Sono più di 7 milioni gli ettolitri di vino fermi nelle cantine pugliesi al 30 aprile 2023 secondo quanto rilevato dal Report n. 5 di Cantina Italia, redatto dal Dipartimento dell'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (Icqrf) per conto del Ministero dell'Agricoltura. Secondo Coldiretti Puglia le case vitivinicole pugliesi pagano con maggiori giacenze l'effetto del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei a causa della guerra in Ucraina e la riduzione del potere d'acquisto dei consumatori.
In Puglia, seconda regione d'Italia in fatto di giacenze di vino dopo il Veneto, a preoccupare è il dato della crescita su base annuale: erano ferme al 30 aprile 2022 ad oltre 3,7 milioni di ettolitri e sono cresciute in un anno esatto di 289.627 ettolitri: in 12 mesi +4,3%. A soffrire di più i vini Igp: con oltre 3,9 milioni di ettolitri a fine aprile 2023 rappresentano il 55,6% delle giacenze.
E anche se il dato complessivo della crescita delle giacenze in Puglia è addirittura meno grave di quello nazionale, che cresce in un anno del 5,3%, è stato comunque oggetto di un incontro lunedì 22 maggio 2023 tra l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia e le organizzazioni agricole. Una riunione durante la quale sono state accolte in sostanza le proposte di Coldiretti Puglia.
"Un incontro proficuo in cui ho manifestato la ferma volontà della Regione Puglia di sostenere il comparto vitivinicolo pugliese che in questo momento sta facendo i conti con il problema di un prodotto di altissima qualità ma purtroppo fermo in cantina, anche proponendo modifiche alla normativa vigente in materia e con azioni di controllo delle produzioni secondo i disciplinari condivisi" ha detto l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Pentassuglia, a margine della riunione del 22 maggio scorso del Comitato Vitivinicolo Regionale.
Nell'incontro si è discusso proprio della questione delle giacenze - che vedono coinvolte talune tipologie di vino e vitigni - e, in generale, delle possibili scelte finalizzate all'adeguamento della produzione e dell'offerta di vini di qualità alla domanda in evoluzione, in uno scenario che segna il passo anche in diverse altre realtà regionali ed europee.
"Abbiamo condiviso che si tratta di situazioni che originano da condizioni strutturali e che richiedono soluzioni complesse, agendo su più fronti e con iniziative convergenti - ha sottolineato l'assessore Pentassuglia -. Flessioni di mercato sui consumi e il cambio della tipologia dei prodotti pugliesi richiedono nuovi approcci di sistema, in particolare sulle produzioni viticolo enologiche a indicazione geografica, che è la fascia commerciale maggiormente interessata dalla congiuntura economica".
Infatti, le giacenze dei vini ad indicazione geografica in Puglia sono cresciute di 187.854 ettolitri negli ultimi 12 mesi (+5,05%): un dato maggiore di quello complessivo, un campanello d'allarme. E su tanto sono state ascoltate le istanze degli operatori e affrontate questioni legate alla situazione congiunturale.
"Dall'incontro con tutti gli attori della filiera è emersa la piena condivisione di agire per una modifica delle rese contenute nei disciplinari di produzione di queste tipologie di vini - ha affermato Pentassuglia - e di approfondire le valutazioni circa l'opportunità di mantenere le deroghe alla resa massima di uva ad ettaro attualmente previste, in quanto valori non più in linea con le mutate esigenze del mercato". Questo ultimo riferimento di Pentassuglia è alla resa massima di uva ad ettaro prevista per i vini comuni, recentemente rivista al ribasso, ma con alcune deroghe regionali, tra queste molte riguardano la Puglia.
Tornando sui vini a indicazione geografica Pentassuglia ha aggiunto: "Si tratta di un percorso che, come Regione, porteremo avanti, fermo restando i requisiti obbligatori di modifica previsti dalle norme, sulla base della richiesta supportata da una rappresentatività del 20% dei vitivinicoltori pugliesi e che coinvolga almeno una pari percentuale di superficie vitata per la denominazione da modificare".
L'assessore ha chiesto a tal proposito al Comitato di far pervenire le loro proposte finalizzate alla diminuzione delle rese sì da redigere e poi adottare un provvedimento con il quale chiedere al Ministero la modifica dei disciplinari di produzione così come previsto dalla normativa in materia di vini di qualità.
Tra le azioni concrete già realizzate a livello nazionale vi sono quelle dell'ammissibilità della tipologia di investimenti per la spumantizzazione, d'ora in poi strutturale, in quanto finanziati con le risorse dell'Ocm Vino, e della costante attenzione all'attività di promozione delle eccellenze regionali, favorendo l'incontro tra gli operatori e i principali buyer nazionali ed esteri.
"Per quanto riguarda le misure da intraprendere a livello regionale - ha aggiunto Pentassuglia - ho già dichiarato la piena disponibilità da parte della Regione, in tempi snelli e celeri con un provvedimento, ad accompagnare e valutare tutte le iniziative che le organizzazioni del settore e la filiera, adeguatamente rappresentata, vorranno presentare nel rispetto delle disposizioni ministeriali attualmente vigenti, i cui effetti potremo vedere dalla successiva campagna vitivinicola, in un'ottica di efficienza e sostenibilità economica, tutelando così le imprese, la qualità delle loro produzioni oltre alle nostre specificità e peculiarità territoriali".
Regione Puglia ha poi attivato un gruppo di lavoro tra i diversi uffici regionali, che si avvale di un supporto tecnico scientifico e di analisi dei dati del settore e del mercato. E ha promosso anche l'avvio di azioni di sperimentazione su vitigni e areali di coltivazione, per un più stretto legame tra produzioni autoctone e territorio.
"Sono soddisfatto dei risultati del tavolo odierno - ha concluso l'assessore - e, soprattutto, dell'unità di intenti e obiettivi da perseguire per la tenuta e la valorizzazione di un settore straordinario come il comparto del vino. Interventi normativi e regolativi a livello regionale e nazionale, insieme a strategie mirate che tutelino e valorizzino i nostri prodotti e le potenzialità commerciali dei nostri vitivinicoltori, possono sicuramente essere soluzioni efficaci nel medio lungo periodo".