Il biologico che verrà

"Produrre alimenti con sostanze e processi naturali e l'assenza di prodotti chimici di sintesi". E' quanto si legge in una delle prime regolamentazioni, risalenti al 1991, relative alle produzioni agricole con metodo biologico.
Come scrive Davide Gaeta sulle pagine di "QN" in edicola il 20 dicembre, tale definizione resta praticamente immutata sino al 2007, quando la produzione biologica estende i suoi spazi di rilevanza assumendo nuove interazioni tra salvaguardia dell'ambiente e tutela della biodiversità.
Ora per le produzioni agricole biologiche sono in arrivo novità, come previsto dal Regolamento comunitario 2018/848, che sarebbe dovuto entrare a pieno regime nel gennaio del 2021, ma che per varie necessità è stato prorogato al gennaio del 2022.

Una delle novità più importanti che vi sono contenute è la certificazione di gruppo e i nuovi criteri di etichettatura.
Con la certificazione di gruppo si tende ad alleviare per i piccoli agricoltori gli oneri e i costi di certificazione.
In pratica a un certo numero di agricoltori di più modeste dimensioni viene rilasciato un unico certificato.
Per l'etichettatura il regolamento prevede che si possa parlare di prodotti biologici solo se questi sono conformi alle norme di produzione e se contengono almeno il 95% in peso di ingredienti di origine agricola biologica.

 

Il valore delle bollicine

Tra Natale e Capodanno sono circa 2 miliardi i calici riempiti di bollicine made in Italy.
È questa la previsione dell'osservatorio dell'Unione italiana vini e di Ismea, che attribuisce a questo settore dei vini spumanti il valore di 236 milioni di euro.
Il 2021, anche questa una delle previsioni dell'osservatorio Uiv-Ismea, a consuntivo registrerà un aumento dei consumi di spumante del 18,3% rispetto al 2020 e del 50% nei confronti del 2016.

Tre bottiglie su quattro, si legge ancora nel report, sono destinate all'estero, mentre 88 milioni vanno sulle tavole degli italiani.
Sono questi alcuni degli elementi di spicco commentati da Luciano Ferraro sulle pagine del "Corriere della Sera" del 21 dicembre, che ricorda fra l'altro come per la prima volta i ricavi del settore dei vini spumanti abbia superato i 2,4 miliardi di euro.
Un decennio senza soste, si legge in conclusione, con un aumento della produzione del 170%.

 

Pratiche sleali, ora basta

Gli agricoltori non ci stanno più e dicono basta alle promozioni che la grande distribuzione organizzata mette in campo utilizzando il sistema del sottocosto, che finisce per pesare esclusivamente sui bilanci dei produttori agricoli.
Lo strumento per contrastare questi comportamenti arriva dalla normativa sulle pratiche sleali finalmente divenuta operativa anche in Italia.
Gli agricoltori pugliesi, scrive Anna Maria Capparelli sulle pagine del "Quotidiano del Sud" in edicola il 22 dicembre, sono pronti ad adire le vie legali nei confronti di quanti utilizzano metodologie di promozione non corrette.

Un caso di scuola, si legge nell'articolo, è rappresentato dagli agrumi con i prezzi crollati al di sotto di 15 centesimi al chilo.
Grave anche la situazione dell'uva da tavola pugliese, che registra l'annata peggiore degli ultimi 10 anni, mentre sono arrivati container di uva da Cile e Perù per imbandire le tavole natalizie.
Le norme di contrasto alle pratiche commerciali sleali, si legge ancora, valgono anche quando le aziende italiane vendono sui mercati europei e gli imprenditori possono presentare una denuncia anche in forma anonima.
Per chi si trovasse nella necessità di inoltrare queste denunce, sul sito del ministero per le Politiche agricole sono disponibili i moduli ai quali fare riferimento.

 

Manodopera in arrivo

Saranno 70mila gli ingressi di lavoratori stranieri previsti dal "decreto flussi" licenziato alla Vigilia di Natale, destinati ad essere occupati in prevalenza nel settore agricolo, oltre che in quello turistico e alberghiero e nell'autotrasporto.
Ne scrive Marco Ludovico il 24 dicembre sulle pagine de "Il Sole 24 Ore", anticipando che a questo primo numero se ne aggiungeranno altri nel corso del 2022 per soddisfare le richieste dei vari settori produttivi.

Presumibile dunque un nuovo decreto che predisporrà un numero di ingressi analogo all'attuale
Soddisfazione da parte delle organizzazioni agricole, che parlano di "raccolti salvati", aggiungendo tuttavia che sarebbe opportuno offrire possibilità di impiego nei campi anche ad altre categorie, come percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati, semplificando al contempo le modalità di accesso al lavoro agricolo.

 

Lo Iap è "protetto"

Con l'avvicinarsi della fine del 2021 si sono intensificate le attività legislative in vista della manovra di Bilancio e su "Italia Oggi" del 29 dicembre Ermanno Comegna anticipa alcune delle misure di interesse per il comparto agricolo.
L'attenzione dell'articolo si concentra su alcuni emendamenti inseriti all'ultimo momento nella legge di Bilancio.
Fra questi una sorta di "protezione" della qualifica di "imprenditore agricolo professionale" (Iap), che sarà mantenuta anche nel caso che il requisito di prevalenza del reddito agricolo venga messo in forse da una qualunque calamità naturale.

Il requisito di Iap, precisa l'articolo, potrebbe altrimenti essere perso qualora non esista più la
prevalenza del reddito agricolo sulle altre attività.
In questo caso verrebbe meno la possibilità di accesso ad alcuni regimi di aiuto pubblico riservati agli agricoltori professionali.
In virtù dell'emendamento approvato, viene dunque confermata la qualifica di Iap, in attesa della ripresa produttiva, che dovrà avvenire entro tre anni dall'evento avverso.
L'articolo si conclude ricordando che la Legge di Bilancio ha messo a disposizione del settore agricolo due miliardi di euro, destinandone uno alla gestione del rischio con l'introduzione di un fondo mutualistico obbligatorio.

 

L'agricoltura nel Bilancio

E' un bilancio sul 2021 quello che propone Anna Maria Cappelli sul "Quotidiano del Sud" del 31 dicembre, prendendo le mosse dalla legge di Bilancio e dai due miliardi previsti per l'agricoltura e dalla conclusione delle intese sulla riforma della politica agricola comunitaria (Pac).
A proposito di quest'ultima se ne sottolineano gli aspetti positivi, in gran parte racchiusi nelle norme per il contrasto alle pratiche commerciali sleali.
Restano però aperti molti fronti, a iniziare dalla legge sul biologico, rimasta "impantanata" tra i veti delle lobby.
In attesa di una soluzione sono poi le misure per arginare il "caro bollette" che sta aumentando i costi di mangimi, fertilizzanti e agrofarmaci.
Le partite più importanti si giocano tuttavia a Bruxelles, con le norme sull'etichettatura ancora in fase di elaborazione e con la minaccia racchiusa nei cibi sintetici, che si propongono di sostituire carne e latte naturali.

L'articolo prosegue ricordando le provvidenze previste dalla Legge di Bilancio, con importi raddoppiati (690 milioni) per il fondo mutualistico e per le assicurazioni agevolate.
Alle filiere è destinata una dote di 160 milioni, che andranno a sostenere segmenti importanti come quello del grano e della pasta, senza dimenticare settori di minore peso economico, come api e miele o frutta in guscio.
Altre spinte potrebbero arrivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), nel quale si presta attenzione fra l'altro alle agroenergie.

 

La Cina e il caro prezzi

Già da tempo i mercati sono in fibrillazione per il forte aumento dei prezzi delle materie prime e in particolare per cereali e soia, cosa che ha fatto schizzare verso l'alto i costi per l'alimentazione del bestiame.
Fra le cause di questa impennata dei prezzi c'è il forte aumento della domanda cinese sui mercati internazionali.
Mentre gli Stati Uniti cercano di correre ai ripari contrastando per quanto possibile questa tendenza, in Unione europea non si sta facendo nulla, tanto che su questo argomento è stata presentata un'interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea.
A darne notizia è Carlo Tarallo nell'articolo pubblicato su "La Verità" in edicola il 4 gennaio, dove si ricorda che il 69% delle riserve mondiali di mais, il 60% di quelle di riso e il 51% di grano, sono oggi in mano cinese.

L'articolo prosegue ricordando che un importante il gruppo cinese operante nel settore delle carni ha recentemente acquistato aziende in Germania, Polonia e Olanda.
Di fronte a questo scenario l'Europa resta immobile e l'articolo si conclude ricordando che il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sulla situazione dell'Unione a fine settembre non ha mai pronunciato la parola agricoltura.
Intanto il programma Farm to Fork impone nuovi modelli alimentari, utilizzando alimenti inconsueti e dando il colpo di grazia all'agricoltura convenzionale.

 

Previdenza, giovani esonerati

Per i giovani agricoltori che non hanno compiuto i 40 anni e che si iscriveranno nel 2022 alla previdenza agricola è confermato l'esonero contributivo.
La certezza arriva dalla legge di Bilancio che sposta i termini prima previsti in scadenza alla fine del 2021.
Francesco Giuseppe Carucci lo scrive su "Il Sole 24 Ore" del 6 gennaio, specificando che l'esonero è totale per 24 mesi, ferma restando l'aliquota di computo delle pensioni e precisando che resta dovuto il contributo di maternità e il premio Inail.
L'articolo puntualizza che mentre la norma indica come data quella di iscrizione alla previdenza agricola, l'Inps fa decorrere questo termine dall'inizio dell'attività.

Una circolare dell'Inps ricorda che il beneficio decade in presenza di una precedente posizione nella previdenza agricola cessata nei 12 mesi antecedenti alla nuova iscrizione.
L'articolo si conclude ricordando che l'esonero va chiesto entro 120 giorni dalla data di iscrizione.
Tenendo conto del termine di 90 giorni per l'iscrizione, ne consegue che non si possono superare i 210 giorni dalla decorrenza dell'obbligo contributivo.

 

Piano strategico, ora c'è

Sul filo di lana del 31 dicembre, data ultima per la presentazione, l'Italia ha presentato a Bruxelles il proprio Piano strategico nazionale (Psn) per la destinazione dei 50 miliardi che la riforma della Pac (politica agricola comunitaria) ha destinato per sostenere e indirizzare le produzioni agricole dal 2023 al 2027.
Una sintesi degli orientamenti del Psn li ricorda "Il Messaggero" del 9 gennaio, precisando che le voci più consistenti riguardano i temi ambientali, ai quali sono destinati 10 miliardi di euro per incentivare le aziende nell'adozione di pratiche ecologiche.

Al mondo degli allevamenti sono destinati 1,8 miliardi, mirati alla riduzione dell'impiego di antibiotici.
Il tutto per favorire, come ha spiegato il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, sicurezza e qualità, insieme a maggiore competitività e valorizzazione delle risorse naturali.
Fra gli obiettivi, quello di riequilibrare la catena del valore nei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, apistico e pataticolo.
Su tutto il comparto agricolo si gioca poi l'importante partita di uniformare la disponibilità delle risorse fra i vari settori, spostando risorse a vantaggio di zone rurali con problemi di sviluppo.
Fra i capitoli più importanti del Psn figura il piano proteine vegetali, con una dotazione di 70 milioni di euro all'anno e gli aiuti per la gestione del rischio connesso ai cambiamenti climatici.


"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"

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