"Questa esperienza è importantissima anche se all’Unione europea è difficile da spiegare, perché è praticamente unica in tutto il continente. Il tema è quello di avere risorse nuove per sostenere chi ha le dimensioni e la patrimonializzazione adeguata per costruire l’agricoltura del futuro". Queste le parole dell'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli intervenendo ieri a Conselice all'incontro sulle Cooperative agricole Braccianti, una realtà presente da oltre 130 anni, che dà lavoro a 600 persone e coltiva più di 13mila ettari in tutta la Romagna (quasi 1.350 ettari coltivati a biologico) e ha attivato interventi nell'ambito di ripristini ambientali e rinaturalizzazioni, agricoltura di precisione, lotta ai cambiamenti climatici e stoccaggio dell’anidride carbonica.

Nel corso dell'evento, organizzato da Legacoop Romagna in collaborazione con Promosagri, è stato fatto inoltre un focus sul Piano di sviluppo rurale e su quello che comporta per l’agricoltura romagnola e non solo.‎ Dopo i saluti del sindaco di Conselice e delegato all'agricoltura dell'Unione Comuni della Bassa Romagna, Paola Pula, che ha ricordato il ruolo delle Cab nella coesione del territorio, è stato il responsabile di settore di Legacoop Romagna Stefano Patrizi a ripercorrere le sfide affrontate in questi anni dalle Cooperative Braccianti: "Imprese che non solo sono alla base della filiera agroalimentare cooperativa, grazie alla loro capacità di innovare e dare lavoro e produzioni di qualità, ma che rappresentano un presidio a tutela del territorio e un polo di innovazione su cui costruire politiche di sistema".

Sono stati inoltre ricordati i rischi che gli imprenditori agricoli devono affrontare, come i redditi agricoli che calano, la volatilità dei prezzi, il cambiamento climatico, la burocrazia, l'indebolimento dei sistemi di rappresentanza e l'evoluzione delle abitudini dei consumatori, come sul consumo di carne rossa. Non ultime le criticità relative ai rischi sugli esiti dei fondi per lo sviluppo rurale, in particolare per le misure agroambientali e investimenti, che hanno registrato un vero e proprio boom di domande in Regione.

I numeri delle Cab sono stati presentati poi dal direttore di Promosagri, Pietro Pasini, in particolare nel territorio ravennate, dove operano sette aziende (Agrisfera, Bagnacavallo e Faenza, Campiano, Comprensorio Cervese, Fusignano, Massari di Conselice e Ter.Ra) con 458 soci e un valore della produzione di 43 milioni di euro. "Oggi le Cab sono tra le aziende agricole più grandi in Italia – ha spiegato Pasini – e paradossalmente proprio per questo motivo rischiano di essere penalizzate rispetto ai fondi europei. Eppure in 10 anni hanno investito quasi 47 milioni di euro, tirando fuori più del 90% di tasca propria".

L'incontro ha visto la partecipazione inoltre dell'assessore all’Agricoltura della Provincia di Ravenna, Mara Roncuzzi e dei consiglieri regionali Mirco Bagnari Gianni BessiCristian Maretti, presidente di Legacoop agroalimentare Nord Italia, ha sottolineato: "Le Cab possono candidarsi a essere una cartina di tornasole della buona agricoltura che si fa in Emilia-Romagna, perché hanno indici patrimoniali, di bilancio e ambientali concreti e spendibili anche a Bruxelles. Non diamo però per scontato che il mondo all’esterno ci conosca: questa iniziativa deve essere la prima di un percorso".

Ha chiesto, infine, un impegno in prospettiva il direttore generale di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti: "Proponiamo alle istituzioni un’alleanza per chiedere risorse aggiuntive da mettere in campo. Le cooperative braccianti sono portatrici non solo di una buona pratica imprenditoriale, ma di una storia ancora viva: non smetteremo di impegnarci su questo punto".