"I prezzi praticati sui campi continuano a scendere (-13,6% nel 2009 e -4% nei primi otto mesi di quest'anno), ma a settembre sugli scaffali i listini degli agroalimentari riprendono la corsa, anche se molto al di sotto dei livelli raggiunti negli ultimi anni". 

Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che commenta i dati Istat sull'inflazione a settembre 2010. 

"L'agricoltura - continua Cia - ha fornito un deciso apporto al rallentamento del trend inflazionistico. Contributo che gli agricoltori stanno pagando in maniera molto pesante: il mix micidiale tra il crollo dei prezzi all'origine e l'aumento dei costi produttivi, contributivi e burocratici. La Cia - conclude la Cia - ribadisce la necessità di rapporti più stretti ed intese nella filiera e l'importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo i vari passaggi dal campo alla tavola, per contrastare rincari artificiosi e ingiustificati e manovre speculative".

I prezzi degli alimentari, praticamente fermi da inizio 2010, hanno fatto registrare un lieve aumento a settembre 2010 (+0,3% rispetto ad agosto). E' quanto fa notare Confagricoltura analizzando l'indice provvisorio dei prezzi al consumo di settembre, diffuso dall'Istat. 

"L'andamento dei prezzi medi complessivi - prosegue Confagricoltura - per la prima volta da inizio anno, è di segno negativo (-0,2%), soprattutto a causa della diminuzione, rispetto al mese precedente, dei prezzi di trasporti e comunicazioni, che hanno registrato cali dell'1,7% e dell'1,3%. Significa che l'agricoltura contribuisce sempre più a frenare l'inflazione, contenendo i prezzi dei generi alimentari, fenomeno possibile perché i listini agricoli sono in continua flessione da gennaio ad oggi, per compensare l'andamento dei costi di produzione così da ripristinare la redditività del settore. In questo quadro qualsiasi corsa in avanti dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari non ha ragione di essere".