In Sicilia c'è ancora molto da fare per riattivare la pur imponente dotazione infrastrutturale irrigua. Se sullo sfondo si staglia l'importante proposta di riforma dei consorzi di bonifica e irrigazione dell'Isola, deliberata dalla Giunta della Regione Siciliana pochi giorni fa su proposta dell'assessore regionale all'Agricoltura Luca Sammartino ed in attesa di un esame dell'Assemblea regionale siciliana, resta in tutta evidenza il problema dell'emergenza quotidiana, legato alla gestione di invasi ed impianti irrigui.
E se si muove qualcosa nell'Agrigentino, dove l'Autorità di Bacino della Sicilia ha appena approvato i piani di gestione per due importanti invasi ad uso irriguo, resta dura la condizione degli invasi di Lentini, Ogliastro e Pozzillo: nel primo l'acqua c'è, ma mancano le strutture per sollevarla, negli altri due l'acqua manca e Cia - Agricoltori Italiani Sicilia Orientale chiede al Governo regionale un intervento per scongiurare quella che si annuncia come una stagione irrigua dagli esiti disastrosi, complice anche il gran caldo, che nei prossimi giorni dovrebbe aumentare.
Siccità, un fenomeno ultradecennale
La siccità in Sicilia è un fenomeno che ormai va avanti da oltre un decennio e, grazie alle piogge degli ultimi mesi, non sembrava essere peggiorata. Ma i volumi invasati dai 29 laghi a gestione pluriennale della Sicilia, frutto per lo più di sbarramenti su fiumi, non lasciano adito a dubbi circa una situazione di crisi potenziale: su una capacità di invaso pari a complessivi 984,75 milioni di metri cubi, al 1° giugno scorso - secondo i dati resi disponibili dall'ultimo Bollettino del Dipartimento Regionale dell'Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia - erano invece presenti 520,82 milioni di metri cubi, l'11% in meno dello scorso anno.
Pertanto, sull'Isola, è ora una corsa per trovare le soluzioni d'emergenza per evitare una stagione irrigua drammatica, anche in considerazione del fatto che molti bacini irrigui hanno acqua captata anche per usi civili.
Regione Siciliana, approvati piani gestione di due dighe
In una nota della Regione Siciliana di qualche giorno fa si legge: "L'Autorità di Bacino della Presidenza della Regione ha approvato il Piano di gestione della Diga San Giovanni e del cosiddetto Laghetto Gorgo, entrambi nell'Agrigentino. La prima, che sbarra il Torrente Naro, si trova nel comune omonimo, il secondo invece, costruito lungo il Fosso Gurra, sorge nel territorio di Montallegro. Un altro passo importante per la dotazione idrica di due invasi destinati ad uso irriguo, che consentirà un più efficace utilizzo e maggiori quantitativi d'acqua a disposizione degli agricoltori della zona".
Il via libera al Piano di gestione della Diga San Giovanni, che presenta una capacità d'invaso totale di 16,30 milioni di metri cubi, consentirà un quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione dell'impianto.
Il documento prevede inoltre la rimozione del sedimento nell'area dello scarico di fondo attraverso un'attività di sfangamento per un volume di circa 27mila metri cubi. Stessi interventi anche per il Laghetto Gorgo, capacità totale 3,4 milioni di metri cubi d'acqua, con l'obiettivo di conseguire nel tempo il ripristino della capacità utile originaria dell'invaso, proteggendola da fenomeni d'interrimento.
Il progetto di gestione dei due invasi è stato affidato al Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Siciliana e avrà validità decennale, con l'obbligo per il gestore di presentare un aggiornamento ogni qualvolta mutino in modo sostanziale le condizioni.
Cia Sicilia Orientale: "Serve Piano di emergenza"
Ma proprio mentre nella Sicilia Sud Occidentale pervengono questi interventi, è dalla Sicilia Orientale che parte un allarme senza mezzi termini: "Bisogna intervenire subito - affermano Francesco Favata e Giosuè Catania, rispettivamente presidente e coordinatore di Giunta della Cia - Agricoltori Italiani Sicilia Orientale - per scongiurare la difficile condizione di migliaia di aziende agricole che non riceveranno alcun servizio perché le dighe sono semivuote, o come in alcune zone, prive di condotte o con reti fatiscenti sino a tal punto che da anni diventa un sogno veicolare l'acqua verso le colture".
A Lentini l'acqua c'è ma non si può sollevare
Favata e Catania denunciano, in particolare "L'ennesimo paradosso dell'Invaso di Lentini che, nonostante abbia accumulato acqua a sufficienza, non si riesce a sollevarla per il disuso totale di tutti gli impianti di sollevamento senza che si sia intervenuto a tempo debito, con i conti pignorati e gare sui lavori di manutenzione che vanno deserte per crediti accumulati dalle ditte e non pagati".
Un vero peccato, perché quello di Lentini, in provincia di Siracusa, è un lago formato da un impluvio naturale, alimentato dalle piogge, che ha una capacità di ben 134,55 milioni di metri cubi. E che al 1° giugno scorso, dopo l'arrivo delle piogge di maggio, era forte di 100,07 milioni di metri cubi d'acqua, come riporta l'ultimo Bollettino del Dipartimento regionale dell'Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia.
Pozzillo e Ogliastra, dove l'acqua è poca
Ma c'è anche dove l'acqua manca o è insufficiente: "L'invaso di Pozzillo con una insufficiente disponibilità di acqua e l'Ogliastro quasi vuoto rendono complessa e difficile la stessa stagione irrigua" sottolineano i vertici di Cia Sicilia Orientale.
L'invaso di Pozzillo si trova al centro della Sicilia, nel territorio di Enna, a un paio di chilometri da Regalbuto ed è un invaso sotteso all'omonima diga che sbarra il Fiume Salso. La capacità tecnica dell'invaso - un'opera imponente che risale agli Anni Cinquanta del secolo scorso - è di ben 150 milioni di metri cubi, ma al primo giugno 2023 ve ne erano solo 28,91 milioni, contro gli oltre 67,31 milioni di metri cubi dello stesso mese del 2022.
Non può dirsi migliore la condizione dell'invaso Ogliastro, formato dalla diga Luigi Sturzo che sbarra il fiume Gornalunga tra i comuni di Aidone e Ramacca e che segna il confine tra le province di Enna e Siracusa: capacità 110 milioni di metri cubi d'acqua, ma con appena 26, 62 milioni di metri cubi di risorsa al 1° giugno scorso, contro i 38,76 milioni dello scorso anno.
Le richieste di Cia a Palermo
"Chiediamo un intervento urgente dell'assessore all'Agricoltura per disporre dei finanziamenti necessari e determinare l'operatività dei consorzi di bonifica - evidenziano Favata e Catania - mesi fa avevamo chiesto un Piano di emergenza che oltre ad una verifica puntuale dello stato dell'arte, individuasse gli interventi urgenti da effettuare per incrementare le risorse idriche, razionalizzarne l'uso ed accelerare allo scopo le opere di manutenzione necessarie al collegamento tra le reti".
"L'incertezza sulla nuova campagna irrigua ormai reale, preoccupa fortemente le aziende agrumicole e, in particolare, le aziende orticole. Lo stato di fatto per colture importanti del nostro territorio significherà mancanza di reddito e diffusa disoccupazione di mano d'opera oltre che impoverimento del tessuto economico" affermano preoccupati Favata e Catania, che sostengono il progetto di riforma recenemente varato dalla Giunta regionale.
"Ma gli aspetti preliminari e gestionali - sottolineano i vertici di Cia Sicilia Orientale - vanno affrontati con urgenza e trasparenza, perché nessuna gestione democratica potrà sopperire a un passato di pessima gestione se non si affronta con determinazione lo stato attuale dei consorzi di bonifica in tutte le sue sfaccettature".
"Il Governo regionale sia all'altezza del compito - concludono Francesco Favata e Giosuè Catania - per far sì che possa generarsi nel campo della bonifica un cambio di passo che gli agricoltori aspettano con pazienza da alcuni decenni".