La lettera di Paolo Gulinelli, seppure con un po' di ritardo, è partita. Gulinelli, per chi non lo ricordasse, è il Commissario straordinario incaricato dal Governo di gestire l'assegnazione delle nuove quote latte che la Ue ha concesso all'Italia grazie all'ottimo lavoro svolto da Luca Zaia a fine 2008. In questi giorni 12.688 allevatori, quanti rientrano fra gli “aventi diritto”, si vedranno recapitare la comunicazione con la quale si aumenta il tetto produttivo a loro disposizione. In ballo ci sono 750mila tonnellate di latte, che andranno a colmare gran parte degli esuberi produttivi che sono costati agli allevatori multe per complessivi 1,4 miliardi di euro.

 

Mica facile”

Detta così sembra facile. In realtà le cose sono un po' più complesse. Anzitutto perché questa nuova attribuzione di quote è “provvisoria”. In ballo ci sono 50mila tonnellate di latte i cui criteri di attribuzione devono essere decisi dal Consiglio di Stato. Intanto sono in arrivo 115mila tonnellate destinate alle 3629 aziende titolari di “quota B”. A queste si aggiungono le 7.624 aziende dove si trovano riuniti splafonatori puri e affittuari di quote. A questo gruppo andranno 388mila tonnellate di quote in più. Infine altre 200mila tonnellate andranno all'indirizzo delle aziende che nella scorsa campagna hanno affittato quote per evitare le multa e che sono oltre 4.600.

Per ottenere i benefici dell'aumento di quota gli allevatori dovranno però mettersi in regola con le multe già ricevute. Questi allevatori saranno iscritti nel “Registro nazionale dei debiti” e si vedranno bloccare i premi comunitari, salvo aderire alla rateizzazione delle multe che è però a titolo oneroso (sono previsti interessi annuali anche elevati). Per chi non intende cogliere questa opportunità scatta il meccanismo di riscossione forzosa del debito.

 

I conti con il mercato

Sembrerebbero dunque esserci tutti gli ingredienti per chiudere questa eterna vicenda delle quote e delle multe, ma adesso bisogna fare i conti con il mercato, che sembra remare contro un possibile “lieto fine”. Dopo l'impennata dello scorso anno il prezzo del latte è crollato in tutta Europa. Anche in Italia le trattative interprofessionali fra allevatori e Assolatte per gli accordi regionali sono ferme. Si attende una “schiarita” che invece non arriva. In Francia e in Spagna si sono accese le proteste degli allevatori il cui latte viene pagato meno di quanto costa produrlo. In Italia le proteste ancora non ci sono state, forse perché ai nostri allevatori manca ormai persino la forza di alzare la voce. Ma anche in Italia il prezzo del latte è ai minimi storici. In Lombardia, regione leader per la produzione di latte, il prezzo è passato dai 36 eurocent di gennaio ad appena 31,6 di aprile e per maggio si attende un'ulteriore flessione, anche sotto i 30 centesimi al litro. Meno di quanto veniva pagato nel 2007. Ma in questi due anni i costi sono cresciuti e a questi prezzi gli allevatori producono in perdita. Uno studio del Crpa dimostra che produrre un litro di latte destinato a Parmigiano Reggiano costa oltre 51 eurocent al litro. I dati si riferiscono al 2007 e andrebbero ritoccati verso l'alto. Certo, produrre latte destinato al consumo alimentare diretto o ad altre tipologie di formaggi costa un po' meno, ma siamo sempre abbondantemente al di sopra dei 30 eurocent il litro. A questo proposito è interessante segnalare uno strumento per simulare il calcolo del prezzo messo a punto da Angelo Rossi (Clal) e Fabio del Bravo (Ismea). Partendo dalle numerose variabili che influiscono sulla formazione del prezzo del latte (costi alimentari degli animali, consistenza dei magazzini, prezzi del prodotto importato, etc), questo “calcolatore” può rappresentare uno sorta di “bussola” con la quale orientarsi nel difficile mercato del latte. Per di più il calcolatore è adattabile alle diverse realtà aziendali e di mercato ed è disponibile on-line sul sito del Clal (seguendo il percorso Mercato lattiero caseario/ Grafici di confronto/ Area convenienze economiche). Basta mettere i dati per avere una risposta immediata. E scoprire così quanto è difficile vendere il latte a meno di 35 eurocent al litro.

 

Fatica in fumo

Se il mercato del latte continuerà la sua corsa al ribasso l'operazione salva-multe che tanta fatica è costata al ministro Zaia potrebbe andare in fumo. Perché è difficile immaginare che gli allevatori possano produrre in perdita e al contempo mettere mano al portafoglio per pagare le multe pregresse, anche se rateizzate. Tanto più che sulle rate gravano interessi che possono superare il 7%. Per sapere come finirà la partita bisogna aspettare il 31 dicembre, data entro la quale va pagata la prima rata. Chi non rispetta la scadenza perde, lo ricordiamo, l'accesso alla rateizzazione.

 

Aspettando Bruxelles

La situazione è complicata e difficile, tanto che il ministro dell'Agricoltura ha chiesto la convocazione a Bruxelles di un Consiglio straordinario per esaminare le possibili vie di uscita. Perché il problema del mercato del latte angoscia gli allevatori italiani, ma sta mettendo in ginocchio anche la zootecnia da latte di Paesi forti produttori, come Francia, Germania e Spagna, alle prese con le proteste di piazza. Non è un caso, dunque, se la proposta di Zaia per cercare a Bruxelles la via di uscita dalla crisi  è stata prontamente accolta. Nel frattempo si è già svolto un incontro bilaterale fra il Commisario Mariann Fischer Boel e il nostro ministro Zaia per esaminare i possibili interventi. E fra questi anche la possibilità di anticipare gli aiuti diretti. Da parte dell'Italia, informa una nota del MIpaaf, "si chiede un sostegno al mercato che sia equo per tutti, in un settore che non deve essere penalizzato da nuove e dannose limitazioni e dove occorre continuare a puntare su standard di alta qualità."