Chissà che cosa avrebbe detto il professor Franco Scaramuzzi, presidente onorario dell'Accademia dei Georgofili, sul fenomeno Covid-19, sul ruolo dell'agricoltura e sulle disattenzioni della politica verso un settore che in epoca di pandemia si è rivelato strategico. Difficile dirlo con esattezza.
Sicuramente si sarebbe espresso con i suoi consueti toni garbati, scientifici, sempre propositivi, ma senza illusioni; avrebbe comunicato le proprie opinioni con il tratto con cui la scorsa mattina il professor Massimo Vincenzini, presidente dell'Accademia dei Georgofili, lo ha ricordato, durante l'inaugurazione "virtuale" del 267° anno accademico: "Franco Scaramuzzi è stato spesso indicato come uomo del fare, coniugando sempre, però, l'azione con cultura, intelligenza, lungimiranza, onestà e libertà di pensiero".

La mancata adunanza pubblica degli accademici è uno dei tanti effetti collaterali della pandemia coronavirus (l'inaugurazione si sarebbe dovuta tenere lo scorso 24 aprile, come sempre nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio). Ma la scelta del 4 giugno non è casuale. In quella data, nel 1753, nacque a Firenze l'Accademia dei Georgofili.

Il presidente Vincenzini ha mostrato subito il "cuore" dell'Accademia dei Georgofili e ha espresso il cordoglio alle oltre 30mila vittime del coronavirus, fra le quali anche il professore Antonio Michele Stanca, georgofilo, genetista di chiara fama e presidente dell'Unasa (Unione italiana delle accademie per le scienze applicate allo sviluppo dell'agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla tutela ambientale) e dell'Ueaa (Union of european academies for sciences applied to agriculture, food and nature).

Grande spazio è stato dedicato dal presidente Vincenzini al professore Franco Scaramuzzi, scomparso lo scorso 6 gennaio, la cui impronta in Accademia dei Georgofili è ancora vivissima, proprio per le molteplici innovazioni che ha introdotto nel suo lungo impegno come presidente (1986-2014) e presidente onorario: la promozione di giornate di studio con più relatori, le iniziative su "agricoltura e paesaggio" e "Global Change: il verde per la difesa del ripristino ambientale".

La spinta alla modernizzazione del professore Scaramuzzi si è concretizzata anche nel dialogo fra accademie nazionali ed europee di agricoltura, nutrizione e natura, voluta con forza dall'allora presidente proprio per far meglio circolare gli studi, gli approfondimenti, le "idee" per una crescita dell'agricoltura in Italia e nel mondo.

Anche sul fronte della riorganizzazione per avvicinare gli studiosi e gli accademici all'aspetto pratico dell'agricoltura e nel rapporto con gli agricoltori, una volta venute meno le cattedre ambulanti, il professore Scaramuzzi seppe disegnare la presenza sul territorio in Italia e laddove si decide politicamente del futuro dell'agricoltura, a Bruxelles, che oggi ospita una Sezione internazionale dell'Accademia dei Georgofili.
Allo stesso tempo, un'altra rivoluzione era stata architettata, con la nascita del sito internet, delle newsletter, della rassegna, fino alla finestra attiva sui social - grazie a un Ufficio stampa efficace ed efficiente, guidato da Giulia Bartalozzi - proprio per divulgare al meglio le scoperte della ricerca, i traguardi della scienza e il ruolo centrale dell'agricoltura, benché nei decenni il contributo al Pil si sia assottigliato in termini di peso.

La forza di Scaramuzzi, ha ricordato il presidente dell'Accademia Vincenzini, si è manifestata con ancora maggiore lucidità subito dopo il terribile attentato del 27 maggio 1993, quando una bomba proprio in via dei Georgofili provocò "cinque morti, molti feriti e gravi danni", come testimoniò lo stesso Scaramuzzi nella premessa al volume "La vile barbarie del 27 maggio 1993", edito l'anno seguente dall'Istituto poligrafico zecca dello Stato.

L'attività accademica nel 2019 ha visto l'organizzazione di due mostre, una dedicata ai "Georgofili e la conoscenza del mondo: libri e notizie storiche sull'agricoltura e l'ambiente di paesi lontani" e una a "Italia-Cina. Civiltà a confronto lungo la Via della Seta", a conferma di un'attenzione all'agricoltura, anche con riferimento all'attualità.

Il filo conduttore che ha caratterizzato gli studi dei Georgofili nel corso del 2019 è stato quello della "sostenibilità in agricoltura", inteso nell'accezione più ampia coniata nel 1987 nel "Rapporto Brundtland" e con riferimento ai quattro pilastri di pari importanza: ambientale, economico, istituzionale e sociale.
I molteplici argomenti in tema di sostenibilità in agricoltura, ha affermato il professore Vincenzini, sono stati affrontati "senza che siano state sollevate contrapposizioni ideologiche tra diversi modelli di agricoltura". Un segnale dunque positivo, non contaminato da ideologie aprioristiche. Segno anche che forse è stato assimilato il ruolo "cruciale, strategicamente irrinunciabile, nella transizione verso la sostenibilità ambientale".

Dal presidente dell'Accademia dei Georgofili non è mancato un monito, a fungere da sprone per un nuovo approccio verso l'agricoltura. "La scienza da sola non basta" ha scritto nella relazione il professore Vincenzini. "Troppo spesso sono stati lamentati incomprensibili ritardi legislativi per l'autorizzazione di pratiche di contrasto biologico a fitopatogeni dannosi per le nostre colture, come pure troppo spesso è stata sottolineata l'assoluta inadeguatezza della vigente normativa nei confronti di biotecnologie utili allo sviluppo di colture resistenti alle avversità biotiche ed abiotiche".

Di fatto, ha concluso Vincenzini, "nel settore dell'agricoltura assistiamo di frequente ad un irrazionale impedimento normativo alle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche di tradursi rapidamente e diffusamente in concreti vantaggi per gli agricoltori".


Il premio Agroinnovation Award

Consegna virtuale anche per i premi Agroinnovation Award, promossi da Image Line e Accademia dei Georgofili, con l'obiettivo di sostenere la diffusione di approcci innovativi, strumenti digitali e utilizzo di internet in agricoltura.

Di seguito l'elenco dei premiati.
  • Donato Romano (Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa), per la categoria: Agricoltura di precisione (Società miste e sistemi bioibridi come strumenti per la ricerca biologica e la progettazione bioispirata).
  • Maria Elena Marescotti (Università degli studi di Milano), per la categoria: Valorizzazione delle produzioni made in Italy (La valorizzazione della carne da ungulati selvatici: evidenze da un'analisi empirica italiana).
  • Roberto D'Ambrosio (Università di Bologna), per la categoria: Agrometeorologia e gestione delle risorse idriche (Influenza del deficit idrico sul metabolismo degli antociani nella varietà Sangiovese).
  • Alessandro Bigi (Università degli studi di Pisa), per la categoria: Difesa delle colture (Applicazione sul campo di Trichoderma gamsii T6085 per il controllo dell'FHB nel grano).
  • Iacopo Bianconi (Università degli studi di Perugia), per la categoria: Economia agraria (Il costo delle macchine agricole nell'agricoltura di precisione applicata ai seminativi).
  • Marco Davide Michel Torrente (Università degli studi di Milano), per la categoria: Ingegneria agraria e meccatronica (Realizzazione di un prototipo di cable robot a scala di laboratorio per applicazioni di monitoraggio e gestione colturale a elevata precisione).
  • Arianna Frittelli (Università degli studi della Tuscia), per la categoria: Innovazione varietale e genomica (Ingegneria metabolica dei carotenoidi in frumento duro per la biofortificazione in β-carotene mediante la tecnologia Crispr/Cas9).
  • Meiyi Vuong (Università degli studi di Verona), per la categoria: Nutrizione delle piante (Caratterizzazione di un nuovo complesso di ferro: valutazione della sua mobilità attraverso il profilo del suolo e la capacità fertilizzante).
  • Aurora Audino (Politecnico di Torino), per la categoria: Sostenibilità degli agrosistemi e protezione delle piante (Modellazione della dispersione di prodotti fitosanitari nel sottosuolo).
  • Marica Raimondo (Università degli studi di Napoli Federico II), per la categoria: Zootecnia (Tracciabilità del latte e della mozzarella di bufala tramite profilo metabolomico).