Una quantità notevole del cibo prodotto nei paesi in via di sviluppo va perduto dopo il raccolto, con pesanti conseguenze sulla sicurezza alimentare delle popolazioni, ha denunciato la Fao. L'agenzia Onu ha sottolineato come con investimenti adeguati e formazione ai contadini, queste perdite potrebbero essere drasticamente ridotte.
Le cause delle perdite post raccolto, stimate tra il 15 ed addirittura il 50% della produzione complessiva, sono molteplici. Tra esse: fare il raccolto in una fase sbagliata di maturità del prodotto, l'eccessiva esposizione alle piogge, la siccità e le temperature estreme, la contaminazione da micro-organismi ed i danni fisici che riducono la qualità del prodotto.
I raccolti perdono valore anche a causa del danno causato dall'utilizzo di attrezzi inadatti, dalla contaminazione chimica, da errate pratiche di raccolto, di carico e scarico e di trasporto dei prodotti.
Le perdite contribuiscono all'aumento dei prezzi alimentari in quanto riducono parte dell'offerta. Hanno poi anche un impatto sul degrado ambientale e sul cambiamento climatico, poiché risorse come terra, acqua, forza lavoro, trasporto e lavorazione vengono usate per del cibo che nessuno consumerà.

Molte delle perdite avvengono a causa di errate pratiche di imballaggio e trasporto dei prodotti alimentari. La Fao in collaborazione con la Banca Mondiale ed altri partner, ha organizzato migliaia di corsi di formazione per i contadini su come lavorare i prodotti in modo corretto.
Un altro grande problema, che la crisi alimentare del 2008 ha messo drammaticamente in primo piano, è rappresentato dalle strutture di immagazzinamento e deposito dei prodotti che nei paesi in via di sviluppo sono inadeguate e non sicure: è su questo fronte che gli interventi della Fao e dei paesi donatori possono fare la differenza.
Grazie ad un recente progetto della Fao, finanziato principalmente dalla Germania, sono stati forniti silos metallici a circa 18 mila famiglie rurali. Il progetto è stato concepito per ridurre le perdite tramite migliori strutture per l'immagazzinamento e perfezionando le capacità tecniche degli stagnai locali che costruiscono i silos. Grazie a queste migliori tecniche i silos possono adesso chiudersi ermeticamente, proteggendo i prodotti immagazzinati dalle infestazioni di parassiti, dai roditori, dagli uccelli e dai funghi, con il vantaggio inoltre di poterli conservare per periodi lunghi senza perdita di qualità.

I risultati non si sono fatti attendere. I contadini coinvolti nel progetto hanno cominciato ad usare i nuovi silos per cereali e legumi e dopo non molto tempo hanno riferito di maggiori redditi e di possibilità di immagazzinamento molto più prolungate. Grazie a questi nuovi silos le percentuali di perdita dei raccolti sono scese dal 20% all'uno o due per cento.  Non solo, ma aver fornito formazione tecnica ai lattonieri locali ha significato che localmente si sono fabbricati oltre 4.500 silos che sono stati poi venduti ad altri contadini.

Ma nonostante questi risultati registrati in alcune situazioni, le perdite post raccolto rappresentano ancora un grosso problema per molti paesi. Nei supermercati occidentali, la frutta e la verdura deve rispondere a precisi criteri di qualità, e se un prodotto presenta ammaccature, o è avvizzito o al contrario acerbo, o di forma strana o è semplicemente brutto, non è messo in vendita. Spesso non c'è un mercato alternativo per questi prodotti che vengono alla fine buttati via.