La discussione sulla riforma della Pac è entrata nel vivo: da una fase finora di 'prenegoziato', allo scorso Consiglio Agricoltura, il 26 e 27 aprile a Lussemburgo, si è passati al negoziato vero e proprio.

L’obiettivo, per la Presidenza danese, è chiudere il proprio mandato semestrale, a fine giugno, lasciando un rapporto sullo stato delle trattative il più corposo possibile.

 

Definizione di agricoltore attivo

La maggior parte della discussione si è concentrata sulla definizione di 'agricoltore attivo', in base alla quale definire chi può ricevere i sussidi comunitari o meno. Lo scopo è escludere chi non ha un impatto sulla produzione agricola ma, di fatto, è finora rientrato nella categoria di beneficiari degli aiuti: compagnie aeroportuali e ferroviarie che gestiscono terreni, ma anche società immobiliari e associazioni sportive. Sottraendo ai veri agricoltori un 7-8% delle risorse totali.

“Vogliamo una definizione buona che consenta veramente agli Stati membri di distinguere tra queste due categorie – ha spiegato il ministro italiano delle Poltiiche agricole, Mario Cataniada una parte, chi vive di agricoltura e ne fa la propria attività professionale, dall’altra chi si trova a possedere dei terreni come elemento collaterale nella propria esistenza”.
Insufficiente, per l’Italia, prevedere di dare sussidi solo ad agricoltori per cui quell’aiuto rappresenta almeno il 5% del reddito globale.

Questa proposta originaria della Commissione europea è stata già migliorata grazie al contributo della Presidenza danese e il compromesso, per ora, va nella direzione giusta per il nostro Paese: “Si sgombrano dal meccanismo alcuni elementi poco chiari e scarsamente efficaci – ha spiegato il ministro – introducendo invece una disposizione che noi chiedevamo, ossia di dare una forte discrezionalità agli Stati membri”.
"La questione dell'agricoltore attivo è fondamentale e molto sentita in Italia. La proposta originaria della Commissione non era soddisfacente, mentre registro nel testo della Presidenza un piccolo progresso, ma dobbiamo lavorare ancora", ha rimarcato Catania.

Già la proposta iniziale della Commissione prevedeva un ruolo per i governi nazionali: a loro sarebbe spettato, ad esempio, stabilire il livello minimo di ore lavorative per individuare un’attività agricola.
L’esecutivo di Bruxelles, infine, ha lanciato l’idea di una lista 'al negativo': un elenco delle caratteristiche che permetterebbero di escludere un produttore dall’essere considerato 'attivo', e quindi beneficiario di aiuti. L’onere della prova, così, ricadrebbe sul produttore stesso, che dovrebbe a quel punto dimostrare di essere un vero e proprio agricoltore.

 

Giovani agricoltori

Altro tema trattato, quello del sostegno ai giovani in agricoltura, indispensabile in un settore dove appena il 7% dei lavoratori ha meno di 40 anni. L’Italia appoggia pienamente la proposta iniziale della Commissione europea: aumentare il contributo del 25%, quando a riceverlo è un giovane nei primi cinque anni di attività, e questo fino a un massimo del 2% delle risorse nazionali di pagamenti diretti ai produttori. Restano, però, delle titubanze in questo senso da parte di altri Stati membri.

Piccoli produttori

C’è ancora da negoziare, invece, per quanto riguarda i piccoli produttori. Qui, la Commissione europea ha lanciato alcune iniziative nell’intento di semplificare la vita a chi ha appezzamenti di piccola taglia, proponendo che riceva un contributo fisso e che non debba sottostare alle regole di condotta ambientale, il cosiddetto greening.
“Vogliamo che il meccanismo europeo funzioni bene – ha dichiarato Catania - non vogliamo uno strumento che incentivi a rimanere piccoli; anzi, abbiamo il problema contrario, dobbiamo far crescere le aziende”.
Un'altra questione, poi, è nuovamente collegata alla definizione di agricoltore: “Il pericolo – ha spiegato il ministro – è quello di incentivare una miriade di micro-appezzamenti di terra, che magari sono posseduti da gente che fa tutt'altro ma non l'agricoltore”.

L’obiettivo, quindi, è quello di trovare un sistema che permetta di individuare chi è veramente agricoltore, portando avanti una riflessione anche sui lavoratori part-time, senza demonizzarli.