"L’agronomo del futuro dovrà avere una dimensione europea e internazionale. Non è possibile avere un profilo professionale che sia limitato nei confini nazionali. Non a caso nel 2015 il Consiglio nazionale sarà sede del sesto Congresso mondiale degli ingegneri agronomi e dei dottori agronomi. Oltre ad un'alta professionalità e specializzazione che deve rappresentare la base per presentarsi nel mondo professionale". E’ quanto ha sottolineato agli studenti del Dipartimento di Scienze agrarie di Pisa, il presidente Conaf Andrea Sisti che ha tenuto ieri pomeriggio nell’aula magna dell’Ateneo pisano, una lettura dedicata alla “Professione del dottore agronomo e dottore forestale: profilo e sviluppo”, organizzata dalla sezione Centro Ovest del’Accademia dei Georgofili, nell’ambito delle iniziative 2013.
Il presidente della sezione Centro Ovest dei Georgofili Filiberto Loreti, ha presentato il presidente Conaf Sisti. In apertura il professor Rossano Massai, direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali ha ricordato il boom dei Dipartimenti di Agraria (ex Facoltà) avvenuto in tutta Italia negli ultimi anni, che a Pisa ha portato ad un aumento di iscritti del 50 per cento solo nell’ultimo triennio: "Tutto questo però – ha detto Massai - non si traduce ancora nel successo delle nostre lauree verso la professione. C’è in pratica un ‘disaccoppiamento’ fra la formazione universitaria e il mondo del lavoro; auspichiamo quindi che il Conaf, che già lo sta facendo, possa influire nelle scelte del ministero dell’Istruzione, Università e ricerca per avere percorsi accademici al passo con i tempi e con le esigenze del mercato del lavoro".
Nella sua lezione, Sisti ha fatto un excursus storico della professione del dottore agronomo e dottore forestale "professione che viene disciplinata – ha sottolineato agli studenti - nel 1976 con legge n.3; le due figure professionali avevano infatti, percorsi e regolamentazioni differenti una, la professione di agronomo disciplinata dal Rd 2328 del 1929 'Regolamento per l’esercizio professionale dei dottori in scienze agrarie esercenti la professione di agronomo' mentre l’altra veniva disciplinata attraverso l’albo dei periti forestali". Una professione antica: dal 1563 al 1797 la professione era organizzata in Collegi insieme agli ingegneri ed architetti. Dal 1865 al 1925 la professione dell’agronomo e il relativo titolo professionale utilizzato è sia quello di agronomo che quello di ingegnere agronomo. Fino al 1926 l’organizzazione delle professioni avveniva attraverso libere e autonome associazioni, sciolte dal regime fascista, con l’introduzione per legge delle corporazioni fasciste dei sindacati.
Nel 1976 nasce una nuova figura professionale sia del dottore agronomo che quella del dottore forestale in unico albo fino ad allora non conosciuta. Nel 1992 viene perfezionato l’elenco delle competenze con la legge 152 che coincide con la riforma Mac Sharry, la nuova politica agricola. "L’introduzione delle misure agroambientali, forestali – ha aggiunto Sisti - segnano un passaggio fondamentale nello sviluppo della categoria. Sempre nello stesso periodo vedono la luce le direttive comunitarie sulla valutazione di impatto ambientale delle grandi opere. Entriamo nel periodo in cui si va a costruire l’Europa che determina nuovi scenari soprattutto nel mondo rurale ed ambientale. Nel 1994 a Roma nasce la Carta dell’agronomo europeo proposta dal Consiglio nazionale".
Nel Dipartimento di Scienze agrarie di Pisa si è tenuto, nella mattinata di ieri, un seminario organizzato dalla Federazione Toscana, Ordine di Pisa, Lucca, Massa Carrara e Conaf dedicato alle novità professionali su assicurazione e formazione.
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Fonte: Conaf - Consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali