Il peggiore: “Se mangiare carne è peggio che respirare amianto” (L'Unità). Il più corretto: “Carne pericolosa? Basta seguire una dieta equilibrata” (Il Sole 24 Ore). Il primo per simpatia: “La carne è debole” (Il Resto del Carlino). Ecco in un'ipotetica graduatoria i titoli apparsi sui giornali del 27 ottobre a proposito dell'allarme lanciato dall'Oms (organizzazione mondiale della sanità) sul consumo della carne. Ma già nei giorni precedenti la notizia aveva fatto capolino su alcuni quotidiani, come “Libero” del 24 ottobre o “Avvenire” del 25 ottobre. Poi sono arrivati tutti gli altri, in una gara all'allarmismo più sfrenato, con qualche lodevole eccezione, come “La Stampa” che già spiegava come i consumi in Italia fossero equilibrati, o “Il Messaggero” che ricordava le “sviste” dell'Oms a proposito degli allarmi eccessivi sull'influenza suina. Si è dovuto attendere il 28 ottobre per leggere commenti più equilibrati sulla reale portata delle dichiarazioni dell'Oms, come nel caso de “Il Tempo” che precisa come le raccomandazioni dell'Oms siano tese a limitare il consumo di alcuni prodotti e non ad escluderli dalla dieta. Intanto l'allarme, scrive “Repubblica”, ha portato ad una riduzione del 20% dei consumi. Gli fa eco “La Stampa” per ricordare che nel settore delle carni sono occupate 180mila persone il cui posto di lavoro non può essere messo a rischio da allarmi ingiustificati. Nel frattempo ecco arrivare da Bruxelles il via libera per mettere alghe e insetti nel piatto, definiti i cibi del futuro. Se ne parla il 29 ottobre su “Repubblica” e sul “Giornale” che sottolinea la coincidenza con gli allarmi sulla carne.
Male carne e latte
Le conseguenze sui mercati dell'allarme Oms vanno ad aggiungersi a una congiuntura già pesante, come quella degli allevamenti da latte, dove negli ultimi dieci anni ha chiuso una stalla su tre, come denuncia il “Corriere di Brescia” del 27 ottobre. Non va meglio per chi produce carne e che dalle pagine della “Gazzetta di Mantova” del 28 ottobre grida la propria rabbia. A complicare il quadro del mercato del latte c'è anche l'embargo russo ai prodotti europei che penalizza soprattutto i due grandi Dop, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, a tutto vantaggio, come si apprende da “Italia Oggi” del 24 ottobre, dei formaggi di altre provenienze. Per fortuna ci sono altri settori del comparto agroalimentare che realizzano buoni risultati, in particolare nell'export. Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 26 ottobre a proposito di pasta e vino che continuano a macinare record sui mercati stranieri. Il merito, scrive “Avvenire” del 25 ottobre, è anche del sistema cooperativo, che nel settore agroalimentare annovera importanti gruppi. I risultati potrebbero essere anche migliori se gli agricoltori fossero più organizzati ed efficienti. E' quanto chiede la distribuzione organizzata, che stando alle interviste raccolte da “Italia Oggi” del 28 ottobre, può trasformarsi da controparte a partner.
Multe, Imu e Irap
A complicare la vita nelle stalle ci si mettono le nuove multe per il latte prodotto in eccesso. Un problema, questo delle multe latte, che coinvolge 12 paesi della Ue, Italia compresa, come specifica il 24 ottobre “Il Sole 24 Ore”. Per gli allevatori italiani l'ultima multa, scrive “La Stampa” del 23 ottobre, assomma a 30 milioni di euro. E nemmeno ci si può consolare con l'abolizione dell'Imu, sulla cui scomparsa, secondo “La Stampa” del 24 ottobre, restano ancora molti dubbi. Altra nota dolente la si legge sul “Secolo XIX” a proposito degli aiuti comunitari, che esclude i piccoli agricoltori sotto i sette ettari, realtà invece molto diffusa in Liguria. Altre complicazioni ai piccoli agricoltori sono quelle denunciate dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 27 ottobre a causa della abolizione del regime agevolato, come previsto dalla recente manovra economica del Governo. Le cooperative agricole potranno in compenso godere dell'esenzione Irap e ne beneficeranno le aziende a valle della produzione che si dedicano alla trasformazione e alla vendita. I dettagli sono riportati da “Il Sole 24 Ore” del 28 ottobre. Una spinta all'agroindustria arriva dal credito di imposta descritto da “Italia Oggi” del 26 ottobre, destinato alle reti di impresa e al commercio elettronico. Infine c'è da prendere nota della partenza alle assunzioni congiunte delle quali parla “Italia Oggi” del 29 ottobre.
Xyllella e cinipede
Si continua a parlare del problema Xylella negli oliveti pugliesi ed è allarme per nuovi focolai, come si apprende dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 28 ottobre. Ancora sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, in questo caso del 23 ottobre, si parla delle complicazioni che la Xylella comporta per la vite che resta nell'elenco delle piante “bloccate”, con pesanti ripercussioni per la commercializzazione delle barbatelle. Va meglio per la castanicoltura, che ha superato i problemi del cinipede e si avvia a chiudere una campagna di raccolta tutta in positivo secondo le anticipazioni riportate da “Il Resto del Carlino” del 24 ottobre. Situazione analoga è quella descritta il giorno seguente dal “Corriere del Mezzogiorno”.
29 ottobre 2015 Economia e politica