E' andata oltre ogni più ottimistica previsione. Il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro è soddisfatto per l'andamento della prima 'manche' della campagna di ristrutturazione dei crediti Inps nelle aziende agricole, i cui termini di scadenza, annuncia il ministro nella conferenza stampa che ha tenuto a Bologna, vengono prorogati al 31 ottobre.
Il ministro in una nota l'ha definita "la più imponente ristrutturazione di crediti mai realizzata". Una vittoria conseguita grazie all'impegno e alla "fortissima collaborazione" delle organizzazioni agricole (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri), dell'Inps e delle banche che " ci hanno creduto e hanno reso possibile chiudere questa pagina".

La campagna di ristrutturazione dei crediti Inps in agricoltura, lo ricorda ancora una volta De Castro "è un'operazione realizzata totalmente nella sfera privata e che sta sul mercato". Le adesioni hanno superato in valore i 2,7 miliardi, travalicando i due miliardi, fissato come limite per validare l'intera operazione.
Le adesioni sono arrivate a ritmo frenetico soprattutto negli ultimi giorni "sfondando il tetto dei 150 milioni di euro al giorno" rileva De Castro. Da qui la decisione di "dare più tempo agli agricoltori per aderire. Sappiamo infatti, precisa ancora De Castro, che maggiore è il livello di adesione e minore sarà il conto da pagare".

Con l'attuale numero di richieste di adesioni arrivate, 49 mila, pari ad un valore di 2,7 miliardi di euro di credito contributivo da ristrutturare, l'aliquota da pagare è del 28%. Se si innalza a tre miliardi "gli agricoltori potranno avere un taglio complessivo di oltre il 75% dei debiti tra quota capitale, interessi e mora, e pagare solo il 25%".
Coloro che invece non entreranno in questa operazione, ribadisce De Castro, saranno perseguiti per il 100%. "Gli agricoltori devono sapere, rimarca il ministro, che dopo il 31 ottobre non ci saranno più sconti per nessuno e quindi chi non ha aderito, anche in questo caso di ulteriore opportunità, dovrà fare i conti per l'intero importo del debito".
Sono circa 600.000 le aziende interessate all'operazione per un totale di circa sei miliardi di debiti pregressi. Ben il 70% delle attuali richieste di adesione viene dal Mezzogiorno mentre la restante parte dalle regioni del Centro- Nord. In dettaglio, secondo i dati forniti dallo stesso ministro, il 27% delle richieste è arrivato dalla Sicilia, il 16 dalla Puglia, il 13 dalla Campania e il 12 dalla Calabria. Seguono, più distanziate Basilicata (5%), Lazio, Toscana e Emilia Romagna (4%), Sardegna (3%), Abruzzo e Lombardia (2%) mentre le altre regioni rappresentano l'8% delle richieste.
Superate le loro posizioni debitorie le aziende che sono entrate nell'operazione avranno la possibilità, precisa De Castro "di concentrarsi sui problemi delle imprese e del mercato e non perdere tempo con gli avvocati e i contenziosi con l'Inps".