All'inizio di ogni anno i produttori di pomodoro da industria attendono con una certa ansia la stipula del contratto quadro di area per il Bacino del Nord e del Centro Sud Italia. Si tratta di un documento, frutto del confronto tra agricoltori e trasformatori, che fissa le condizioni per la vendita del pomodoro da industria dalle Op alle imprese di trasformazione, nonché eventuali penali (ad esempio per il verde o lo spaccato) e bonus (ad esempio per il grado Brix elevato). A margine del contratto, viene anche stabilito il prezzo di riferimento per la materia prima che verrà applicato a livello di area geografica.

 

Di solito dopo ogni accordo gli agricoltori si dicono scontenti per i valori raggiunti, troppo bassi per remunerare correttamente il loro lavoro. Dal canto proprio l'industria afferma di aver offerto il prezzo massimo possibile. In questo articolo cerchiamo di capire quali sono i meccanismi che portano alla formazione del prezzo, ma anche quali sono gli attori coinvolti e il quadro normativo di riferimento.

 

 

Ocm Ortofrutta e ruolo delle Op

Per capire quali sono i meccanismi che portano alla formazione del prezzo occorre fare un passo indietro, andando alla nascita dell'Ocm Ortofrutta, l'Organizzazione Comune del Mercato. L'Ocm è una politica specifica dell'Unione Europea, all'interno della Pac, che ha come obiettivo quello di regolare specifici mercati.

 

L'Ocm Ortofrutta ha come scopo primario quello di potenziare la competitività e l'orientamento al mercato, la riduzione delle fluttuazioni del reddito, l'aumento del consumo di ortofrutticoli e la protezione dell'ambiente. Elemento centrale sono le Op, le Organizzazioni dei Produttori, soggetti che raggruppano singoli agricoltori al fine di aumentarne la forza contrattuale sul mercato, ma sono anche incaricati di gestire i fondi dell'Ocm per migliorare e stabilizzare il settore.

 

Ogni Stato membro infatti elabora una strategia nazionale in materia di programmi operativi sul mercato ortofrutticolo e le Op ricevono dei fondi per il loro ruolo svolto nell'attuazione di tali programmi. Tra gli interventi per la gestione delle crisi ci può essere ad esempio l'indennizzo per la mancata raccolta. Ma fondi sono stanziati anche per la promozione, la formazione, l'assicurazione del raccolto e altro ancora.

 

Le Op, a cui tutti i produttori di pomodoro da industria sono incoraggiati ad aderire, sono uno dei due interlocutori che concorrono alla definizione del prezzo. Ma sono anche lo strumento attraverso cui gli agricoltori accedono alle varie misure di sostegno previste dalla Pac (come il pagamento accoppiato).

 

I soggetti coinvolti nella contrattazione

La contrattazione per la definizione del prezzo del pomodoro da industria avviene dunque tra le Op, divise tra Bacino del Nord Italia e del Centro Sud, e Anicav, l'Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali. Un'Associazione, all'interno di Confindustria, che riunisce le aziende private che operano nel settore della trasformazione e della conservazione dei prodotti vegetali. Inoltre partecipano anche alcune aziende che aderiscono a Confapi, la Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata. In fondo all'articolo elenchiamo i nomi delle Op e delle aziende di trasformazione registrate ad inizio 2023.

 

Elemento di garanzia del corretto funzionamento della contrattazione sono le Oi Pomodoro da Industria (una per il Nord Italia e una per il Centro Sud), anche se non entrano direttamente nel confronto tra Op e industria. Le Oi associano produttori e trasformatori nei rispettivi Bacini, aventi pari diritto di voto, e hanno l'obiettivo di "rafforzare la posizione competitiva del sistema produttivo del pomodoro del Nord Italia favorendo il confronto, il coordinamento e la cooperazione tra i soggetti della filiera, tenendo conto anche degli interessi dei consumatori finali".

 

La contrattazione tra produttori e trasformatori

Ad inizio anno i rappresentanti dell'industria di trasformazione, raccolti in Anicav, e quelli delle Op si incontrano per trovare un accordo sui volumi da produrre per l'annata in corso e la remunerazione base che sarà riconosciuta agli agricoltori.

 

Il confronto è spesso duro e lungo e soprattutto al Centro Sud non è raro che l'accordo venga stipulato a campagna in corso. L'accordo sfocia nella definizione di un contratto quadro d'area (uno per il Nord e l'altro per il Centro Sud) in cui viene definito il prezzo del pomodoro, sia biologico che convenzionale.

 

Sempre nel contratto vengono stabiliti i parametri per valutare la qualità del pomodoro e come vengono effettuati i controlli. Si definiscono regole comuni per la raccolta e il trasporto, eventuali penali nel caso in cui i pomodori siano verdi, oppure marci o spaccati. Ma ci sono anche bonus, ad esempio per il grado Brix.

 

I punti di attrito riguardano soprattutto il prezzo di vendita. Le Op infatti mettono sul tavolo le problematiche di categoria: costi di produzione elevati, mancanza di manodopera, cambiamenti climatici, carenza di acqua, problemi fitosanitari, eccetera. Mentre i trasformatori illustrano le loro problematiche: rapporti squilibrati con la Gdo, crescita dei costi di produzione, conferimenti non in linea con la qualità richiesta, eccetera.

 

"Questo sistema di contrattazione e il lavoro svolto dalle Oi Pomodoro da Industria sono un unicum in Italia e permettono di pianificare le produzioni, sia agricole che industriali, diminuendo per quanto possibile il grado di rischio per gli operatori", spiega Gabriele Canali, professore di Economia Agro-Alimentare presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e consulente scientifico proprio dell'Oi Pomodoro da Industria Nord Italia.

 

"Soprattutto al Nord le aziende di trasformazione e le Op sono in grado di definire il prezzo di riferimento di norma entro fine febbraio, permettendo quindi agli agricoltori di ordinare le piantine in vivaio e programmare la produzione. Ma questa contrattazione permette anche alle aziende trasformatrici di prevedere i volumi da lavorare e pianificare l'operatività".

 

La contrattazione di secondo livello

Dopo la definizione del contratto quadro ogni Op stipula con l'azienda trasformatrice un contratto di fornitura (il contratto vero e proprio), che deve avere come punto di partenza quanto deciso a livello di Bacino. Tali contratti sono poi vagliati dall'Oi che, come soggetto terzo che opera garantendo la massima riservatezza sui contratti, verifica che ciascuno di essi sia coerente con il contratto quadro.

 

"Come Organizzazione Interprofessionale verifichiamo che ogni singolo contratto stipulato tra le aziende di trasformazione e le Op sia conforme a quanto previsto dall'accordo quadro d'area Nord Italia", spiega Tiberio Rabboni, presidente dell'Oi Pomodoro da Industria Nord Italia. "Facciamo sia un tipo di controllo di conformità, che di congruità. Nel primo caso ci accertiamo che nel contratto ci sia tutto quello che ci deve essere: che ad esempio siano riportati i termini di pagamento, le garanzie, le premialità, le rese medie per Op, le retribuzioni del trasporto e altro ancora".

 

Le premialità possono riguardare ad esempio il grado Brix elevato o il basso indice di difetti e scarti. Mentre sono previste decurtazioni del prezzo nel caso in cui i pomodori verdi, rotti o marci superino una certa percentuale, nel caso in cui ci siano troppi corpi estranei o in caso di mancata consegna o mancato ritiro del quantitativo contrattato.

 

"Il controllo di congruità ha lo scopo di verificare che vi sia una corrispondenza corretta tra le superfici destinate a pomodoro dall'Op, le loro effettive rese ad ettaro e la quantità di prodotto contrattata. Per quanto riguarda l'Industria, verifichiamo la corrispondenza tra il contratto e l'effettiva capacità degli impianti di trasformazione", continua Rabboni. "In questo modo si assicura una corretta attuazione dei contratti e si prevengono situazioni di mancanza di pomodoro o viceversa di surplus, fenomeni deleteri sia per la parte agricola che per quella industriale".

 

I contratti sono vincolanti per tutte le parti, ma talvolta ci sono aziende, sia agricole che di trasformazione, che provano a giocare fuori dagli schemi. "Il sistema dell'Oi Nord Italia funziona perché rappresentiamo il 100% delle industrie trasformatrici e dei produttori e siamo in grado di mantenere un clima di fiducia tra le parti", continua Tiberio Rabboni. "Noi ci poniamo a garanzia del corretto funzionamento del sistema e svolgiamo anche un ruolo di vigilanza e di moral suasion per quelle aziende che non si comportano in maniera corretta".

 

Ovviamente, operando in un settore dove vige un alto grado di incertezza sono previsti dei meccanismi di flessibilità, sia del prezzo che delle quantità. Condizioni climatiche anomale possono infatti portare una Op a non poter consegnare i volumi previsti o ad avere prodotti di qualità inferiore rispetto a quanto concordato. Ma vale anche il contrario, condizioni ambientali benevole possono giocare a favore dei produttori.

 

Le cose sembrano funzionare meno bene per quanto riguarda il Bacino del Centro Sud, dove gli accordi sul prezzo arrivano spesso a campagna già iniziata e talvolta vi è una contrattazione che porta ad un pezzo base molto distante rispetto a quello riconosciuto a fine campagna. Ad esempio, nel 2022 il prezzo del pomodoro lungo era stato fissato a 140 euro alla tonnellata, ma poi in campagna si era arrivati a 210. Tutto questo porta ad un clima di sfiducia che rende il sistema poco efficiente e aumenta il grado di incertezza per gli operatori.

 

Programmazione agricola industriale, un modello vincente

Ma perché è stato creato questo sistema complesso di definizione di prezzi e quantità e non si è invece lasciato al mercato il compito di trovare un equilibrio? "Innanzitutto questa forma di contrattazione è comunque un meccanismo di mercato. Senza questi strumenti di contrattazione il livello di incertezza del sistema sarebbe molto elevato e questo penalizzerebbe sia l'industria che la parte agricola", sottolinea Canali.

 

"Per gli industriali sarebbe difficile programmare le attività di trasformazione, come per gli agricoltori sarebbe complicato pianificare gli ettari da trapiantare o avere un controllo delle marginalità. Senza contare che si assisterebbe ad un andamento dei prezzi imprevedibile, con quotazioni molto basse in anni di produzioni abbondanti e invece prezzi elevati in annate di scarsità".

 

Insomma, affinché il settore del pomodoro da industria lavori correttamente è bene che le quantità e i prezzi siano contrattati precocemente. E anche l'Unione Europea, attraverso la Pac e l'Ocm Ortofrutta, sostiene questi accordi proprio per tutelare in primis gli agricoltori, che sono la parte più debole della filiera.

 

"Il sistema funziona, ma è fondamentale che l'accordo a livello di Bacino venga preso il prima possibile, e non oltre fine febbraio, solo così per l'agricoltore è possibile pianificare liberamente le attività", conclude Gabriele Canali. "Quando invece l'accordo arriva tardi, a campagna già iniziata, parte del valore viene perso e c'è il rischio di ritrovarsi a dover gestire un'annata decisamente più difficile".

 

Elenco delle Op e delle aziende di trasformazione

Di seguito riportiamo l'elenco delle Op e delle aziende di trasformazione operanti nel Bacino del Nord e del Centro Sud.

 

Al Nord tra le Op troviamo: Aef, Ainpo, Apo Conerpo, Apol, Asipo, Asport, Cico, Cio, Minguzzi, Op Ferrara, Terremerse, Poa e Verde Intesa.

 

Al Centro Sud invece troviamo queste Op: Agriverde, Agrogens, Alma Seges, Aoa, Apo Caserta, Apo Gargano, Apoc Salerno, Apod, Apom, Apopa, Asport, Assodaunia, Centrale Ortofrutticola di Tarquinia, Concoosa, La Palma, Mita, Agorà, Assofruit Italia, Giotto, Natura Dauna, Paco, Terra Orti, Ortofrutta Sol Sud, San Lidano.

 

Sul fronte della trasformazione troviamo invece le seguenti industrie: Agriconserve Rega, Alfonso Sellitto, Aom Conserve Alimentari, Benincasa, Bio Verde, Calispa, Carlo Manzella, Casar, Cav. Uff. Grimaldi, Cb Cotti, Commerciale Export, Compagnia Mercantile d'Oltremare, Conditalia, Conserve Italia, Conserve Manfuso, Consorzio Casalasco del Pomodoro, Coppola, Davia, De Clemente Conserve, Della Peruta Vincenzo, Desco, Di Leo Nobile, Emilio Marotta, Emiliana Conserve, Enrico Perano, Eugea Mediterranea, F.lli D'Acunzi, F.lli Ruggiero, F.lli Voza, Feger, Felice Conserve, Fiordagosto, Fpd, Franzese, Fruttagel, Futuragri, Giaguaro, Gravina Conserve, Greci Industria Alimentare, Gruppo Alimentare Castellano, Gruppo Fini, Imca, Italfrutta, Italtom, Italian Food, La Casareccia, La Cesenate, La Doria, La Rinascita, La Rosina, La Silentina, La Torrente, La Vera Napoli, Le Specialità Italiane, Le Due Valli, Menu, Mutti, Pancrazio, Pomilia, Princes Industrie Alimentari, Rispoli Luigi, Rodolfi Mansueto, Salvati Mario, Solana, Steriltom, Terre di Sangiorgio, TomatoFarm, Zipperle.