Le strategie per un settore produttivo di eccellenza sono state illustrate da Giorgio Ferrero, assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte che ha richiesto il rafforzamento dell'intera filiera, mentre Alberto Manzo, della direzione generale della Qualità agroalimentare Mipaaft, ha sottolineato la necessità di fare sistema.
Le criticità del settore sono state evidenziate dal presidente della Rete benessere in guscio, Giuseppe Russo, che ha individuato nella ricerca, nel trasferimento di innovazione e nella promozione le attività di cui si dovrebbe occupare il Tavolo; Russo ha poi concluso esponendo l'esperienza positiva della Rete a sostegno della nocciola Giffoni Igp. Per il Consorzio nocciola Piemonte Igp è intervenuto il presidente Sergio Lasagna che ha valorizzato il ruolo della produzione corilicola nell'economia dei territori piemontesi a rischio spopolamento, oltre ad esprimere seria preoccupazione per la cimice asiatica. Il presidente dell'11° commissione della Camera dei deputati Andrea Giaccone ha invitato ad avere una visione globale del settore che svolge oltre ad una funzione economica anche di cura del territorio.
"La nocciola non è più un prodotto marginale e necessita di progetti di filiera con maggiore coordinamento tra le regioni" è ciò che ha dichiarato il presidente di Coldiretti Asti Marco Reggio. Ad illustrare un importante contratto di filiera della frutta in guscio con aziende campane, laziali, sarde e pugliesi è stato il rappresentante di AgroCepi Bartolomeo Vassallo. Claudio Sonnati di Agrion, soggetto strategico per la formazione tecnica in Piemonte, ha lanciato il grido dall'allarme sull'emergenza nazionale della cimice asiatica e la necessità di implementare progetti di ricerca di respiro nazionale.
Rosario D'acunto, presidente di Città della nocciola, ha infine illustrato lo scenario attuale dei territori corilicoli, del mercato globale e delle iniziative volte ad ampliare la corilicoltura in regioni e in aree non vocate a tale produzione. "Il rischio di questi nuovi impianti va urgentemente affrontato - ha dichiarato D'Acunto - con una immediata convocazione del Tavolo corilicolo nazionale. Spingere i territori italiani alla coltivazione intensiva avrà un impatto dannoso compromettendo la biodiversità, depauperando ulteriormente le risorse idriche, alterando i paesaggi, riducendo le qualità sensoriali e commerciali e producendo, infine, un serio rischio di calo dei prezzi a danno dei produttori tradizionali con il conseguente abbandono delle aree meno produttive che coincidono con i territori a maggiore rischio idrogeologico e di spopolamento".
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