Il Codice dell’Ambiente (D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152) classifica i rifiuti distinguendoli tra rifiuti urbani e  rifiuti speciali.

I rifiuti derivanti da attività agricole ed agroindustriali sono rifiuti speciali (art. 184, comma  3, D. Lgs. 152/2006) e si distinguono a loro volta in rifiuti pericolosi e non pericolosi.

I rifiuti speciali non pericolosi sono ad esempio le materie plastiche, gli imballaggi di carta, cartone,  plastica, legno e metallo, gli effluenti di allevamento non impiegati ai fini agronomici, ecc.

I rifiuti speciali pericolosi sono, nel caso specifico di un allevamento, i rifiuti legati allo svolgimento delle  attività veterinarie da cui possano derivare infezioni o le sostanze chimiche pericolose e anche gli oli  esauriti, le batterie esauste, i veicoli da rottamare. 

Sono esclusi dalla disciplina dei rifiuti i sottoprodotti di origine animale, quali ad esempio le carcasse degli  animali ed i materiali fecali utilizzati nelle attività agricole o in impianti aziendali per la produzione di  biogas.

Il Decreto del ministero dell’Ambiente del 17 dicembre 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 gennaio 2010, istituisce un sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, il Sistri.

Questo Decreto  ministeriale è stato recentemente modificato ed integrato dal Decreto ministeriale 15 febbraio 2010  (pubblicato sulla G.U.R.I.  del 27 febbraio 2010) che, tra l’altro, ha prorogato di 30 giorni i termini di  iscrizione fissati in precedenza.

Tutte le modalità e i termini per l'iscrizione del Sistri si trovano sul sito internet www.sistri.it.