Grazie all'acquisizione di Valagro Syngenta espande prepotentemente il proprio business dei biostimolanti e apre la strada allo sviluppo di nuove soluzioni per il biocontrollo di insetti e microrganismi patogeni.
Colpo di mercato per Syngenta: acquisita Valagro
Abbiamo incontrato (virtualmente) Riccardo Vanelli, ad di Syngenta Italia, e Giuseppe Natale, ceo di Valagro, per scoprire le ragioni di questa acquisizione e sapere quali novità gli agricoltori si devono aspettare.
Vanelli, quali sono le ragioni strategiche dietro l'acquisizione di Valagro?
"Come azienda intendiamo crescere in maniera significativa nei prossimi anni nel segmento dei biologicals, quelle soluzioni cioè di origine biologica complementari rispetto ai prodotti di crop protection che già offriamo agli agricoltori. E Valagro è stata individuata come la società che meglio ci consentiva di raggiungere lo scopo".
Perché questo interesse nei biologicals?
"Perché è un settore che crescerà molto nei prossimi anni. La strategia europea From farm to fork andrà ad impattare pesantemente sul mercato degli agrofarmaci. E visto l'interesse dei consumatori per prodotti a 'residuo zero' è stato necessario orientarsi verso una maggiore presenza nel biologicals. A questo si devono aggiungere le nuove sfide che stanno affrontando gli agricoltori, come i cambiamenti climatici e la necessità di preservare la fertilità del terreno".
Natale, Valagro stava crescendo molto bene, anche sulla scena internazionale. Perché avete deciso di entrare nel Gruppo Syngenta?
"Quarant'anni fa siamo stati i pionieri nel settore dei biostimolanti e siamo cresciuti con le nostre forze fino a diventare i leader di mercato. Ma guardando al futuro devo ammettere che la nostra dimensione non è sufficiente ad affrontare le sfide che l'agricoltura ci pone".
Che cosa vi aspettate da Syngenta?
"L'acquisizione da parte di Syngenta ci permetterà di accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti".
Vanelli, i biostimolanti ricadono nella normativa sui fertilizzanti, un settore in cui Syngenta non è praticamente presente. Non c'è il rischio di sviare l'attenzione dal core business aziendale?
"Le attività sono complementari e per questo abbiamo deciso di istituire una business unit interna, dedicata proprio ai biologicals. Abbiamo un team dedicato che opererà in stretto contatto con Valagro".
Natale, fino ad oggi il grosso dei biostimolanti è stato dedicato alle colture ad alto valore aggiunto. Questo trend continuerà o vi sposterete verso le commodities?
"Se è vero che oltre il 70% dei nostri ricavi deriva dalla vendita di prodotti per l'orticoltura e la frutticolture è interessante notare come negli Stati Uniti e in Brasile ci sia la richiesta di prodotti biostimolanti per le colture industriali. Dunque la nostra attenzione si focalizzerà sempre di più anche su questo segmento".
Oggi sono in tanti a produrre biostimolanti, non sempre in maniera rigorosa. Non c'è il rischio di perdere la fiducia degli agricoltori?
"I prodotti che noi sviluppiamo hanno alle spalle una solida ricerca scientifica e test in campo in condizioni differenti. Valagro ha investito nel tempo affinché i propri prodotti fossero standardizzati in modo da offrire risultati garantiti ai clienti. Certo, ogni territorio ha le sue esigenze ed è per questo che abbiamo un portafogli vario e la capacità di essere sul territorio con uno staff qualificato di oltre 370 persone".
Vanelli, Syngenta sta investendo molto sugli agrofarmaci di origine biologica. Abbiamo ad esempio visto il lancio ad inizio anno di Taegro. In quale modo Valagro può aiutarvi su questo fronte?
"Siamo impegnati nello sviluppo di soluzioni biologiche sia all'interno dell'azienda, sia attivando collaborazioni con soggetti terzi. Ad esempio con l'olandese Dsm oppure con la tedesca Novozyme, con la quale abbiamo messo a punto Taegro. Sicuramente potremo sfruttare il know-how di Valagro per accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti".
Vite e orticole, con Taegro la difesa è naturale
Gli agrofarmaci di origine biologica peccano di affidabilità nelle condizioni più difficili. In altre parole quando la pressione del patogeno è elevata stentano a proteggere la coltura efficacemente. Per quale ragione l'agricoltore dovrebbe affidarsi a queste soluzioni?
"Noi non crediamo che i prodotti biologici possano rimpiazzare quelli di sintesi, puntiamo piuttosto su un approccio sinergico. Occorre adottare delle strategie miste, in cui si garantisce da un lato il risultato di difesa completa e dall'altro si ha una residualità in linea con le aspettative della value chain".
Natale, oggi si fa tanto parlare di agricoltura digitale. Qual è il vostro approccio al tema?
"All'inizio dell'anno abbiamo lanciato una nuova società, chiamata Yaxe, che ha proprio come obiettivo quello di sviluppare soluzioni per il supporto alle decisioni in ambito agricolo. L'obiettivo è quello di aiutare gli agricoltori a fare ancora meglio il proprio lavoro e in maniera più sostenibile".
Vanelli, in quale modo questa acquisizione influirà sulla vostra strategia digitale?
"Arricchirà le soluzioni a disposizione degli agricoltori. Utilizzando le nostre piattaforme CropWise e FarmShots è ad esempio possibile individuare aree di campo in stress e grazie ai biostimolanti di Valagro sarà possibile aiutare le piante a riprendersi".
Natale, gli stabilimenti di Valagro di Atessa sono un fiore all'occhiello per l'intero paese. Avete intenzione di rimanere sul territorio o delocalizzerete qualcosa?
"Rimarremo qui. E le dirò di più: tra pochi giorni inaugureremo un nuovo padiglione dedicato alla ricerca, il simbolo tangibile del nostro impegno sul territorio".