Ma come fare? In Italia sono molte le startup che si propongono al mercato degli investitori con idee innovative per migliorare l'agricoltura. Eppure spesso si scontrano con un ecosistema imprenditoriale che è poco recettivo e non disposto a rischiare finanziando idee che potrebbero rivelarsi rivoluzionarie così come fallimentari.
Negli Usa le cose vanno diversamente e il settore dei venture capital è molto attivo e cerca giovani aziende in cui investire. "AgFunder è una piattaforma online in cui facciamo incontrare domanda e offerta di capitale. Chi vuole investire può analizzare le aziende che selezioniamo ed entrare nel capitale", spiega ad AgroNotizie Rob Leclerc, ingegnere specializzato in intelligenza artificiale che nel 2013 insieme a Michael Dean ha lanciato AgFunder.
"Quello agroalimentare è uno dei settori più grandi dell'economia mondiale, ma è anche quello meno servito dalla comunità finanziaria. La nostra idea è stata quella di portare nel settore primario il business model dei venture capital coniugandolo con le nuove tecnologie".
Leclerc, come vi è venuto in mente di creare questa piattaforma?
"Quello agroalimentare è un settore molto frammentato, in cui manca uno scambio di informazioni e i capitali investiti in innovazione sono limitati. Noi abbiamo voluto riequilibrare questa situazione e nel 2013 abbiamo lanciato AgFunder. Facciamo incontrare domanda e offerta di capitale, ma abbiamo anche un grande database del settore".
Come usate l'intelligenza artificiale?
"Usiamo algoritmi specifici per analizzare il mercato, individuare le aziende in cui investire, dargli un punteggio e categorizzarle. Non usiamo l'IA per orientare gli investimenti, ma solo per estrapolare da una enorme mole di dati solo quelli che possono essere interessanti. Vogliamo che ogni giorno il sistema ci dica: ehi, c'è un imprenditore in Australia o in Italia che vale la pena ascoltare".
AgFunder ha da poco pubblicato un Investing report in cui si analizzano gli investimenti e le acquisizioni fatte fino ad oggi. Quali sono i settori che attraggono i maggiori investimenti?
"Il settore AgriFoodTech ha raccolto nella prima metà del 2017 investimenti per 4,4 miliardi di dollari. L'area più di interesse è quella dei Resturant marketplace, le piattaforme per acquistare pasti che poi vengono consegnati a domicilio (come Foodora o JustEat, ndr). Il mercato è enorme e ci sono poche barriere all'ingresso. Da sola ele.me ha raccolto in Cina un miliardo di dollari. Collegato a questo c'è anche l'eGrocery, l'acquisto online di cibo non cucinato. Insieme cubano quasi il 50% degli investimenti totali".
Investimenti nel settore AgriFood Tech nella prima metà del 2017
Anche in futuro ci sarà questa attenzione nel food delivery?
"Per adesso ci sono molte aziende nascenti in competizione tra di loro, in futuro ne rimarranno solo alcune che consolideranno le loro posizioni. A quel punto gli investimenti crolleranno, anche se ci sarà spazio per soggetti che operano in nicchie di mercato, come i cibi biologici".
Sul lato agricoltura dove si sta investendo?
"Nei cosiddetti Agribusiness marketplace, quelle piattaforme online che hanno come obiettivo rivoluzionare i tradizionali rapporti di filiera. Stanno nascendo ad esempio piattaforme in cui gli agricoltori possono confrontare prezzi e caratteristiche dei prodotti e acquistarli. Mi riferisco ad agrofarmaci, fertilizzanti e attrezzature ma anche alle polizze assicurative o alle consulenze. Ci sono siti in cui i farmer vendono i loro prodotti direttamente ai consumatori o si prestano attrezzature a vicenda. E' un settore che ha raccolto il 7% degli investimenti".
Gli investimenti per settore
Più delle biotecnologie?
"Il BioTech ha raccolto 262 milioni nella prima metà dell'anno, contro i 301 dell'Agribusiness marketplace. Le Biotech continuano ad attrarre investimenti e ci sono grandi opportunità in questo settore al di là dei tradizionali Ogm, parliamo di bioagrofarmaci, biostimolanti, eccetera".
Gli investimenti nell'Agtech per categoria
Nel vostro report parlate di Novel farming system, di che cosa si tratta?
"Sono i nuovi metodi di coltivazione, come l'indoor farming, l'idroponica e l'acquaponica. Ma anche la coltivazione di alghe o l'allevamento di insetti. Hanno avuto una crescita del 560% degli investimenti, arrivando a cubare 198 milioni. C'è un grande potenziale in queste tecnologie che potrebbero dare una risposta alle sfide del pianeta, produrre cibo e soprattutto proteine in una maniera sostenibile, senza sprechi di risorse. Come fa TruLeaf".
I maggiori investimenti nel settore Novel farming
Una startup che si è finanziata attraverso di voi?
"Esatto, ha raccolto 3,5 milioni di dollari. In Canada si è assistito ad una epidemia di listeria trasmessa attraverso l'insalata. I consumatori erano spaventati e TruLeaf ha saputo dare una risposta alle preoccupazioni. Le insalate che produce sono sicure al 100% perché crescono al chiuso".
Gli investitori puntano molto su questo settore, come nel caso di Plenty in cui sono stati investiti 200 milioni di dollari. Eppure i costi di produzione di queste fattorie verticali sono altissimi e non stanno sul mercato. Perché investire allora?
"Per ottenere un vantaggio competitivo. I costi di produzione sono destinati a scendere e molti investitori sono disposti a perdere dei soldi oggi per avere dei guadagni domani. La tecnologia che si sta sviluppando è ancora agli inizi ma ha un grande potenziale. Anche perché stiamo andando verso un futuro in cui le risorse saranno scarse e queste tecnologie ovviano a questa penuria".
Nel 2017 John Deere ha acquisito Blue River Technology per 305 milioni e Dow-DuPont Granular per 300 milioni. Lei crede che la fine naturale di una startup sia quella di essere acquisita dalle grandi compagnie del settore, oggi incapaci di creare innovazioni 'rivoluzionarie'?
"Le ditte sementiere, i giganti della chimica o i produttori di trattori fanno fatica a promuovere al loro interno processi innovativi veramente 'disruptive'. Per questo si guardano costantemente attorno per cercare opportunità in cui investire e lo fanno attraverso i loro fondi di venture capital o attraverso acquisizioni dirette. Le exit da 2-300 milioni di dollari diventeranno sempre più comuni. Il nodo per le grandi compagnie è riuscire ad acquisire le startup quando sono abbastanza grandi da risultare affidabili, ma non troppo da rappresentare una spesa eccessiva".
Google Venture è un investitore molto attivo nel settore agro-food. Perché il re dei motori di ricerca investe in terra e cibo?
"GV ha 500 milioni di dollari l'anno da investire. Andy Wheeler, a capo del fondo, è molto interessato al settore AgTech e FoodTech. E' un mercato enorme in cui Google sa di dover entrare".
I maggiori fondi di investimento per numero di deal chiusi
Ci può fare una previsione su dove il mercato andrà nel futuro?
"Farmer business network è una realtà interessante da tenere d'occhio, è probabile che si quoti in Borsa perché è nel suo Dna l'essere indipendente. Nel settore BioTech Indigo e Pivot bio stanno lavorando molto bene e stanno crescendo rimanendo indipendenti. Mentre a mio parere Descartes Labs potrebbe essere la prossima azienda ad essere acquisita da una grande corporation, come Cargill".
Quotazioni e acquisizioni aumenteranno o diminuiranno nel prossimo futuro?
"Nella prima metà del 2014 ci sono stati 138 milioni di seed investment, investimenti cioè in aziende ad uno stato di sviluppo iniziale. Sono quelle le aziende che oggi sono al centro del mercato. Dal 2014 ad oggi non c'è più stato un periodo così prolifico di investimenti precoci e dunque davanti abbiamo alcuni anni in cui emergeranno poche realtà".