Aggredire il mercato con grandi volumi di produzione e con la forza di fatturati importanti. Ben lo sanno le aziende industriali, alle prese con mercati sempre più globali. Regole che valgono anche per le imprese agricole. Dove si scopre che appena ottomila aziende agricole (su un totale di oltre 1,6 milioni in attività) sono capaci di realizzare quasi il 23 % della produzione agricola italiana. E' quanto emerge dalla recente analisi di Istat sui risultati economici delle aziende agricole italiane. La ricerca di Istat si riferisce al 2007, ma rappresenta quanto di più aggiornato sia disponibile in tema di analisi statistiche e dalla sua lettura si scopre un'agricoltura a due velocità. Da una parte una miriade di microaziende scarsamente produttive e dall'altra un ridotto numero di imprese capaci di realizzare fatturati importanti e margini degni di nota. Qualche numero aiuta nel mettere a fuoco i dettagli della struttura agricola del nostro Paese.

 

Le differenze

Anche in campo agricolo si fa sentire la differenza fra Nord e Sud. Le aziende del settentrione sono appena un quarto di quelle operanti in Italia, ma realizzano oltre il 50% di tutta la produzione agricola dello Stivale. I valori si ribaltano guardando al Mezzogiorno dove è presente oltre la metà delle aziende, che però realizzano solo il 35% della produzione totale. E qui si scopre che il costo del lavoro sfiora la quota del 50%, il doppio rispetto a quelle del Nord e in particolare del Nord Ovest dove si concentrano le aziende agricole più efficienti per produttività e margini economici. Il che non significa, ovviamente, che chi lavora nel Mezzogiorno riscuota salari più elevati, anzi. E' il segno semmai delle difficoltà che le aziende incontrano nell'operare in aree con minori risorse e con infrastrutture carenti. A proposito di lavoro e di produttività, l'indagine Istat ha messo in luce che nelle aziende con fatturati elevati (oltre 500mila euro) si hanno risultati anche venti volte superiori rispetto alle aziende con fatturati modesti (sotto i 10mila euro). Insomma, grande è bello (e più redditizio).

 

Il ruolo del lavoro

L'indagine Istat si spinge poi nell'analizzare le differenze che contraddistinguono le aziende in funzione del numero di addetti. E si scopre che le aziende di medie dimensioni (quelle che hanno da una a dieci unità lavoro) rappresentano solo il 26,8% del totale, ma realizzano oltre il 70% della produzione agricola nazionale. E non è finita qui. I migliori risultati si ottengono nelle aziende specializzate e sono quelle orientate alle coltivazioni quelle che realizzano la maggior quota di valore aggiunto, lasciando indietro chi si occupa di produzioni zootecniche. Colpa dei maggiori costi che le produzioni animali comportano rispetto alle coltivazioni, maggiori costi che il mercato stenta a riconoscere (si pensi al prezzo del latte, da mesi venduto sottocosto). Non stupisce allora che il numero delle stalle in attività sia in continua flessione.