Deciso di studiare agraria? Se sì, è necessario sapere che la maggior parte dei corsi di laurea triennali richiede un test d'ingresso per l'accesso. Se invece si è in dubbio (ma anche se si è già deciso) niente panico: le università organizzano esperienze di orientamento. Gli step successivi sono per lo più burocratici: iscrizione e pagamento delle tasse.

È di questo che si parla negli articoli collegati al tema caldo "Università di agraria: conoscerla, iscriversi, studiare": cosa vuol dire studiare agronomia, come sono strutturate le università di agraria italiane e quali sono le cose da sapere prima di iscriversi.

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Il test d'ingresso

I corsi di laurea triennali in scienze agrarie hanno l'accesso programmato: il numero di posti disponibili ogni anno è limitato. Per entrare c'è bisogno di superare un test d'ingresso o di ammissione. Solo chi ha una posizione utile in graduatoria si può immatricolare. Modalità e tempistiche sono descritte dai bandi delle varie università, per cui è sempre bene consultare i siti per farsene un'idea.

Ma com'è fatto un test di ammissione di agraria? Ci sono principalmente quesiti su materie scientifiche come biologia, chimica, fisica e matematica e su domande di logica e ragionamento e lingua inglese.

"Purtroppo le criticità risultano essere quasi sempre matematica e fisica" dice il professor Domenico Pessina che insegna Meccanica agraria all'Università di Milano. "Per superarle, da qualche anno puntiamo sugli Ofa". Gli Obblighi formativi aggiuntivi (Ofa) sono assegnati a quei soggetti che superano il test d'ingresso, ma che al contempo hanno evidenziato importanti lacune nelle materie scientifiche. In questo caso ci si può comunque immatricolare ma devono essere svolte delle attività di recupero obbligatorie.

Ma non disperate…"Il background di un ragazzo che sta per iscriversi ad agraria dovrebbe essere la motivazione" dice il professore Paolo Sambo che insegna Orticoltura all'Università di Padova. Essere preparati è sicuramente molto utile ma poi ciò che conta è il modo con cui si utilizzano queste conoscenze: "Le faccio un esempio, noi abbiamo una piccola pattuglia di diplomati al liceo classico. Partono come se fosse una corsa a ostacoli, molto spesso entrano carichi di Ofa. Dopodiché performano benissimo perché hanno la motivazione e l'approccio. Poi c'è un gruppo, diciamo più ampio, che entra anche senza Ofa e che talvolta è anche supponente perché dice 'io queste cose le so, io non devo studiare perché queste cose le faccio' e che poi però perdi per strada…".


Orientamento: un aiuto ai futuri studenti

Cosa vuol dire orientarsi? Detto in parole povere, far conoscere agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori le scelte che possono fare sul proprio futuro formativo.

La professoressa Stefania Pollastro che si occupa dei progetti di orientamento all'Università di Bari si sofferma sul lato umano della scelta che deve essere prima di tutto motivata.

"Io credo che un ragazzo debba avere un'idea di quello che vuole fare e quell'idea deve perseguire. Il lavoro è una parte importante della vita, impegna tanto tempo e richiede tante energie perciò, se non si fa con passione, è tristissimo. Non voglio trasmettere il fatto che 'ma lì si lavora di più, si lavora meno, si guadagna di più, è più facile studiare'. No. Vuoi fare il filosofo? Fai il filosofo. Nelle presentazioni noi diciamo 'queste sono delle possibili attività lavorative ma nessuno vieta di pensarne altrettante' quindi alla fine dipende molto anche da quelle che sono le inclinazioni che ciascuno di noi ha".

All'Università di Bari ci sono quattro iniziative per l'orientamento. La prima si chiama Orientamenti e prevede conferenze nello stile dei Ted talk tre volte all'anno. C'è poi una settimana di scuola estiva a fine maggio: "Si viene in campus e si frequentano le attività legate ai tre corsi di laurea della triennale. Vengono assegnati dei progetti e costituiti dei gruppi misti. Lo scopo è quello di cercare di far comprendere ai ragazzi che anche questa è una parte dell'incontro con il mondo universitario, cioè il sederti a fianco di una persona che non conosci e dover da subito provare a stabilire dei rapporti di collaborazione in termini di studio. Poi l'ultimo giorno i ragazzi presentano il loro project work a tutti gli altri gruppi. C'è anche una sorta di esame finale e vengono riconosciuti dei Cfu che poi possono essere spesi dai ragazzi che si iscrivono ai corsi di laurea come attività a scelta".

La seconda iniziativa si chiama Orientamento consapevole. È articolata in dieci attività didattico esercitative. Creata prima del Covid-19, funzionava già in modalità a distanza per permettere ai ragazzi che non vivono a Bari e che stanno frequentando ancora la scuola di partecipare all'evento. Molte delle attività sono gestite direttamente dagli studenti dell'università che assumono il ruolo di tutor.

Infine, l'Università di Bari partecipa al Salone dello studente e organizza Open day per presentare l'offerta formativa.

Il professore Paolo Sambo dell'Università di Padova, invece, porta l'esempio del progetto Orientazione nel quale è coinvolto. L'obiettivo è quello di definire gli strumenti didattici per l'autovalutazione e l'apprendimento; entro la fine del 2021 dovrebbe essere presentato per la partecipazione ad un bando.

Il progetto prevede la collaborazione con il Cisia, il Consorzio interuniversitario sistemi integrati per l'accesso, costituito da cinquanta atenei statali e che svolge prevalentemente attività in tema di orientamento e accesso universitario, incluso lo sviluppo di strumenti per il recupero delle carenze formative in ingresso.

Verrà creato un sito nazionale di riferimento in cui rientreranno vari strumenti dedicati agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado:
  • un quadro di riferimento delle conoscenze e delle competenze richieste in ingresso ai corsi di laurea;
  • prove di posizionamento e autovalutazione i cui risultati saranno a disposizione dello studente e della scuola di provenienza che potrà quindi ricevere un feedback;
  • un Mooc, Massive open online course, corsi online che serviranno per recuperare le carenze in fase di iscrizione;
  • mentors, cioè delle guide all'autoapprendimento con analisi degli errori;
  • quesiti ed esercizi risolti e commentati per aiutare gli studenti ad analizzare e a superare le difficoltà incontrate nello svolgimento dei test di autovalutazione, a comprendere le conoscenze e competenze richieste;
  • filmati dove vengono esposte le varie professioni che può fare un laureato in agraria, video motivazionali e di orientamento.


Ma quanto costa studiare?

L'immatricolazione prevede il pagamento delle tasse universitarie. Modalità e scadenze sono diverse a seconda dell'ateneo e del corso di laurea. Generalmente le università pubbliche sono meno costose di quelle private mentre le facoltà scientifiche sono più costose di quelle umanistiche per l'uso di laboratori e campi sperimentali.

La borsa di studio è un aiuto economico che può essere erogato dalla regione o dalla provincia autonoma che annualmente bandisce un concorso o dall'ateneo stesso. Nel primo caso il concorso tiene conto dei requisiti relativi alla sola condizione economica, nel secondo l'ateneo premia gli studenti meritevoli e privi di mezzi economici.

Anche gli studenti lavoratori hanno diritto a delle agevolazioni. Chi, infatti, per impegni lavorativi o familiari o per motivi di salute, può dedicare allo studio una parte ristretta del proprio tempo può scegliere l'iscrizione a tempo parziale.

In questo caso la retta universitaria è ridotta ma gli anni di studio raddoppiano. C'è chi vede il meccanismo rigido e chi al contrario pensa che sia una grande opportunità per gli studenti. In ogni caso sta a questi ultimi valutare cosa scegliere.


I consigli di chi ci è già passato

L'università è il primo passo di un percorso che può cambiare la vita. Una scelta difficile per gli studenti e le loro famiglie che però non deve intimidire se fatta con interesse, passione e curiosità.

Qualche consiglio da parte di chi ci è già passato può aiutare a comprendere come l'università sia tante cose oltre ad un semplice "banco di apprendimento".

Elisa Genovesi (28 anni, Emilia-Romagna) ha studiato all'Università di Bologna e ci tiene a dire: "all'inizio i professori sembra che ti trattino come un bambino appena uscito dalle superiori. Bisogna sgomitare per farsi valere senza mollare perché alla fine le soddisfazioni arrivano. L'importante è interessarsi il più possibile perché gli anni passano velocemente. Bisogna fare domande ed essere attivi per capire davvero se è quello che si vuole fare nella vita o meno”.

Emanuele Vigano (27 anni, Lombardia) ha studiato sia a Milano che a Padova e consiglia di "sfruttare il più possibile il rapporto con i professori, essere uno studente quanto più attivo facendo domande. Chiedere e proporre di fare cose”.

La professoressa Stefania Pollastro dell'Università di Bari utilizza la parola coltivare: "Consiglio di affrontare il percorso con estrema curiosità, non fissando l'asticella sull'aspettativa ma provando a cogliere tutto quello che c'è e che si può cogliere proprio per far sì che l'esperienza sia costruttiva e di arricchimento. Coltivare tantissimo la conoscenza, le relazioni, lo scambio. Coltivare”.

La professoressa Laura Mugnai che insegna Patologia vegetale all'Università di Firenze sottolinea un aspetto che spesso finisce in secondo piano, il divertimento: "Studia quello che ti diverte, impara e fai quello che ti piace e poi mentre lo fai troverai e ti dedicherai all'argomento che ti appassiona. Consiglio di farlo con curiosità".
 
Cosa vuol dire studiare agraria? Come sono strutturate le università di agraria italiane e quali sono le cose da sapere prima di iscriversi? Tutte queste informazioni saranno raccolte in un ciclo di articoli contenuti nel tema caldo "Università di agraria: conoscerla, iscriversi, studiare".

Ricordiamo che per accedere a qualsiasi corso di laurea è fondamentale consultare il sito dell'ateneo di riferimento. Ogni università ha le proprie modalità e tempistiche di iscrizione e di ammissione.

Si ringraziano per la partecipazione i professori: Domenico Pessina dell'Università di Milano, Enrico De Lillo dell'Università di Bari, Laura Mugnai dell'Università di Firenze, Paolo Sambo dell'Università di Padova e Stefania Pollastro dell'Università di Bari e gli ex studenti: Elia Tognetti, Elisa Genovesi, Emanuele Vigano, Ilaria Laterza e Marco Benetti.

Le singole interviste sono state riassunte, condensate ed editate per maggiore chiarezza e brevità, pur mantenendo il contenuto fedele a quanto detto.