L'obiettivo "neutralità climatica" passerà anche per la produzione dei fertilizzanti, che entro il 2050 dovrebbero diventare interamente sostenibili eliminando del tutto le emissioni di carbonio. Una sfida complicata che secondo gli esperti del settore potrà essere vinta ma con "l'aiuto di incentivi economici al mercato agricolo".
Le aziende che producono fertilizzanti al centro del dibattito nell'Ue
Cercare un equilibrio tra economia, decarbonizzazione e sostenibilità ambientale, portando le aziende che producono fertilizzanti al centro del dibattito nell'Unione Europea.
Questi gli argomenti trattati nel corso della conferenza annuale sui fertilizzanti in Europa, dal titolo "Il futuro dell'agricoltura e della produzione di fertilizzanti nell'Ue", tenutasi nella giornata di martedì 15 ottobre 2024 a Bruxelles.
"Il 50% del nostro cibo arriva dai fertilizzanti minerali, il nostro è e rimarrà sempre un settore strategico" ha spiegato Antoine Hoxha, direttore generale di Fertilizers Europe. "In Europa l'industria è di fronte a una rivoluzione. Se riusciamo a trovare una soluzione alla decarbonizzazione dell'ammoniaca, questo potrebbe aprire la strada a una decarbonizzazione dell'intera filiera di produzione del cibo".
Neutralità climatica per i fertilizzanti entro il 2050
Entro il 2026, infatti, tutte le aziende del settore dei fertilizzanti in Europa dovranno adottare un Piano orientato alla decarbonizzazione, con l'obiettivo di arrivare a ridurre nel 2040 le emissioni di gas serra di tipo 1 e 2 del 70% rispetto a quelle del 2020. L'ultimo step di questo Piano per la neutralità climatica è quello di rendere interamente sostenibile tutto il settore dei fertilizzanti in Europa entro il 2050. A stabilire tutto ciò è la Legge Europea sul Clima (EU Regulation 2021/1119), approvata nel giugno del 2021, che di fatto traduce in obblighi giuridici quanto già stabilito nel Green Deal.
I passi in avanti nell'ambito, comunque, non mancano: dal 2005 al 2020 l'industria dei fertilizzanti in Ue è riuscita a ridurre di ben il 49% le emissioni di gas inquinanti.
Leo Alders (presidente di Fertilizers Europe): "La transizione è possibile, però serviranno sostegni economici per il mercato"
Una delle maggiori sfide sarà quella di decarbonizzare l'ammoniaca, tra le sostanze più utilizzate nella produzione di fertilizzanti e attualmente realizzata combinando azoto e idrogeno (derivato dai gas naturali) nel processo di Haber-Bosch. Tra le possibili soluzioni, quella di rimpiazzare l'utilizzo dei gas naturali con biometano o biogas, in grado di trattenere e immagazzinare la CO2 generata nel processo di produzione.
Un percorso, quello per arrivare alla decarbonizzazione dei fertilizzanti, che per il presidente di Fertilizers Europe e ceo di LAT Nitrogen Leo Alders non sarà per nulla semplice. "Il cambiamento è possibile, ma servono cooperazione e aiuti per il mercato. Per la transizione green occorrono degli incentivi, una volta raggiunta la neutralità climatica l'intero settore dovrà essere sostenuto - spiega Alders - con le energie pulite, per esempio, il prezzo del pane sicuramente aumenterà: la sostenibilità per le aziende giocherà un ruolo cruciale ma non è abbastanza, serve anche un incentivo finanziario".
Dirk Jacobs (FoodDrinkEurope): "Il nostro è un settore fondamentale, ma siamo agli ultimi posti nella lista di priorità"
"Il nostro è un settore fondamentale, ma non siamo mai visti in maniera critica dai policy maker. Siamo agli ultimi posti nella lista di priorità". Questo l'allarme lanciato durante la conferenza da Dirk Jacobs, direttore generale di FoodDrinkEurope, l'industria che rappresenta il settore del cibo e delle bevande in Europa.
"Il settore agroalimentare è anche molto resiliente, basti pensare a quello che abbiamo vissuto durante il covid, o per via della crisi energetica e dei cambiamenti climatici - ha aggiunto Jacobs - ma adesso è giunto il momento di passare all'azione: ogni anno paghiamo 1,25 miliardi di euro a causa dell'erosione del suolo, non è solo un disastro ambientale ma anche un disastro economico".
"Dobbiamo essere consapevoli che la sostenibilità, fertilizzanti inclusi, passa per tre pilastri: sociali, economici e ambientali" ha affermato Elli Tsiforou, segretario generale di Copa-Cogeca. "Ricordiamoci che il settore agricolo è già impegnato in una transizione: è importante avere un dialogo strategico, per convincere i figli degli agricoltori a continuare a fare questo mestiere".
La decarbonizzazione dei fertilizzanti si intreccia con il Dialogo Strategico sul Futuro dell'Agricoltura nell'Ue
La partita in Europa, non a caso, è anche interconnessa con il Dialogo Strategico sul Futuro dell'Agricoltura nell'Ue, il cui report finale è stato consegnato circa un mese fa alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen dal professor Peter Strohschneider, presidente del Gruppo.
Il dialogo, lanciato nel 2023 dalla stessa von der Leyen, ha avuto l'obiettivo di far incontrare i principali rappresentanti dell'intera filiera agroalimentare nell'Ue per cercare di analizzare le sfide che l'agricoltura dovrà affrontare, dai cambiamenti climatici, agli incentivi europei per chi adotta pratiche sostenibili, fino al taglio della burocrazia e l'interconnessione con la Pac.
"Dobbiamo creare una nuova Europa in termini di decarbonizzazione: abbiamo bisogno di più infrastrutture, un'economia circolare e un mercato unico, che sicuramente ridurrebbe i costi" ha commentato Alexandre Paquot, direttore per l'Innovazione per un'Economia Resiliente e a Basse Emissioni di Carbonio della Commissione Clima.
"Continueremo a prestare attenzione a questi studi, tenendo sempre d'occhio il dialogo strategico, che unisce sostenibilità, competitività e resilienza - ha aggiunto Pierre Bascou, direttore generale aggiunto della Commissione Agri - saranno questi i punti di partenza che confluiranno nella nostra visione per l'agricoltura e l'alimentazione in Europa da presentare entro i primi cento giorni di questo mandato".
Leggi anche Dialogo Strategico sul Futuro dell'Agricoltura nell'Ue, sfide e prossime azioni