Puglia
Verso un distretto meridionale del pomodoro da industria

Costituire un distretto nel Meridione d'Italia per il pomodoro da industria è stato lo scopo dell'incontro che si è tenuto lunedì scorso, 14 novembre, tra le organizzazioni sindacali Fai CislFlai CgilUila Uil e l'Anicav e l'assessore alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno.

Durante l'incontro con l'assessore le associazioni hanno presentato un documento congiunto che evidenzia l'eccellenza, la qualità e il pregio della produzione del pomodoro delle aziende meridionali che deve essere "adeguatamente valorizzata, anche attraverso la valutazione della opportunità di costituzione di un distretto del pomodoro delle Regioni del sud Italia e in particolare principalmente di Puglia, Campania e Basilicata".

"Le parti sociali – ha dichiarato Claudio Risso, segretario nazionale della Fai Cisl – chiedono alle Regioni di condividere un percorso che porti a realizzare gli interventi necessari a sostenere un'importante sfida produttiva. Logistica, trasporto, rapporti con la grande distribuzione, garanzie per le condizioni e i salari della forza lavoro, sono elementi sui quali attuare politiche che rendano più efficiente tutto il sistema. Siamo convinti della necessità di attuare un modello organizzativo capace non solo di valorizzare un prodotto che identifica il Meridione d'Italia nel mondo ma, soprattutto, che sia in grado di riequilibrare tutta la filiera nella logica di una maggiore qualità e competitività in un mercato ormai globalizzato come quello del conserviero".

"Siamo concordi – ha concluso Risso – con Stefàno circa l'importanza di ricondurre ad unità tutto il sistema anche attraverso l'indispensabile coinvolgimento delle Organizzazioni di Prodotto e di Categoria del mondo agricolo, nella convinzione che anch'esse vogliano e debbano partecipare ad un processo fondamentale per un comparto in significativa espansione. Così come imprescindibile è ora mettere subito in agenda una verifica con le vicine Regioni della Campania, della Basilicata e della Calabriasul rilievo che assume l'iniziativa del distretto del pomodoro. Alla Regione Puglia quindi va il ruolo di coordinamento dell'iniziativa e la definizione di una cabina di regia che porti in tempi rapidi alla sua costituzione".

La notizia è stata accolta favorevolmente dalla Cia che, tramite il presidente Giuseppe Politi, ha ribadito l'importanza di uno strumento come il Distretto del pomodoro del Sud: "Occorre dare più forza alla filiera e tutelare i redditi dei produttori agricoli".

Fonte: Fai Cisl

 

Marche
Caro petrolio, due milioni in più per l'agricoltura marchigiana

In un anno il caro-petrolio è costato all'agricoltura marchigiana due milioni di euro, con un incremento del 46% del costo al litro del gasolio.

L'analisi viene dalla Coldiretti regionale, dopo i prezzi record raggiunti dai carburanti, che stanno condizionando anche l'attività agricola. Secondo un'analisi di Coldiretti, per arare un terreno di dieci ettari (la superficie media aziendale regionale secondo l'Istat) un agricoltore marchigiano sta spendendo oggi circa 160 euro in più rispetto al novembre del 2010. Oltre all'aumento dei costi per il movimento delle macchine come i trattori, in agricoltura il caro petrolio, secondo la Coldiretti marchigiana, colpisce soprattutto le attività agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per l'essiccazione dei foraggi destinati all'alimentazione degli animali. Ma a subire gli effetti del record nei prezzi del gasolio è l'intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica incidono dal 30 al 35% per frutta e verdura e assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari. 

Fonte: Coldiretti Marche

 

Veneto
Nitrati, posticipato il divieto di spandimento di letame

Nelle zone del Veneto vulnerabili ai nitrati, il divieto di spandimento di letame di origine zootecnica è stato posticipato all’1 dicembre.

Il provvedimento è stato adottato dalla giunta regionale, su iniziativa dell’assessore all’Agricoltura Franco Manzato, a causa delle eccezionali condizioni stagionali, che hanno protratto la durata del ciclo colturale dei pascoli, dei prati-pascoli e dei prati permanenti e avvicendati e del relativo pascolamento.

“Il pascolamento delle superfici prative era ancora in corso nella prima metà del corrente mese di novembre – ha ricordato Manzato – e questo ha reso impossibile effettuare le operazioni di spandimento della parte di letame che si è accumulata nelle strutture aziendali entro il termine prefissato del 15 novembre. Di qui il posticipo del divieto, che è peraltro riferito al solo letame e non al complesso degli effluenti di allevamento”

In termini di apporti di azoto alle colture, la distribuzione di liquami zootecnici e del letame sono equiparate, ma al secondo, correttamente maturato, viene riconosciuta un’importante funzione miglioratrice della struttura del terreno ed un “potere tampone” nei confronti del contenimento delle perdite di acqua dagli orizzonti del suolo superficiali e sottosuperficiali. Ciò in considerazione delle peculiari caratteristiche di stabilità del materiale organico, dovute proprio al processo di compostaggio in concimaia, che acquisisce in tal modo caratteristiche di gestibilità e, soprattutto, di carattere igienico-sanitario nettamente migliori.

Proprio per tali motivazioni, gli orientamenti nazionali e regionali, facendo propri indirizzi tecnici di carattere generale riconosciuti anche a livello comunitario, ammettono maggiori “aperture” nell’uso agronomico dei letami rispetto a quanto non venga consentito nel caso dei liquami zootecnici.

Fonte: Regione Veneto - Assessorato Agricoltura e foreste

 

Emilia-Romagna
3,5 milioni di euro, 22 progetti: il sostegno concreto della Regione

Sono 22 i progetti di ricerca e innovazione in campo agricolo finanziati dalla Regione attraverso un apposito bando del Piano regionale di sviluppo rurale. I contributi erogati sommano complessivamente 3,5 milioni di euro e finanziano iniziative private di sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie con positive ricadute commerciali, logistiche o organizzative. 

"Con questo intervento sosteniamo concretamente una parte delle imprese agricole e agroalimentari di questa Regione che in un momento particolarmente difficile continuano ad investire in innovazione per competere e per crescere – ha spiegato l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio RabboniSi tratta di una scelta ineludibile per contrastare la bassa redditività del settore, aumentarne il valore e l'appeal dei prodotti presso i consumatori. Il successo del bando e il gran numero di progetti presentati ci stimola a dare a breve un seguito all'iniziativa".

Le domande presentate sono state 89 e quelle ammesse all'istruttoria 84. I progetti finanziati riguardano la ricerca per lo sviluppo di innovazioni pre-competitive compresa la realizzazione di prototipi, lo sviluppo di tecnologie innovative per i sistemi di gestione, la logistica e il flusso di dati, lo sviluppo di innovazioni di processo, analisi di fattibilità per lo sviluppo di nuovi prodotti, l'introduzione di procedure innovative per la sicurezza alimentare, l'efficienza energetica e ambientale. Il settore più coinvolto è quello ortofrutticolo con otto progetti finanziati, seguono quello zootecnico con sei progetti, il comparto cerealicolo con cinque e quello vitivinicolo con tre.

Fonte: Regione Emilia-Romagna

 

Calabria
Liquirizia di Calabria, ora è Dop

La liquirizia di Calabria è diventata Dop. Il titolo di denominazione di origine protetta è riservato esclusivamente alla liquirizia fresca o essiccata (e al suo estratto) proveniente dalle coltivazioni e dallo spontaneo di Glychirrhiza glabra nella varietà denominata in Calabria 'Cordara'. Il disciplinare, che stabilisce condizioni e requisiti per definire il prodotto 'Dop', colloca l'area di interesse nella zona costiera ionica della Calabria.

"Bisogna continuare sulla strada della valorizzazione delle produzioni – ha commentato Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria –perché questo è sinonimo di qualità e di distintività del territorio ed è un biglietto da visita importante che apre la strada alle altre filiere produttive della nostra Regione".

Fonte: Coldiretti Calabria