Ogni agricoltore europeo, nel 2010, ha ricevuto in media 5mila euro di aiuti diretti, provenienti dalla Pac.

Nel dato medio, però, si nascondono divergenze profonde: nei nuovi Stati membri la cifra scende a circa 1.500 euro, mentre lievita a 7.500 per i 12 Paesi da più tempo nell’Unione europea. E poi: appena il 20% dei grossi produttori incassa ben 4/5 della prevista dotazione europea.
Sono i dati più rilevanti che emergono dal rapporto finanziario sui pagamenti diretti nel 2010.

 

Qualche dato generale

39,7 miliardi di euro per 7 milioni e 790mila agricoltori: queste le due cifre chiave del supporto al reddito agricolo nel 2010, secondo una valutazione fornita dai servizi della Commissione europea. Tra i maggiori Paesi beneficiari, l’Italia ricopre la quarta posizione, con oltre 4 miliardi di pagamenti ai nostri agricoltori. Gran regina degli aiuti diretti è la Francia, che ha ricevuto oltre 8 miliardi di euro, seguita da Germania - quasi 5 miliardi e mezzo - e Spagna, con poco più di 5 miliardi.
Dalle cifre presenti nel rapporto, emergono alcune importanti indicazioni, sottolineate dall’Esecutivo di Bruxelles come motivi di squilibrio, a partire dai quali si sta ragionando su come riformare la Pac dopo il 2013, compresa la parte relativa agli aiuti diretti.

 

Grandi e piccoli produttori

La prima divergenza emerge tra piccoli e grandi agricoltori: se più del 60% dei produttori europei riceve fino a 1.250 euro di sussidio annuo, meno di 4mila grosse aziende (3.970) si sono accaparrate oltre 2 milioni di aiuti (2.224.670).

In percentuale, significa che a circa 0,05% dei destinatari corrisponde il 5% della dotazione finanziaria.

Tra loro, in 2.500 hanno ottenuto tra i 300mila e i 500mila euro, mentre il sussidio è stato superiore al mezzo milione annuo per circa 1.500 aziende. A farla da padrona in questo ambito, la Germania, che da sola conta 2/5 di questi “paperoni” dell’agricoltura.
Nella proposta della Commissione europea per la futura Pac, questa categoria sparirebbe del tutto: secondo l’Esecutivo, infatti, il sostegno al reddito andrebbe limitato ad un massimale, per cui nessun agricoltore dovrebbe ricevere più di 300mila euro all’anno.

 

Nuovi e vecchi Paesi

Nei 12 Stati che hanno fatto il loro ingresso nell’Unione europea più di recente (prevalentemente, i Paesi dell’Est Europa), la quasi totalità di chi produce (il 96%) si attesta al di sotto del livello medio europeo, pari a 5mila euro di aiuti.

La media, per gli oltre 3 milioni di persone che lavorano la terra in questi Paesi, è molto inferiore: 1.552 euro, contro i 7.486 degli oltre 4 milioni e mezzo di produttori provenienti dai 15 Paesi membri più “anziani”.

Bisogna sottolineare che, nel 2010, i nuovi Paesi erano ancora nel periodo di inserimento graduale all’interno delle politiche comunitarie (cosiddetto phasing in), per cui non ricevevano la totalità di quanto spetterà loro in futuro, bensì il 70% (e ancora meno, appena il 40%, nel caso di Bulgaria e Romania).

Nonostante questa circostanza che, ovviamente, aumenta la dimensione dello scarto, il divario tra il sostegno al reddito percepito nei nuovi e nei vecchi Stati membri è uno dei dati di maggior squilibrio a livello europeo, come sottolineato nel rapporto.

Per questo, la Commissione europea propone di modificare il criterio d’assegnazione dei pagamenti, basandosi su quello della superficie coltivata: il sussidio percepito dovrà essere calcolato per ettaro, per cui agricoltori di regioni omogenee riceveranno lo stesso ammontare annuo.