Come sappiamo la quarta gamma sono colture a ciclo breve e devono soddisfare gli elevati standard di mercato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Per tale ragione, la pratica colturale della concimazione e la gestione della preparazione del terreno risultano fondamentali.

 

Per la produzione di quarta gamma nello stesso terreno e per diversi cicli produttivi è imprescindibile avere un suolo fertile di sostanza organica, nutrienti e flora microbica; per fare ciò, nel 2022, Ilsa ha consolidato una metodologia nutrizionale basata sull'impiego di Calciocianamide e di IlsaOrgamit-R.

A livello agronomico l'azienda punta su due prodotti ad azione specifica che hanno permesso di favorire la crescita delle neoplantule, di aumentare la rese e la qualità finale e di incrementare la sostanza secca senza aumentare il contenuto dei nitrati nelle foglie.

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(Fonte: Ilsa)

 

Calciocianamide Perlka® è un concime in forma granulare molto semplice da applicare. Un prodotto reso unico dal suo contenuto di azoto del 19,8% a lento effetto e dall'elevato contenuto in calcio di circa il 50%. Il calcio è fondamentale per la crescita della pianta, per migliorare la qualità della produzione (consistenza dei tessuti vegetativi e maggior conservabilità) e per incrementare la sostanza secca nelle foglie.
Inoltre è importante per limitare le fisiopatie nutrizionali e.g., tip burn e necrosi del bordo fogliare.

 

IlsaOrgamit-R è un biostimolante ad azione specifica a base di un pool di microrganismi (Pseudomonas, Rodhopseudomonas, Streptomices, batteri anaerobici ed anaerobici, Glomus/pseudomonas, Trichoderma harzianum) potenziato da amminoacidi liberi - ottenuti tramite il processo di idrolisi enzimatica FCEH® - indicato per il miglioramento delle condizioni microbiologiche dei suoli depauperati dalla monosuccessione colturale.

 

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Cosa si intende per quarta gamma?

Con quarta gamma sono intesi quei prodotti preparati e condizionati in maniera tale da fornire tutta una serie di servizi al consumatore, tra cui pulizia, mondatura, lavaggio, taglio in unità o subunità pronte al consumo, conservando allo stesso tempo le caratteristiche di freschezza e di genuinità del prodotto fresco.

La denominazione di quarta gamma si inserisce in un contesto di classificazione dei prodotti alimentari secondo cui:

  • prima gamma sono prodotti non lavorati;
  • seconda gamma sono prodotti trasformati che hanno subìto un processo di stabilizzazione;
  • terza e quarta gamma sono prodotti semilavorati e surgelati pronti al consumo.

 

In quest'ultimo segmento si ritrovano prodotti:

  • a foglia tagliata e.g., lattuga, radicchio, ecc;
  • a foglia intera, dette anche baby leaf e.g., rucola, spinacio, valerianella, ecc;
  • ortaggi a radice e.g., carota, a tubero e.g., patata, o a bulbo e.g., cipolla variamente tagliati;
  • ortaggi a frutto maturo e.g., pomodori o immaturo e.g., zucchina, cetriolo;
  • fusti o piccioli fogliari e.g., asparago, sedano, finocchio;
  • infiorescenze e.g., cavolo broccolo e cavolfiore;
  • frutta matura e.g., melone, mela, ananas, anguria, fragola variamente tagliata;
  • gemme fiorali e.g., carciofo;
  • fiori e.g., fiori di zucca.

 

Il successo commerciale di questi prodotti è dovuto a diversi fattori: il "servizio" che incontra il favore di una categoria di consumatori in aumento, che non dispone di tempo per la preparazione dei pasti; l'assenza di scarti, in quanto il prodotto è consumabile al 100% e l'alta qualità che in genere viene associata a tale tipologia di prodotto, sia in termini di aspetto esteriore, che organolettico e nutrizionale. Ad un più alto contenuto in "servizio" generalmente corrispondono una maggiore deperibilità rispetto al prodotto di partenza e la messa in atto di tecnologie e mezzi tecnici finalizzati ad ottenere una durata sullo scaffale (shelf life) compatibile con le esigenze della distribuzione commerciale.

 

Quali sono le caratteristiche qualitative di un prodotto di quarta gamma?

Gli attributi qualitativi per un prodotto di quarta gamma possono essere distinti in:

  • aspetto esteriore rappresentato da freschezza, colore, assenza di difetti di varia natura, integrità dei tessuti;
  • consistenza, che può essere intesa come grado di turgidità, durezza, croccantezza o fibrosità, a seconda della tipologia di materia prima;
  • caratteristiche organolettiche intese sia in termini di gusto - soprattutto per ciò che riguarda dolcezza ed acidità- sia di olfatto e.g., aroma;
  • valore nutrizionale, rappresentato dall'apporto calorico e/o in elementi importanti dal punto di vista nutritivo e.g., vitamine, sali minerali, fibre, carotenoidi e componenti fenolici;
  • sicurezza al consumo, legata all'assenza di sostanze dannose o anti/nutrizionali e.g., nitrati, nitriti, residui di fitofarmaci, diserbanti e altre sostanze chimiche, di microrganismi patogeni per l'uomo e di corpi estranei.

 

Generalmente i danni apportati ai prodotti di quarta gamma durante le operazioni di lavorazione e/o taglio producono un numero di alterazioni fisiologiche che, insieme con la maggiore esposizione all'ossigeno ed alla luce, possono determinare una diminuzione degli aspetti nutrizionali rispetto ai corrispondenti prodotti interi. Per tale ragione, è importante che vengano seguite norme di buona pratica agricola (GAPs) e di trasformazione (GMPs) ed adottate certificazioni volontarie (ISO 9001:2000) e obbligatorie (HACCP) per garantire sicurezza igienica e nutrizionale al consumatore finale.

 

Quali sono i fattori che condizionano la qualità?

I fattori che hanno un ruolo importante sulla qualità finale di un prodotto della quarta gamma sono:

  1. scelta varietale;
  2. ambiente di coltivazione;
  3. densità di impianto: l'elevata densità favorisce la crescita eretta e più raccolta delle foglie che intercettano meno polveri e soprattutto consentono il veloce allontanamento di pioggia e rugiada mattutina, asciugandosi velocemente;
  4. tecniche colturali adottate: e.g., l'irrigazione localizzata con acqua proveniente da fonti idriche sicure e controllate. La concimazione con i fertilizzanti a base di azoto, calcio e sostanza organica (e non letame o compost, in quanto sono considerati fonti di contaminazione biologica). Tale pratica colturale ha importanti implicazioni quantitative e qualitative, in quanto favorisce un incremento sia della resa finale che della consistenza dei tessuti vegetali in corso di formazione ed accrescimento ritardandone la maturazione e la degradazione dei medesimi.

 

Inoltre, con l'ausilio di prodotti ad azione specifica a base di microrganismi si favorisce lo sviluppo radicale delle neoplantule in suoli depauperati dalla monosuccessione colturale e dai patogeni terricoli. Inoltre, la lotta fitosanitaria con l'impiego di prodotti fitosanitari nella lotta alle principali avversità abiotiche (e.g., Rizoctonia solani, Fusarium oxisporum, Thielaviopsis basicola, nematodi, ecc.) ed in linea con la produzione integrata e con i disciplinari di produzione regionali. Recentemente la normativa fitosanitaria è diventata sempre più restrittiva nei confronti dei mezzi tecnici per la difesa da patogeni ed infestanti e, di conseguenza, l'impiego dei biostimolanti e prodotti ad azione specifica rappresenta un mezzo alternativo per limitare la diffusione dei patogeni, attivare i meccanismi di difesa delle piante e migliorare la resa e la qualità finale.

5. stadio di maturazione alla raccolta;

6. condizioni della fase che intercorre tra la raccolta e la lavorazione vera e propria;

7. condizioni operative di processo;

8. condizioni di trasporto e di vendita, fino al consumo finale.


Inoltre, la qualità della materia prima, sia essa organolettica e nutrizionale, intesa come idoneità alla trasformazione o come caratteristiche igienico-sanitarie, rappresenta il prerequisito fondamentale imprescindibile. Essa può essere mantenuta durante le fasi successive la raccolta, ma non migliorata. Da rilevare, inoltre, che qualsiasi condizione che imponga uno stato di stress alla pianta durante la fase di coltivazione ha ripercussioni sulla qualità e sulla conservabilità del prodotto in post raccolta.


Esperienza su valeriana a Bergamo

Nel 2022, in collaborazione con il centro di Saggio Sele Agroresearch abbiamo testato la Calciocianamide Perlka®, in formulazione microgranulare, su quarta gamma nella zona di produzione italiana più importante, valutando strategie che prevedevano l'utilizzo di consorzi microbici con la finalità di creare nella rizosfera le migliori condizioni possibili per lo sviluppo della coltura su terreno depauperato dalla monosuccessione colturale.

 

La prova è stata eseguita nei mesi di luglio e agosto e impostata su valeriana utilizzando uno schema sperimentale che prevedeva l'applicazione di Calciocianamide Perlka® a 300 o 500 kg/ha da sola o in combinazione con IlsaOrgamit-R.

 

La Calciocianamide Perlka® è stata distribuita in presemina su terreno già lavorato ed interrata ad una profondità di 3-5 (cm). L'applicazione della Calciocianamide Perlka® è molto semplice e può essere fatta con i comuni spandiconcime. Per consentire la corretta attivazione della Calciocianamide Perlka® è stata eseguita, subito dopo l'interramento, un'irrigazione a pioggia e successivamente altre 2 bagnature con lo scopo di mantenere un'umidità costante nel terreno. La semina è stata fatta 12 giorni dopo la distribuzione della Calciocianamide Perlka®.


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Crescita vegetativa delle piante di Valeriana (Calciocianamide Perlka® in associazione a IlsaorgamitR

(Fonte: Ilsa)

    

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Crescita vegetativa delle piante di Valeriana (testimone)

(Fonte: Ilsa)

 

IlsaOrgamit-R è stato applicato in fertirrigazione con sprinkler due volte e più precisamente subito dopo l'emergenza delle plantule alla dose di 20 (kg/ha) e sette giorni dopo a 30 (kg/ha). Lo scopo è stato quello di colonizzare la rizosfera (strato esplorato dalle radici) in modo da aumentare la fertilità biologica e favorire lo sviluppo vegetativo delle plantule.

 

Come si evince dai grafici riportati sotto, i risultati ottenuti sono stati molto interessanti in termini sia produttivi che qualitativi, nella tesi concimata con Calciocianamide Perlka® (500 kg/ha) ed IlsaOrgamit-R (in due applicazioni), che ha consentito di ottenere piante più sane e più resistenti, con una maggior resa ed un elevato incremento di sostanza secca che migliorerà la qualità delle insalate senza mai riscontrare nessun aumento del livello dei nitrati nelle foglie.

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Figura 1: confronto della percentuale di sostanza secca ottenuta nelle varie tesi messi a confronto

(Fonte: Ilsa)

 

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Figura 2: concentrazione dei nitrati in ppm nelle foglie di valeriana delle varie tesi messi a confronto

(Fonte: Ilsa)

 

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Figura 3: resa finale ottenuta nelle varie tesi messi a confronto

(Fonte: Ilsa)

 

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Figura 4: stima della produzione lorda totale delle varie tesi messi a confronto in euro

(Fonte: Ilsa)


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