Si complicano le operazioni vendemmiali in Puglia, seconda regione italiana produttrice di vino: all'importante calo produttivo di uva da vino (-50% secondo Cia Puglia), causato dalla peronospora innescata dalle piogge persistenti di maggio e giugno, si aggiungono ora pesanti ribassi dei prezzi dell'uva da vino - che nel tarantino starebbe passando di mano a prezzi pari ad un terzo di un anno fa - e denunciati da Cia Puglia al prefetto di Taranto.
I ribassi dei prezzi all'origine delle uve sono forse collegati ad azioni speculative dei commercianti o alla più scarsa richiesta delle cantine, che iniziano a risentire del rallentamento delle esportazioni, già rilevato da Unione Italiana Vini e Ismea e rilanciata giusto ieri, 17 settembre 2023, da Coldiretti Puglia.
Intanto a Taranto una delegazione di viticoltori pugliesi è stata ricevuta dal prefetto e ha chiesto un più deciso e chiaro intervento del Governo per risollevare le sorti di questa vendemmia, che in Puglia si annuncia con toni non certo da festa.
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Cia, prezzi in calo a Taranto
"Rischia il naufragio la vitivinicoltura pugliese. Per portare in porto questa drammatica stagione serve che il Governo veda lungo e rischiari come un faro una situazione davvero nera". Usa la metafora del mare Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia - Agricoltori Italiani, davanti alle centinaia di partecipanti che nella mattinata del 15 settembre 2023, nei pressi della Prefettura di Taranto, sono arrivati da tutta la Puglia per il sitin in difesa dei produttori di uva pugliesi.
La delegazione Cia Puglia ha consegnato un documento di richieste e proposte al prefetto di Taranto Demetrio Martino. Alla manifestazione erano presenti i parlamentari Mario Turco (M5s) e Vito De Palma (Forza Italia), i consiglieri regionali Massimiliano Di Cuia (Forza Italia) e Antonio Paolo Scalera (Puglia Domani), oltre al vicepresidente Anci Puglia Onofrio Di Cillo e a numerosi sindaci e amministratori comunali del tarantino. La peronospora, in tutta Italia, ha falcidiato e ridotto la produzione. Contando soltanto la Puglia, sono stati irrimediabilmente danneggiati 5mila ettari di vigneti. "E il Governo che fa? Stanzia un milione di euro per l'intera nazione, vale a dire meno di una goccia in un oceano", aggiunge Sicolo.
La denuncia al prefetto
Al prefetto di Taranto, la delegazione Cia Puglia guidata da Sicolo ha consegnato un documento che illustra la drammatica situazione del settore vitivinicolo ed esprime alcune richieste e proposte. "Cia - Agricoltori Italiani di Puglia denuncia la forte speculazione che i commercianti di uva da vino stanno praticando nei confronti dei produttori", si legge nel documento.
"A una perdita di produzione stimata intorno al 50% a causa dei danni causati dalla peronospora - è scritto nel documento -, in questi giorni si aggiunge l'ennesima mortificazione dei viticoltori, messa in atto da commercianti senza scrupoli che stanno proponendo prezzi dell'uva che si attestano intorno a un terzo di quelli praticati lo scorso anno".
"Si tratta di prezzi da fame che non permettono di coprire nemmeno una parte dei costi di produzione che si sono moltiplicati all'inverosimile per gli aumenti di gasolio, energia elettrica, fertilizzanti e concimi, nonché per la necessità di praticare numerosi trattamenti fitosanitari nel tentativo di arginare il dilagare della peronospora e dell'insetto cicalina".
In proposito va detto che i valori rilevati in Borsa Merci Bari, ancora il 12 settembre scorso, apparivano invece di segno opposto, ovvero con valori 2023 ben superiori ai prezzi della vendemmia 2022. Ma evidentemente, con l'andare avanti della vendemmia qualcosa è cambiato nel gioco tra domanda e offerta.
L'Istat nel 2022 ha rilevato per la regione Puglia una produzione di vino pari a 10,8 milioni di ettolitri (+13% sul 2021), la più elevata di sempre e del 40% superiore alla media storica 2012-2021. Le prime stime per il 2023 invece, sembrano delineare una delle vendemmie più difficili degli ultimi 40 anni, a causa della peronospora e degli attacchi dell'insetto cicalina.
Le richieste di Cia Puglia
"La questione legata alle giacenze si ritiene essere solo un alibi per giustificare i prezzi che in questi giorni vengono proposti ai produttori. Pertanto Cia Puglia chiede a tutte le istituzioni e agli enti preposti di effettuare i dovuti controlli per verificare le reali giacenze nelle cantine".
L'organizzazione agricola inoltre chiede controlli capillari sulle cantine al fine di evitare che molta uva da tavola invenduta possa essere da queste utilizzata per la produzione di vino. "Si tratterebbe di un'ulteriore grave speculazione ai danni dell'uva da vino. Una speculazione che drogherebbe ulteriormente il mercato. Anche per l'uva da vino, come avvenuto per altre produzioni, serve responsabilizzare tutta la filiera affinché responsabilmente vengano praticati prezzi ai produttori equi e che riconoscano i sacrifici che i viticoltori compiono in una intera annata". Il timore diffuso è che commercianti e mediatori di campagna possano fare cartello per tenere artificiosamente basso il prezzo dell'uva da vino da corrispondere agli agricoltori.
Coldiretti Puglia, 5 milioni di ettolitri di vino fermi in cantina
D'altro canto sono oltre 5,3 i milioni di ettolitri di vino fermi nelle cantine pugliesi anche per effetto del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei a causa della guerra in Ucraina e la riduzione del potere d'acquisto dei consumatori.
È quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del report Cantina Italia n 8/2023 dell'Icqrf, Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressioni frodi, del Ministero dell'Agricoltura e che denuncia un aumento del 25% delle giacenze di vino Dop salite quasi a 1 milione di ettolitri, per cui si chiedono misure specifiche sia di livello regionale, ma anche iniziative di livello nazionale e comunitario, da concordare con l'intera rappresentanza della filiera, dando seguito alla pianificazione e alla regolamentazione di nuovi impianti con scelte varietali coerenti alle vocazioni dei territori e alle potenzialità commerciali, con il via al catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia. La progressione delle giacenze in Puglia va avanti da un po' di tempo ed è già stata analizzata nella scorsa primavera in questo articolo.
Ma la vendemmia 2023 in Puglia - denuncia Coldiretti Puglia - paga anche il conto degli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici che hanno caratterizzato il 2023, per cui le quantità risultano in calo di almeno il 25%, secondo una stima Assoenologi, Ismea e Uiv per il 2023 con la collaborazione di Masaf e regioni, ma qualità eccellente. La produzione pugliese - sottolinea la Coldiretti regionale - dovrebbe scendere dunque intorno ai 7,6 milioni di ettolitri, facendo entrare il 2023 fra i peggiori anni della storia del vigneto Puglia.
"Servono misure per il riequilibrio del mercato come l'attivazione dello schedario vitivinicolo, quale strumento fondamentale conoscitivo delle produzioni regionali", afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare la necessità dell'applicazione "degli strumenti di gestione delle Do-Ig quali la riduzione delle rese per ettaro delle produzioni a Igp della nostra regione, l'eliminazione delle deroghe produttive per i vini comuni con rese sopra le 30 tonnellate per ettaro, la valutazione della fattibilità di ipotesi di sospensione della concessione delle autorizzazioni per nuovi impianti, ma anche la necessaria applicazione di una misura di distillazione, per alleggerire le attuali giacenze di magazzino e una possibile verifica di una misura per lo stoccaggio", insiste il presidente Cavallo.
Coldiretti Puglia chiede il sostegno ad iniziative commerciali che vadano a stimolare i consumi oggi rallentati ed in estrema ratio l'attivazione della distillazione d'emergenza per soli vini Dop e Igp per liberare le cantine di vino dell'annata precedente, anche attraverso norme di flessibilità per l'Ocm, come l'aumento percentuale di contribuzione sulle singole misure, o la possibilità di modifiche strategiche dei progetti anche con varianti al ribasso per la riduzione dei budget inizialmente previsti.