Cresce di ora in ora il conto dei danni in Sicilia orientale, colpita in pieno dalla violenta perturbazione che domenica scorsa, 24 ottobre 2021, è piombata sull'isola accompagnata da forti venti. In contemporanea, inoltre, con la ricaduta al suolo delle ceneri dell'Etna, il vulcano è infatti tornato nuovamente in fase eruttiva: un elemento che non sembrerebbe estraneo alla ancor maggiore velocità di caduta dell'acqua, divenuta talvolta fango proprio mentre piombava sulla piana di Catania e fino alle campagne del siracusano. Il presidente della Giunta della Regione Siciliana, Nello Musumeci, porterà a breve in Giunta la dichiarazione di stato di calamità naturale e chiederà al Governo la dichiarazione di stato di emergenza.


Musumeci chiude gli uffici regionali

Dal 27 ottobre e sino a tutto il 28 ottobre, gli uffici regionali della città e della provincia di Catania resteranno chiusi. Lo ha disposto il presidente della Regione Siciliana Musumeci, a causa del permanere dello stato di allerta per il maltempo. Un provvedimento adottato per ridurre la mobilità in un territorio fortemente colpito da intensi fenomeni meteorologici negli ultimi giorni. Resteranno aperti solamente gli uffici regionali che erogano servizi pubblici essenziali ed esattamente: il Dipartimento della Protezione Civile, tutti i presidi ospedalieri, le strutture sanitarie, l'Ufficio del Genio Civile e l'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste. Lo si apprende da una nota stampa della Giunta della Regione Siciliana.

Inoltre, Musumeci, nel riferire della gravità della situazione sul terreno, ha detto: "Le immagini raccontano di strade trasformate in torrenti e campagne in laghi, intere contrade isolate e centinaia di abitazioni allagate, danni incalcolabili a edifici e colture: la Sicilia orientale sta vivendo un fenomeno che temiamo, purtroppo, sarà sempre meno sporadico, con scenari tragici destinati a ripetersi". "I cambiamenti climatici - ha aggiunto il presidente Musumeci -, la fragilità del nostro territorio e la condizione di dissesto, causata spesso dall'intervento dell'uomo, sono fattori che, combinati, possono avere - e lo stiamo infatti constatando - effetti micidiali".


Musumeci, urgono interventi straordinari

"Dal 2018 a oggi, nella lotta al dissesto idrogeologico - ha detto ancora Musumeci - abbiamo finanziato lavori fino all'ultimo centesimo, per oltre 400 milioni di euro: siamo la prima Regione in Italia per somme erogate. L'azione di difesa del territorio siciliano è stata condotta in modo capillare, distribuendo su tutte e nove le province gli interventi necessari a contrastare frane, esondazioni, instabilità delle infrastrutture e fenomeni di erosione costiera. Ma non basta, non può bastare per un clima che si è velocemente tropicalizzato. E gli interventi ‘ordinari' nulla possono se in cinque-sei ore si registra la stessa quantità di pioggia che cade, di solito, in sei mesi. Senza interventi straordinari, che solo l'Unione Europea può mettere in campo, senza decisioni coraggiose e ormai indifferibili di G20 e Cop 26, ci ritroveremo periodicamente a contare danni".


Distretto Agrumi Sicilia rinvia l'assemblea

A causa del maltempo che da giorni flagella la Sicilia orientale, l'assemblea dei soci del Distretto Agrumi di Sicilia - programmata per ieri, 26 ottobre, a Catania dove la Protezione Civile ha diramato per il secondo giorno un'allerta meteo - è stata rimandata. Lo ha reso noto ieri un comunicato stampa del Distretto Agrumi di Sicilia.

"La decisione di rinviare la seduta, che all'ordine del giorno aveva il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e la nomina del nuovo presidente, si è resa necessaria alla luce delle criticità della viabilità in tutte le arterie dell'isola - si legge nella nota - ma anche dei considerevoli danni alle colture, agrumeti, uliveti in fase di raccolta, campi di ortaggi che, dai resoconti e dalle fotografie diffuse dagli stessi produttori, risultano devastati e con i raccolti gravemente compromessi".

"Abbiamo ritenuto necessario rimandare la seduta - spiega la presidente uscente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati - per evitare a tutti i nostri soci di doversi mettere in viaggio dalle varie province in condizioni meteo sfavorevoli. Ma anche per consentire loro di potersi dedicare alle emergenze causate dalle ingenti piogge di questi giorni, che hanno provocato allagamenti e smottamenti dei terreni. Il Distretto sarà vicino alla filiera agrumicola per tutte le azioni di sostegno al comparto".


Anbi, urge politica di prevenzione civile

A indicare l'urgenza di un'assunzione di responsabilità collettiva per contrastare l'incedere della crisi climatica è Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. "Il finora sconosciuto arrivo di un cosiddetto uragano mediterraneo sulle regioni meridionali dell'Italia, creando già drammatiche conseguenze in Sicilia e Calabria, evidenzia l'urgenza, dettata dalla crisi climatica, di una politica di prevenzione civile, che deve interessare la società nel suo complesso" afferma Vincenzi, che enumera quanto occorrerebbe fare: "dai corretti comportamenti individuali in caso di eventi meteo estremi a nuove tipologie costruttive, da una più equilibrata pianificazione urbanistica a un grande piano d'investimenti per la salvaguardia del territorio. Invece, non si riesce neppure ad approvare la legge contro lo sfrenato consumo di suolo, che aumenta esponenzialmente il rischio idrogeologico".

"Sono gli eventi a chiamarci a nuove responsabilità - sottolinea Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. I Consorzi di Bonifica e Irrigazione sono antenne sensibili alle trasformazioni del territorio e da questa capacità è nato il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del paese, presentato nel 2019 e tassello di una politica d'interventi per aumentare la capacità di resilienza delle comunità".

Nel Sud Italia il Piano Anbi prevede 277 progetti definitivi, cioè ad avanzato iter procedurale: 222 interessano la manutenzione e l'adeguamento del reticolo idraulico, lungo oltre 80mila chilometri, mentre 55 riguardano gli invasi, che sono determinanti per contenere le acque di pioggia, riducendo il rischio di allagamenti e creando, in una logica di multifunzionalità, riserve idriche per i periodi di siccità.

In questo quadro è previsto l'aumento di capacità per 45 bacini in attività, grazie all'asporto di oltre 68 milioni di metri cubi di sedime depositato sui fondali. Inoltre, si prevede l'attivazione di sei serbatoi da anni non completati e la realizzazione di ulteriori quattro per una capacità complessiva di oltre 231 milioni di metri cubi. Il tutto, grazie a un investimento di circa 1 miliardo e 900 milioni.