Nell’Italia centrale e meridionale sono tornate le piogge nella prima metà di novembre, ma i livelli dei bacini che dovranno assicurare l’acqua a scopo irriguo nella prossima stagione estiva, oltre all’approvvigionamento idropotabile, sono ancora molto bassi. Il confronto con un anno fa, ove possibile, è impietoso. Per questo motivo, il ministero dell’Ambiente in collaborazione con le Autorità di distretto idrografico competenti per territorio, sta in questi giorni avviando un piano di monitoraggio delle risorse idriche del Mezzogiorno peninsulare ed insulare, colpito dalla siccità e con riserve ormai ai minimi storici, in alcuni casi anche inferiori a quelle del 2002. AgroNotizie, a cominciare da oggi e per i prossimi mesi, tenta un monitoraggio parallelo, per verificare punto per punto, sulla base dei dati resi pubblici dagli enti di gestione di laghi e invasi artificiali, quanto riescono a recuperare in termini di scorte d’acqua i bacini del Mezzogiorno d’Italia.
 

Principali bacini gestiti dall’Eipli tra Basilicata e Puglia

Il bollettino dell’Ente per l’irrigazione di Puglia, Lucani ed Irpinia parla chiaro: nell’invaso di Monte Cotugno, che ha una capacità sulla linea di massimo invaso di 497 milioni di metri cubi d’acqua, oggi - 14 novembre 2017 - se ne trovano poco più di 63 milioni, il 12,6% di quanto il più grande bacino di gestito da questo ente può contenere. Questo perché la siccità è iniziata nello scorso autunno, e si è spinta fino a tutto ottobre 2017. Già il 14 novembre 2016 la situazione non era allegra: dopo un’estate trascorsa a dissetare la Basilicata e a fornire acqua ad uso irriguo, e nonostante le piogge di settembre e ottobre, vi si trovavano ancora oltre 192,7 milioni di metri cubi d’acqua, quasi i due quinti della capacità di massimo invaso.

Eipli ha nell’invaso del Pertusillo un'importante risorsa, strategica anche per la Puglia, vale 155 milioni di metri cubi di capacità lungo la linea di massimo invaso, ma ad oggi la riserva è di appena 43,8 milioni, il 28,2% di quanto potrebbe al massimo contenere. Eppure, ancora il 14 novembre 2016 il Pertusillo immagazzinava qualcosa come quasi 90 milioni di metri cubi d’acqua, il 58% della sua capacità.

Alla diga di San Giuliano, quasi 95 milioni di metri cubi d’acqua se il livello raggiunge la linea di massimo invaso, oggi restano appena 14, 9 milioni di metri cubi, il 15,68% della capacità massima. Al 14 novembre 2016 le scorte erano di 53 milioni di metri cubi, pari a quasi il 58% della capacità massima.

Altro importante bacino si trova in Campania, è il lago della diga di Conza, che in provincia di Avellino sbarra il fiume Ofanto: a fronte di una capacità sulla linea di massimo invaso da 61,8 milioni di metri cubi d’acqua, si riscontra oggi una riserva pari a 17 milioni di metri cubi d’acqua, ovvero il 27,5% della capacità massima. Il 14 novembre 2016 vi era anche qui molta più acqua: 29,2 milioni di metri cubi, pari al 47,24% della capacità massima dell’invaso.
 

Consorzio di bonifica della Capitanata

Anche l’acqua che defluisce dalla Campania verso la Puglia, tra Benevento e Foggia è ancora poca rispetto ad un anno fa. In questo caso, il maggiore indicatore è la diga di Occhitto sul fiume Fortore, gestita dal Consorzio di bonifica della Capitanata: qui a fronte di una capacità di massimo invaso da 333 milioni di metri cubi, si trovano oggi - 14 novembre 2017 - poco più di 54 milioni di metri cubi d’acqua (il 16,2% della capacità), erano 154,7 milioni il 14 novembre 2016, quando, a fenomeno siccitoso appena iniziato, l’invaso poteva contare sul 46,4% della sua capacità.
 

Laghi della Sila in secca

I laghi della Sila, in Calabria, sono gestiti da A2A, e solo di recente hanno iniziato a beneficiare delle piogge, ma non si rinvengono notizie aggiornate sui livelli. Per quel che si sa, dispongono solo dell’acqua necessaria al vettoriamento per uso idropotabile, mentre le forniture ai consorzi di bonifica e irrigazione di Calabria sono stati interrotti.
 

Sardegna, mancano 976 milioni di metri cubi d’acqua

Secondo il Distretto idrografico della Sardegna, che mette tutti i dati su internet bacino per bacino, nei 37 invasi artificiali dell’Isola il 31 di ottobre 2017 erano presenti 788,21 milioni di metri cubi d’acqua, qualcosa come il 44,66% della capacità di massima regolazione autorizzata, rispetto alla quale mancano all’appello 976,59 milioni di metri cubi d’acqua. Ma tale deficit appare di poco inferiore rispetto allo scorso anno, a siccità appena iniziata, quando i livelli di acqua presenti nei bacini assommavano a 781,42 milioni di metri cubi.