mette a segno una crescita settimanale dell'1,9%.
Italia, previsioni +20% sul 2022
Le stime produttive per l'Italia, elaborate da Ismea in collaborazione con Italia Olivicola e Unaprol e pubblicate il 13 ottobre 2023, indicano una ripresa del 20% per la campagna 2023-2024, nonostante un'annata difficile, condizionata dalla siccità invernale a cui sono seguite le piogge primaverili che hanno provocato in molte aree cascola dei fiori e difficoltà di allegagione.
Secondo i dati rilevati, la produzione potrebbe non raggiungere i livelli medi delle quattro campagne precedenti. I primi dati, infatti, si attestano sulle 290mila tonnellate, con una crescita del 20% rispetto allo scorso anno, non sufficiente a superare il calo dello scorso anno.
Le valutazioni di Ismea trovano una conferma nelle stime quasi sovrapponibili di Assitol, diramate il 10 novembre scorso: 289mila tonnellate, sempre in recupero di circa il 20% rispetto alle 240mila della campagna precedente, ma ben al di sotto delle 350mila tonnellate delle migliori e più recenti campagne.
Giacenze in Italia di Evo al 31 dicembre -25%
In Italia le giacenze di Evo a fine dicembre continuano a rimanere basse: secondo Frantoio Italia - report numero 1 del 2024 - al 31 dicembre 2023 erano appena 176.029 tonnellate, contro le 234.649 del 31 dicembre 2022 (-25%).
L'olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese di dicembre è pari a sole 133.229 tonnellate - in ulteriore ripresa per effetto della nuova campagna sulle 87.288 tonnellate di fine novembre - ma Frantoio Italia avverte: "Nell'ambito dell'Evo è da segnalare il dato della quantità di prodotto di origine italiana che con 133.229 tonnellate risulta inferiore dell'8,9% rispetto al 30 dicembre 2022" quando le giacenze di Evo di produzione nazionale erano attestate a 146.213 tonnellate.
Previsioni e produzione in Spagna al 31 dicembre
Dalla Spagna giungono novità confortanti: la produzione dei frantoi reale cumulata di olio da pressione fornita dal Ministero dell'Agricoltura iberico l'11 gennaio 2024 per il periodo che va dal primo ottobre al 31 dicembre 2023 ammonta a poco più di 584mila e 780 tonnellate, un dato in deciso miglioramento su quello del periodo ottobre - novembre, fermatosi a 262mila e 700 tonnellate, fornito dal Ministero dell'Agricoltura iberico ancora il 21 dicembre scorso. Il tutto mentre la produzione di olio di olive - secondo previsioni del Governo spagnolo di fine ottobre 2023 - dovrebbe essere pari a 766mila e 300 tonnellate a fine campagna.
Questo significa che nella campagna in corso, iniziata il 1° ottobre scorso, la produzione olivicolo olearia del Paese iberico dovrebbe attestarsi al 15,4% in più rispetto al basso raccolto della stagione precedente (poco più di 664mila tonnellate) e il 34% al di sotto della media degli ultimi quattro anni.
Intanto il dato produttivo reale a fine dicembre - diramato l'11 gennaio scorso dalle autorità spagnole - copre ora il 76,31% delle previsioni di fine ottobre. A questo punto per la produzione spagnola sarà decisivo il dato relativo al mese di gennaio 2024, durante il quale è atteso concretizzarsi l'ultimo quarto della produzione olearia iberica prevista sin dallo scorso ottobre.
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