Nell'ambito del Piano Mattei per l'Africa e a seguito dell'incontro bilaterale della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il presidente della Repubblica di Algeria, Abdelmadjid Tebboune, a margine del Vertice G7 di Borgo Egnazia, è stata firmata il 6 luglio 2024 ad Algeri un'intesa nel campo dell'agricoltura rigenerativa ad alta tecnologia alla presenza dei rispettivi ministri dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida e Youcef Cherfa.
L'accordo prevede una concessione strategica da parte del Governo algerino di 36mila ettari, che la società Bonifiche Ferraresi recupererà all'uso agricolo, creando un'intera filiera produttiva. Le attività verranno avviate già nel 2024 tramite la creazione di pozzi e una prima semina di cereali. L'investimento complessivo vale circa 420 milioni di euro.
Secondo una nota di Palazzo Chigi "Questa intesa rappresenta il più grande investimento in agricoltura sostenibile fatto sinora dall'Italia in Nord Africa, dove il Governo italiano è impegnato nel settore con un'azione ad ampio raggio che coinvolge diverse aree e nazioni della sponda Sud del Mediterraneo".
"Africa, Europa, Algeria e Italia sono pilastri dello sviluppo della sicurezza alimentare che guarda e affronta i grandi problemi e che li risolve in una logica comune di impegno. Oggi è un giorno particolare perché firmiamo questo atto formale, primo segno tangibile dell'impegno italiano in Africa nel quadro del Piano Mattei, che mette in condizione una grande impresa italiana come Bonifiche Ferraresi rappresentata qui dal suo amministratore delegato Federico Vecchioni di creare e consolidare una partnership forte tra due nazioni attraverso un elemento che tende alla sicurezza alimentare attraverso la produzione, la formazione e il valore dei prodotti che verranno realizzati" ha dichiarato il ministro italiano dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il 6 luglio scorso ad Algeri alla cerimonia della firma dell'Accordo di Bonifiche Ferraresi con il Fondo Nazionale d'Investimento Algerino, alla presenza del ministro dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica Democratica e Popolare di Algeria, Youcef Cherfa, e dell'amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi, Federico Vecchioni.
Il progetto, avviato con la sottoscrizione sabato scorso dell'accordo tra il Ministero algerino dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale e Bonifiche Ferraresi prevede la coltivazione di cereali e legumi essiccati e, più in generale, di produzione di generi alimentari di derivazione agricola attraverso la costituzione di una joint venture tra Bonifiche Ferraresi (49%) ed il Fondo Nazionale d'Investimento Algerino (51%).
L'investimento complessivo sarà di 420 milioni di euro e la superficie complessiva interessata dal progetto sarà di circa 36mila ettari (tra Adrar e Timimoun, nel centro del Paese), da utilizzarsi sia per le produzioni agricole di cereali e legumi secchi che per la realizzazione di fabbricati da destinare alla lavorazione dei predetti generi alimentari, ivi inclusi dodici silos per lo stoccaggio dei prodotti agricoli (per una capacità complessiva di 62mila tonnellate). Più in particolare si prevede che circa il 70% della produzione sarà rappresentato da grano duro e tenero per il consumo interno, mentre il restante 30% della produzione sarà di legumi da granella.
"Si tratta di un investimento che garantisce autosufficienza alimentare, qualità dei prodotti e difesa dell'ambiente, perché gli agricoltori sono i primi ambientalisti del pianeta", ha sottolineato il ministro.
"Qualsiasi attività deve essere rispettosa del popolo e della gente che diventa soggetto vivo del progetto che viene messo in campo, non solo come offerta di lavoro, ma come consapevolezza di sviluppo e di valorizzazione delle ricchezze che i popoli possiedono e hanno il diritto di sfruttare per diventare ed avere una vita migliore. Questo è l'obiettivo che l'Italia si pone con questo primo passo importantissimo e storico" ha sottolineato il ministro.
Infine, Lollobrigida - nel qualificare l'investimento - ha aggiunto che si tratta del "Primo risultato concreto nel settore dell'agroalimentare, dell'agroindustria, che punta alla produzione e alla valorizzazione sui mercati internazionali di prodotti e mette insieme la bandiera algerina con la bandiera italiana. Perché non è un progetto italiano, non è un progetto algerino, è un progetto algerino ed italiano insieme come fossimo un'unica cosa".